Per le accuse di omicidio volontario premeditato e calunnia, il pm di Ancona Marco Pucilli ha chiesto una condanna a 18 anni di carcere per Valerio Andreucci, fantino di 24 anni da quasi nove mesi in carcere per l'omicidio di Olindo Pinciaroli, veterinario di 53 anni con cui collaborava.
Il movente del delitto, avvenuto il 21 maggio mentre i due stavano viaggiando sull'ambulanza veterinaria diretti a Polverigi (Ancona), per l'accusa sarebbe da ricondurre a un debito di 3 mila euro contratto dall'imputato con la vittima. Il ragazzo, assuntore di cocaina, non avrebbe voluto restituire il denaro con cui aveva acquistato droga. La sentenza del gup Paola Moscaroli arriverà il 12 aprile con rito abbreviato.
La difesa - avvocati Vittorio Palamenghi e Massimino Luzi - contesta il quadro probatorio e investigativo: ha chiesto un'integrazione probatoria su cui il giudice deciderà nella prossima e decisiva udienza. Sono parti civili la moglie e le due sorelle della vittima.
(Fonte Ansa)
Furto in un appartamento a Civitanova, in via Castelfidardo.
I ladri sono entrati forzando la finestra e sono riusciti ad entrare e a trovare la cassaforte che è stata aperta grazie all'ausilio di una smerigliatrice. Dall'interno hanno asportato gioielli per un valore di alcune migliaia di euro.
Altri tentativi di furto anche a Morrovalle e a Santa Maria Apparente, fortunatamente non andati a buon fine.
Sull'accaduto indagano i carabinieri.
Arrestato un 22enne del Gambia trovato in possesso di sette dosi di eroina.
È accaduto a Macerata ieri sera quando sottoposto a controllo dalla suqadra mobile, è stata trovata droga nella sua abitazione dove sono state oppunto ritrovate sette dosi di eroina confezionate in piccoli involucri termosaldati pronti per essere spacciati e la somma di circa 300 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio. Il giovane è stato ristretto agli arresti domiciliari.
Nella provincia di Macerata stati rintracciati un uomo e una donna, S.G. di anni 37, bosniaco pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e H.V., anch’essa 37enne di nazionalità bosniaca, i quali fermati mentre viaggiavano a bordo di un furgone, sono risultati privi del titolo di soggiorno.
Entrambi sono risultati avere numerosi precedenti di Polizia. Nei confronti dell’uomo segnalato anche alla competente Autorità per guida senza partente poiché mai conseguita, è stato emesso un decreto di espulsione dal territorio nazionale mentre la donna è stata accompagnata al Centro per i Rimpatri di Roma per essere rimpatriata nel proprio paese in quanto già gravata da un precedente ordine di espulsione. Nello stesso ambito è stato rintracciato a Civitanova Marche un cittadino tunisino di 33 anni con numerosi precedenti per reati in materia di stupefacenti, che è risultato inottemperante all’ordine di espulsione. Lo stesso è stato accompagnato presso il Centro per i Rimpatri di Torino per il successivo rimpatrio presso il proprio paese.
Nella notte, inoltre, in Piazza Annessione è stato perquisito un cittadino di origini somale di 30 annitrovato in possesso di alcuni grammi di marijuana, fatto per il quale lo stesso verrà segnalato alla competente Autorità quale assuntore di sostanza stupefacente.
"Non ho ucciso la ragazza". Lo ha ripetuto oggi al suo nuovo legale, l'avv. Simona Matraxia di Ascoli Piceno, Innocent Oseghale, 29 anni, uno dei tre nigeriani fermati (un quarto è indagato a piede libero) con l'accusa di aver ucciso e fatto a pezzi a Macerata Pamela Mastropietro, 18enne romana. A riferirlo all'ANSA è stato il difensore che ha parlato per oltre un'ora con Oseghale nel carcere di Montacuto ad Ancona.
"L'indagato respinge l'accusa di omicidio - detto il legale - mi ha ribadito di non aver ucciso la ragazza". "Non sono a conoscenza degli atti. - ha proseguito Matraxia - Mi sto recando a Macerata per avere contezza degli atti a sostegno della misura cautelare. Altro non voglio aggiungere perché, non avendo visto gli atti, preferisco rimanere in silenzio per il resto". (Ansa)
"Mai avevamo registrato un simile sbarco di sostanze stupefacenti nel nostro territorio".
Con queste parole il procuratore capo Giovanni Giorgio ha aperto la conferenza stampa indetta per illustrare l'operazione "White Boat" che, scaturita dal rinvenimento di 915,19 Kg di marijuana all’alba dello scorso 29 giugno sulla spiaggia di Porto Recanati, ha portato stamani all’esecuzione di una misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Macerata nei confronti di 4 cittadini albanesi, K.R., 34enne, F.P., 49enne, G.E., 30enne, H.K., 26enne.
"L'impegno per risalire alle 4 persone coinvolte - continua Giorgio - è stato massimo come è massimo l'impegno quotidiano da parte delle forze dell'ordine per individuare i responsabili di tutti i reati che vengono commessi nel territorio. In questo momento particolare è infatti necessario che i cittadini possano constatare che ci sia da parte nostra un operato puntuale".
È stato il vice comandante dei Carabinieri Walter Fava ad illustrare i dettagli dell'operazione condotta in maniera congiunta dai Carabinieri del Reparto Operativo di Macerata e della Stazione di Porto Recanati, con il supporto delle Compagnie di Civitanova Marche, Fano, Roma Cassia e Codogno.
"All vicenda è stato dato avvio - dice - il 29 giugno dello scorso anno col ritrovamento da parte dei carabinieri di Porto Recanati di uno scafo bianco (da qua il nome dell'operazione "White boat") abbandonato con accanto imballi contenenti marijuana e taniche di benzina piene. La barca probabilmente si era incagliata sulla battigia, evento improvviso che i 4 uomini non avevano programmato. Fondamentale è stato l'esame delle celle e dei tabulati del traffico telefonico, ma soprattutto dei codici impressi sulle taniche di benzina grazie ai quali è stato possibile risalire ai negozi dove erano state acquistate le stesse. Da questo la ricostruzione dell'accaduto e l'individuazione dei soggetti".
La Procura di Macerata chiederà "quanto prima" il giudizio immediato dinanzi alla Corte di Assise per Luca Traini, accusato di strage aggravata per il raid xenofobo a colpi di pistola del 3 febbraio, "in modo da giungere celermente alla celebrazione del processo ed alla sentenza di primo grado rispetto ad una condotta criminosa, posta in essere per odio razziale, valutata di particolare gravità". Lo annuncia il procuratore Giovanni Giorgio, precisando che le indagini proseguono. "Sono stati nominati i consulenti medico-legali, in servizio presso l'istituto di medicina legale dell'Università di Macerata - spiega Giorgio - al fine di definire in modo preciso l'entità delle lesioni patite dai sei feriti e per acquisire ulteriori dati medico-legali d'interesse" in modo da "articolare dettagliatamente le contestazioni da muovere al responsabile della contestata strage". In corso anche accertamenti balistici.
(Fonte Ansa)
I militari della Stazione di Cingoli hanno tratto in arresto un giovane 20enne della provincia di Macerata per detenzione di stupefacenti.
Questa mattina i carabinieri, come di consueto, hanno svolto un servizio nei pressi di istituti scolastici e luoghi di aggregazione giovanile, allo scopo di contrastare lo spaccio di stupefacenti.
Un giovane, alla vista dei militari, ha cercato di allontanarsi in tutta fretta ma è stato subito bloccato: in tasca aveva due “spinelli” già confezionati e poco più di un grammo di hashish.
I carabinieri hanno deciso di approfondire gli accertamenti recandosi nell’abitazione del giovane dove, dopo una accurata perquisizione, hanno trovato oltre un etto di hashish, alcuni grammi di marijuana ed una “riga” di “cocaina”. il giovane è stato posto agli arresti domiciliari in attesa di rito direttissimo.
i controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni
Arresti convalidati per Desmond Lucky e per Lucky Awelima, i due nigeriani coinvolti nella morte di Pamela Mastropietro, che restano in carcere. Lo ha deciso il gip di macerata Giovanni Maria Manzoni. Awelima, 27 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Desmond Lucky, 22 anni, ha risposto alle domande, negando però su tutta la linea di avere a che fare con la morte della 18enne, il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato in due trolley nelle campagne di Pollenza il 31 gennaio. (Ansa)
E' stato "un omicidio efferato" quello di Pamela Mastropietro, 18 anni, poi fatta a pezzi in un appartamento in via Spalato 124 a Macerata. Ora lo dicono apertamente gli investigatori che da oltre dieci giorni lavorano per ricostruire una vicenda inquietante.
Le risposte del Ris, attese nel giro di una settimana, saranno decisive per attribuire eventuali responsabilità dei quattro indagati nigeriani, in particolare dei tre fermati per omicidio, vilipendio, distruzione, occultamento di cadavere e spaccio. Ciò che emerso finora, però, viene ritenuto già rilevante. Intanto il quarto indagato, a differenza degli altri, sta mostrando un atteggiamento "collaborativo".
Finora è stato considerato quasi più un testimone che altro ed è indagato tecnicamente in modo da essere sottoposto ad accertamenti irripetibili.
Il suo ruolo però sembra marginale, tanto che fonti investigative ammettono che non c'è molto di nuovo rispetto a ieri.
Per Lucky Desmond, 22 anni, e Awelima Lucky, in carcere da sabato, la prova del nove la darà il gip di Macerata Giovanni Maria Manzoni, chiamato oggi a convalidare i loro fermi.
La decisione del gip potrà basarsi su un quadro più ampio di quello vagliato dopo l'arresto di Innocent Oseghale, 29 anni, residente nella mansarda di via Spalato, fermato il giorno stesso del ritrovamento del corpo. In quel caso il gip aveva escluso l'accusa di omicidio (di cui è ancora accusato) dalla convalida. Ma il responso preliminare del medico legale, ribadiscono gli inquirenti, indica che le due coltellate all'altezza del fegato e il colpo a una tempia riscontrati sul corpo sarebbero stati inferti quando Pamela era viva.
L'esame istologico, di cui l'esito è atteso a giorni, dovrà cristallizzarne il verdetto. Gli investigatori ritengono di aver trovato tra i coltelli da cucina sequestrati nella casa anche quello con cui sarebbe stata finita la 18enne.
Ma serve anche l'esito degli accertamenti tossicologici per capire se Pamela avesse assunto eroina e se avesse accusato un malore. Ieri sono stati completati i rilievi plantari e palmari sugli indagati, tra cui il quarto nigeriano la cui posizione sembra molto defilata. L'auto del camerunense è stata di nuovo oggetto di accertamenti. E la Procura ha affidato all'analista forense Luca Russo il compito di esaminare altri due telefoni, quelli di Awelima, bloccato a Milano mentre andava in Svizzera. La traccia dei telefonini e i contatti tra gli indagati collocano tutti in via Spalato il 30 gennaio.
La 'scia' lasciata dal traffico dati e dagli applicativi social aiuterà a chiarire ruoli ed eventuali responsabilità. Tra le ipotesi c'è quella di un tentativo di violenza sessuale finita in tragedia, ma solo i risultati degli esami medico legali sui reperti potranno dare concretezza a questi sospetti. Quanto alle condizioni del corpo, sezionato in maniera 'professionale', gli investigatori non cercano un esperto di 'chirurgia'. L'ipotesi è che qualcuno degli indagati avesse competenze per farlo, nonostante avessero svolto lavori solo da artigiani, per esperienze maturate in patria. (Ansa)
La Procura di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio di 16 persone tra ex dirigenti e revisori della vecchia Banca Marche (Bm), nel procedimento per il crac da un miliardo di euro dell'istituto di credito e della controllata Medioleasing. La decisione del gip Carlo Cimini arriverà entro marzo. Il giudice ha confermato Bm come responsabile civile. Le parti civili, tra cui Bankitalia, sono circa 2.800, tra obbligazionisti, azionisti e dipendenti, rappresentati anche da associazioni di consumatori.
L'Unione nazionale dei consumatori (2.683 assistiti), tramite l'avvocato Corrado Canafoglia, ha chiesto un sequestro conservativo di beni per 180 milioni a carico degli indagati e della vecchia BM: mobili, immobili, crediti, quote societarie; e di ordinare a BM e indagati di produrre i contratti assicurativi per responsabilità verso terzi. Nelle prossime udienze, la prima il 27 febbraio, parleranno i difensori: per alcuni imputati potrebbe essere chiesto l'abbreviato. Sulle istanze il gip deciderà alla fine. (Ansa)
Nell’ambito di un ulteriore impulso alla prevenzione e repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti sono state ulteriormente incrementate, con l’arrivo del nuovo Questore di Macerata dottor Antonio Pignataro, i servizi della Polizia di Stato volti ad un maggior controllo del territorio in guisa in particolare allo spaccio di droga.
Nel contesto dell’intensa attività operativa svolta nella giornata di lunedì sono stati effettuati numerosi controlli che hanno coinvolto 355 persone e 252 veicoli.
Durante la serata i poliziotti della Questura hanno tratto in arresto a Macerata un extracomunitario pluripregiudicato, perché trovato in possesso di un consistente quantitativo di sostanza stupefacente.
L’attività svolta dalla Polizia Stradale di Macerata ha consentito di contestare 29 contravvenzioni al Codice della Strada.
Quattro i denunciati nel pomeriggio di ieri 12 febbraio a Porto Recanati.
Tre di questi sono pakistani del 1989, trovati all'interno dell'Hotel House in possesso di strumenti per il confezionamento di stupefacenti, nonchè di 6 grammi di eroina e 20 grammi di sostanze da taglio.
Sono stati denunciati per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Sono tra l'altro risultati tutti e tre clandestini in quanto non in possesso del permesso di soggiorno.
Durante gli ulteriori controlli è stato poi denunciato un uomo di Castelfidardo per mancato rispetto del foglio di via obbligatorio.
C'è un quarto indagato, nigeriano, nell'inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro. Riguardano anche lui (oltre ai tre connazionali già fermati), accertamenti tecnici irripetibili disposti dalla Procura di Macerata per le ipotesi di concorso in omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere. Il giovane è stato sentito tra venerdì e sabato dagli inquirenti a Macerata - ha riferito il suo legale Paolo Cognini - e sottoposto a rilievi palmari e plantari. Un tecnico verrà incaricato di una perizia sul suo cellulare per individuare conversazioni, messaggi inviati e ricerche internet.
La perizia, evidentemente, ha lo scopo di verificare la presenza del quarto indagato, che si trova a piede libero, nell'appartamento di via Spalato 124 dove, ritiene l'accusa, sarebbe stata uccisa e poi fatta a pezzi la ragazza il cui corpo è stato trovato in due trolley il 31 gennaio a Pollenza. Intanto è in corso un nuovo sopralluogo dei carabinieri del Ris nell'appartamento di via Spalato. (Ansa)
Nel tardo pomeriggio di domenica, a Porto Recanati, sono stati denunciati un pakistano e un italiano per danneggiamento e tentato furto.
I due, per tentare di rubare una bicicletta legata ad un palo della segnaletica stradale, hanno divelto lo stesso: grazie alla segnalazione alle forze dell'ordine da parte di un cittadino, sono stati colti in flagranza di reato.
Le forze dell'ordine hanno inoltre denunciato il pakistano per detenzione di stupefacenti.
Nuovo sopralluogo dei Ris questa mattina nell'appartamento di via Spalato dove si sarebbe consumato l'omicidio di Pamela Mastropietro.
Alla presenza degli avvocati difensori delle tre persone al momento indagate, i tecnici del Ris stanno nuovamente ispezionando la casa di Innocent Oseghale alla ricerca di ulteriori elementi da acquisire, in particolare dattiloscopici e biologici come confermato nella giornata di domenica dal procuratore capo di Macerata Giovanni Giorgio.
"Macerata è al centro del Paese": così Massimo Giletti questa sera a Non è l'arena, in una puntata tutta dedicata ai fatti che negli ultimi dieci giorni hanno sconvolto la città intitolata "macerata: le due paure". In collegamento diretto dal suo studio di via Lorenzoni c'era l'avvocato Giancarlo Giulianelli, difensore di Luca Traini.
Diversi gli ospiti in studio, fra cui Alan Friedman, Alessandra Mussolini, Pippo Civati, Nunzia Di Girolamo, Vittorio Feltri, Alessia Morani.
"E' vero" ha esordito Giulianelli "mi giungono attestati di solidarietà da tutta Italia. Mi sono dato una spiegazione che tutto sommato è banale: ritengo che il gesto compiuto da Traini è da condannare e mi sembra sia stato condannato da tutte le forze politiche. Ma tanta gente, manifestando questa solidarietà nelle forme più disparate, non fa altro che evidenziare un problema che esiste e che per tanto tempo una parte politica ha utilizzato a sua favore fomentando il malcontento e un'altra parte ha totalmente dimenticato.
Il mio cliente non ha manifestato alcun segno di pentimento. Ha semplicemente detto che non si era reso conto di aver sparato verso una donna e si è detto dispiaciuto per aver raggiunto con un colpo questa signora. Nella sua ideologia le donne, gli anziani, i bambini, non devono essere oggetto di alcuna violenza".
Prima del secondo intervento di Giulianelli, è andato in onda un servizio girato dalla troupe di La7 a Macerata nei giorni scorsi, dove sono emerse dichiarazioni a tratti sconvolgenti. "Ce duvìa 'cchiappà meglio. Io non so razzista però stanno a fà una rottura de..." dice una signora intervistata. E la gran parte dei commenti sono dello stesso tenore.
Quando Giletti incalza la Morani sul perchè il Partito Democratico non abbia aderito alla manifestazione di sabato, la risposta è netta: "non ci vedrete mai in piazze dove si inneggia alle foibe o dove si picchiano poliziotti. Il Partito Democratico è altro. Ci vedrete il 18 in una bella manifestazione pacifista. Noi abbiamo raccolto l'invito del sindaco di Macerata a fermarsi un attimo per dare il tempo a una città sconvolta di riprendersi".
Giletti per qualche secondo fa anche riferimento alla mafia nigeriana e ai riti che potrebbero essere all'origine dell'omicidio di Pamela Mastropietro, poi la linea torna a Giulianelli che conferma come quello fra Traini e la Lega sia stato solo "un innamoramento estivo. Anche Luca mi ha confermato di essersi messo in lista a Corridonia come riempitivo. Il ragazzo mostra dei disturbi comportamentali evidenti a tutti e penso non si faccia fatica a riconoscere in lui un soggetto con delle problematiche che sono emerse in maniera eclatante col gesto che ha compiuto. Anche la sua vita passata dimostra la sua incapacità di intendere e di volere. In certe situazioni certe ideologie hanno fatto particolarmente presa su questo ragazzo. Quando sono con lui ho una sensazione di profonda tristezza perchè è un ragazzo sostanzialmente buono. Sto raccogliendo anche testimonianze sotto questo punto di vista. Puoò sembrare assurdo per il gesto che ha fatto, ma è un ragazzo con delle idee politiche particolari che nessuno ha mai pensato potessero sfociare in gesti come quello di Macerata". L'avvocato conferma anche che Traini ha portato un cero con l'effige di Mussolini nel punto in cui sono stati trovati i trolley contenenti i resti di Pamela.
Il successivo servizio parla della fiera delle armi di Vicenza. Anche qui vengono sentite alcune persone e una dice: "Traini ha sparato sette colpi e non ha ammazzato nessuno... andasse a giocare a calcio".
Sulla facilità di procursarsi droga nelle nostre città, ormai ci sono pochi dubbi, data la quantità massiccia di stupefacenti circolanti, spesso denunciata dalle autorità e dalla presenza di folta schiera di spacciatori, non solo di "professione".
Nell'ultima puntata della trasmissione radiofonica La Zanzara, andata in onda su Radio24, è stata trasmessa la registrazione di una telefonata ad uno spacciatore di colore di Macerata, probabile conoscente di Gideon Azeke, il ghanese ferito Luca Traini durante il suo folle raid.
Dopo una prima telefonata in cui il pusher è molto diffidente per via del numero privato, ne segue una seconda, con il numero visibile, in cui con pochissime parole si riesce ad ottenere un appuntamento per comprare droga senza problemi.
Il commento finale del conduttore è una desolante ammissione di quanto sia facile oggi procurarsi della droga, "di una facilità impressionante" e come dargli torto?
L'indagine sull'omicidio di Pamela Mastropietro è tutt'altro che conclusa. E altri cittadini nigeriani sono stati interrogati perchè si presume coinvolti in questa vicenda.
A parlare è il procuratore capo della Repubblica di Macerata, Giovanni Giorgio, che smentisce il fatto che le indagini sulla morte della diciottenne romana siano terminate dopo il fermo di altri due cittadini nigeriani.
"Siamo in attesa di conoscere l’esito dei numerosi accertamenti di laboratorio - effettuati ed ancora da effettuare nei prossimi giorni - da parte del Ris dei carabinieri di Roma in relazione:
- alle impronte rilevate ed ai prelievi biologici acquisiti all’interno dell’abitazione ove ragionevolmente si sono svolti i fatti per cui si procede, nella disponibilità dell’indagato Oseghale, attualmente sottoposto a misura carceraria;
- alla comparazione dei dati acquisiti e da acquisire ancora nei prossimi giorni con i profili dattiloscopici e biologici di tutti gli indagati, di cui quelli sopraggiunti, dei due soggetti, ora sottoposti a provvedimento di fermo di indiziati di reato..
Si attendono inoltre" spiega il procuratore Giorgio "le risultanze definitive delle indagini in corso ad opera dei medici legali e dell’esperto in materia di tossicologia e degli esperti in materia di indagini telefoniche ed informatiche in materia di telecomunicazioni.
Saranno sentiti anche altri testimoni.
In particolare, si evidenzia che nella nottata tra il 9 e il 10 febbraio , l’esame dei primi dati forniti dagli esperti in materia telefonica consentiva innanzitutto di acquisire la ragionevole certezza che nella giornata del 30 gennaio scorso la persona che usava il telefono, di cui non si conosceva ancora minimamente l’identità, ma solo il nomignolo attribuitogli dagli altri coindagati, appariva essere stato presente con apprezzabile continuità temporale all’interno dell’abitazione dell’Oseghale e risultava altresì aver avuto – nella medesima giornata- apprezzabili contatti telefonici con gli altri indagati.
Si acquisiva altresì consapevolezza del fatto che detta persona stesse progressivamente allontanandosi nella nottata verso la lombardia.
A quel punto, il procuratore ha ritenuto necessario farlo localizzare, posto che la sua presenza fisica risultava indispensabile, ai fini delle ulteriori indagini anche di natura scientifica.
Pertanto, in piena notte, ha deciso di attivare le opportune indagini al fine di controllare i movimenti dell’utilizzatore, allora ancora ignoto del telefono cellulare.
Una volta ottenuta la ragionevole certezza che il soggetto si trovasse all’interno della stazione ferroviaria di Milano in partenza per altra località, tramite il Comando provinciale dei carabinieri di Macerata sono stati immediatamente avvertiti i carabinieri del Comando provinciale di Milano che è riuscito a rintracciarlo prontamente.
D’intesa con la Procura di Milano, una volta fermato, il giovane, privo di documenti, è stato condotto presso il Comando provinciale dei carabinieri di Macerata, per la sua identificazione e sottoposizione a rilievi fotosegnaletici e biologici, in vista delle successive indagini di natura scientifica.
Anche l’altro cittadino nigeriano già coinvolto - ancora a piede libero - nelle indagini, sulla base delle sopraggiunte risultanze investigative a suo carico, è stato sottoposto a rilievi dattiloscopici e biologici.
Quindi, il procuratore, d’intesa con il sostituto procuratore contitolare delle indagini, ha deciso di procedere ad urgente interrogatorio di ambedue i cittadini nigeriani, in presenza dei rispettivi difensori, nonchè di sentire altri cittadini nigeriani risultati coinvolti nella vicenda.
I due indagati hanno risposto alle domande loro formulate tramite interprete.
Le indagini – svolte con la costante collaborazione dei carabinieri di Macerata - sono state accelerate e condotte necessariamente senza sosta di giorno e di notte, al fine di raccogliere elementi indiziari di rilievo probatorio consistente in danno dei due cittadini nigeriani, di cui appariva concreto anche il rischio di fuga.
L’attività investigativa sinora svolta ha raggiunto risultati da ritenersi ancora provvisori, posto che gli accertamenti di natura scientifica hanno tempi fisiologicamente non brevissimi.
Non è intenzione di questo ufficio seguire o acconsentire di fatto a procedure di giustizia sommaria più che mai in una vicenda così delicata.
Colgo l’occasione" conclude il dottor Giorgio "per ringraziare quanti stanno cooperando con i il massimo impegno ad indagini obiettivamente molto impegnative".
Colpo ai danni dell'edicola tabaccheria di Alberto Fiastrelli in corso Garibaldi a Passo di Treia.
Una banda di malviventi, molto probabilmente professionisti per il modo in cui hanno agito, la notte scorsa ha prima segato la serranda della tabaccheria e poi ha abbattuto la porta riuscendo a penetrare all'interno. Un'operazione che ha richiesto sicuramente del tempo prima di essere portata a termine.
Secondo una prima stima, il bottino complessivo ammonta a circa seimila euro. Le forze dell'ordine sono alla ricerca di testimonianze da parte di qualcuno che possa aver notato qualcosa, visto che la tabaccheria si trova su una via trafficata anche di notte, in modo particolare nel fine settimana.