Dopo l'omicidio di Pamela nulla sembrerebbe cambiato a Macerata dove lo spaccio prosegue indisturbato. Questo quanto scaturisce dal servizio di Quarto Grado mandato in onda venerdì sera che ha documentato un'acquisto in diretta di eroina. Un acquisto avvenuto con una facilità disarmante attraverso un'esca che spiega al giornalista come muoversi e cosa dire per agganciare lo spacciatore. Una facilità di movimento documentata anche dalla dichiarazione di un nuovo testimone della vicenda che riguarda l'omicidio di Pamela Mastropietro. Una testimonianza documentata dal programma attraverso la quale un uomo sostiene di aver incontrato Desmond Lucky il giorno successivo alla morte di Pamela. Esattamente in via Morbiducci, intorno alle 15,40, quando Lucky avrebbe venduto una dose di eroina ad un suo amico.
Una testimonianza che, se fosse vera, significherebbe che a poche ore dall'omicidio, quando il corpo di Pamela giaceva a pezzi nei trolley, uno dei suoi presunti aguzzini era già tornato a spacciare indisturbato.
Intanto è la perizia del medico legale a dare un'ulteriore conferma del fatto che Pamela sia stata fatta a pezzi da più individui.
Pamela infatti, sarebbe morta tra il primo pomeriggio le 17. È in questo lasso di tempo che la 18enne si sarebbe spenta secondo la perizia del medico legale. L'altro orario sul quale gli inquirenti hanno puntato l'attenzione è quello in cui Innocent Oseghale ha chiamato il tassista per farsi accompagnare con i trolley: le 22.30. Poche ore quindi, tra le cinque del pomeriggio e le dieci di sera per per fare a pezzi, dissanguare, smembrare e lavare con cura il corpo della ragazza.
Un lavoro impossibile da compiere da un solo individuo.
Pamela ha ricevuto un colpo alla testa quando era viva, ma è stata uccisa dalle due coltellate ricevute al fegato. Nessuna overdose dunque, ma un omicidio avvenuto dopo una violenza sessuale, ancora da confermare. Nessuna overdose quindi perché la sostanza ha fatto in tempo a raggiungere i vari organi del corpo, dove è stata rintracciata sotto forma di morfina dal professor Froldi, e per fare questo la sostanza impiega alcune ore da quando viene iniettata. Questo particolare sposta in avanti, rispetto a quando lei era salita nella mansarda, l’ora della morte. E se è morta qualche ora dopo essere salita, in poche ore un uomo da solo non poteva fare tutto quello che risulta sia stato fatto con i suoi resti.
I tre in carcere intanto continuano a negare tutto. Oseghale, difeso dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, si dichiara innocente e chiede di poter rivedere la compagna, in attesa di un altro figlio da lui. Desmond, difeso dall’avvocato Gianfranco Borgani, esclude qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. E infine Awelima Lucky, difeso dall’avvocato Giuseppe Lupi, nega persino di aver mai messo piede nella mansarda.
Le analisi dei Ris e le altre testimonianze raccolte dai carabinieri potrebbero smentire queste loro dichiarazioni.
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