Un cittadino albanese di 54 anni è stato deferito dai Carabinieri per ubriachezza molesta, oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di indicazione di identità personale. È accaduto questa mattina intorno alle 11 presso il bar "Zazzaretta" dove l'uomo, un operaio già noto alle forze dell'ordine, ha iniziato a rivolgere invettive ai carabinieri pretendendo che questi si allontanessero dal bar e che il barista gli somministrasse ulteriori beveande alcoliche.
L'uomo, visibilmente ubriaco, si è inoltre rifiutato di fornire le proprie generalità ai carabinieri ai quali ha sputato. Per questo motivo i militari hanno denunciato il 54enne.
Nel pomeriggio di ieri gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Civitanova Marche hanno tratto in arresto un 51enne di origini campane in esecuzione di un provvedimento emesso dall’Ufficio Esecuzioni penali di Macerata.
L’uomo, tossicodipendente, dedito ai furti in appartamento, arrestato e denunciato più volte per furto, incendio, ricettazione e per reati connessi agli stupefacenti, a seguito di una serie di sentenze passate in giudicato e ad un conseguente cumulo di pene, dovrà espiare la pena di 5 anni e due mesi di reclusione. L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso il carcere di Fermo.
Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di controllo del territorio svolti lungo la fascia costiera, dopo alcuni giorni di intense ricerche hanno rintracciato un pericoloso cittadino pakistano pluripregiudicato dedito allo spaccio di droga già arrestato e denunciato in passato per reati connessi al traffico di stupefacenti. Lo stesso, colpito da Ordine di espulsione verrà accompagnato in data odierna presso il C.P.R. di Bari da dove verrà traferito nel proprio paese.
Stava spalando la neve davanti alla sua abitazione, ma improvvisamente, quasi certamente a causa di un malore, è crollato a terra ed è mort.
La vittima è un uomo di 80 anni di Macerata che nel pomeriggio di oggi aveva deciso di liberare dalla neve l'accesso alla sua abitazione in via Arcangeli. Si è armato di pala e ha iniziato a lavorare, quando all'improvviso è crollato a terra.
Subito soccorso, per lui, purtroppo, non c'è stato nulla da fare. I sanitari del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Sulla testa l'uomo aveva una ferita, probabile conseguenza della caduta a terra.
Una giovane tolentinate classe 1996 è stata denunciata dai carabinieri per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
La ragazza, nubile, disoccupata e incensurata, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, è stata trovata in possesso di 10 grammi di marijuana, 3 di cocaina e di materiale per il confezionamento dello stupefacente.
Nonostante le condizioni meteo avverse che in questi giorni hanno investito anche la nostra provincia, continuano i servizi della Polizia di Stato e delle altre Forze di Polizia, volti ad un maggior controllo del territorio ed in particolare al contrasto allo spaccio di droga.
La notte scorsa verso le ore 3.30, la “Volante” ha sventato un furto ai danni della cassa del parcheggio dell’ospedale Civile di Macerata, Gli agenti sono infatti intervenuti nei pressi del nosocomio e hanno notato due soggetti che alla vista dell’auto della Polizia hanno abbandonato a terra una borsa dandosi a precipitosa fuga a piedi. All’interno della borsa c'erano due computer portatili che risultavano essere stati rubati poco prima dal box dove è ubicata la cassa del parcheggio la cui porta di ingresso era stata forzata. I due computer sono stati restituiti ai legittimi proprietari.
Nella giornata di mercoledì, anche con l’ausilio di personale dei Reparti Prevenzione Crimine di Perugia e Pescara, sono stati controllati tutti i luoghi di aggregazione di cittadini extracomunitari e frequentati da tossicodipendenti. Nel corso dei servizi è stato rintracciato un cittadino ucraino di 35 anni con precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio il quale risultava clandestino sul territorio nazionale. L’uomo, già arrestato in passato per violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento nonché denunciato per furto, ricettazione, porto di strumenti atti allo scasso e all’offesa della persona nonché per reati inerenti gli stupefacenti, con molta probabilità stava effettuando sopralluoghi per il compimento di furti da mettere a segno nella zona. L’uomo è stato munito di decreto di espulsione.
Nell’ambito dell’attività “anti molestie” posta in essere dalla Polizia di Stato nei parcheggi antistanti i supermercati, nel pomeriggio di ieri sono stati identificati e allontanati alcuni extracomunitari. Tra questi un uomo di origini nigeriane sprovvisto di documenti che è stato portato in ufficio per essere identificato.
Nel corso dei servizi sono state identificate 257 persone e controllati 125 veicoli. La Polizia Stradale ha elevato 13 verbali per violazioni al codice della strada e ritirato una carta di circolazione
Denunciato a Civitanova un tunisino classe 1985 per furto aggravato in un'abitazione.
Infatti, lo scorso 8 febbraio l'uomo aveva forzato la finestra di un'abitazione al piano terra e dopo essere entrato all'interno, aveva sottratto alcuni gioielli per un valore di 300/400 euro.
Dall'analisi di alcuni filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza, i carabinieri sono riusciti ad identificarlo.
Il gip di Macerata Domenico Potetti ha convalidato il fermo di Muhammad Riaz, 44 anni pakistano, padre di Azka la 19enne morta il 24 febbraio scorso dopo essere stata anche investita da un'auto nella zona di Trodica di Morrovalle. L'uomo resterà in carcere: accogliendo l'istanza del pm Micaela Piredda, il giudice ha ritenuto sussistenti il pericolo di fuga e di reiterazione del reato.
Riaz, accusato di omicidio preterintenzionale, è indagato anche per maltrattamenti in famiglia legati al fatto che la giovane avrebbe voluto una maggiore libertà. Nel convincimento del gip è prevalsa la tesi che la 19enne, sulla quale l'autopsia ha ravvisato traumi da schiacciamento e la frattura della mandibola, al momento dell'incidente sia finita distesa sull'asfalto o perché stava fuggendo dal padre o perché sotto choc dopo essere stata picchiata. Il difensore di Riaz, l'avv. Francesco Giorgio Laganà, ha contestato questa tesi e ha annunciato che farà ricorso a Tribunale del riesame. (Ansa)
Un odio feroce. Frasi di una cattiveria senza confine che probabilmente non si direbbero neanche al peggior nemico.
Contro Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, negli ultimi giorni si è scatenata una campagna denigratoria inaudita. A scatenare i "giustizialisti" della tastiera, una foto che ritrae Alessandra e il compagno dopo la nevicata a Roma con una palla di neve in mano.
Un sorriso inaccettabile per la morale internettiana, dove tutti sono pronti a giudicare e a puntare il dito. Anche contro una mamma che ha perso una figlia 18enne e l'ha rivista per l'ultima volta fatta in venti pezzi, scuoiata dentro due valigie. Nessuna vergogna, nessuna remora nello scrivere frasi che riportiamo nelle immagini allegate. Addirittura, c'è una tizia per la quale avrebbe sofferto di più lei quando le è morto il coniglio (sic! non stiamo scherzando...) che Alessandra per la scomparsa di Pamela.
In un post, Alessandra Verni si sfoga e dice "Sapete quanto piango da sola tutti i giorni? Sapete il dolore atroce che si prova dentro? Sapete le cose che vorrei dire ma non posso per le indagini per far aprire gli occhi anche a voi? Sapete che così non è più vita. Sapete la forza che mi sta dando mia figlia Pamela per scoprire tutta la verità e la sporcizia che ruotano intorno a noi? Sapete o non sapete un ca...? Non smetterò mai di gridare in tv, sui social, per strada, fino ad arrivare finalmente in tribunale per avere giustizia". Insomma, la mamma di Pamela dice senza mezzi termini di essere a conoscenza di cose che, al momento, non possono essere dette per non intralciare le indagini. E forse solo grazie a lei, alla sua tenacia, al suo apparire in tv "coi capelli fatti" (neanche fosse una parrucchiera...) un giorno, immaginiamo non troppo vicino, qualcuno dirà la verità su come è morta Pamela, su chi l'ha ammazzata e su cosa c'è dietro.
Per chiudere, condividiamo e sottoscriviamo un pensiero del collega Carmelo Abbate pubblicato sulla pagina Facebook di Quarto Grado: "Per nessuna ragione al mondo sarebbe mai dovuta finire sul banco degli imputati, il suo posto era in quello delle vittime.
Non doveva confessare colpe o ammettere eventuali responsabilità intime e profonde, ma chiedere la verità e pretendere assunzioni di responsabilità, a tutti i livelli. Eppure Alessandra non ha nascosto il tunnel che ha dovuto attraversare insieme con la figlia Pamela, la quale non è stata abbandonata per strada dalla famiglia fino a quando un giorno è stata uccisa. A qualcuno forse sfugge che pur nelle difficoltà, la sua famiglia le è sempre stata vicina, tanto che Pamela si trovava in una comunità specializzata, non in una casa occupata. Ho letto tante critiche per quello che ho detto ieri sera in diretta, qualcuno mi ha addirittura definito immorale. Immorale? Mah!Ribadisco: personalmente ho vissuto le parole di Alessandra come una grande dimostrazione di dignità.Poi, capisco, sempre più giudicare è meglio che fottere".
Anche se la perizia completa non è stata ancora depositata, una prima certezza sulla morte di Pamela Mastropietro c'è già. La ragazza è stata uccisa a coltellate (due ferite riscontrate all'altezza del fegato) e con un colpo alla testa. Esclusa a questo punto in maniera netta e definitiva l'ipotesi della morte per overdose, sostenuta ancora oggi da Innocent Oseghale.
Proseguono intanto gli interrogatori per cercare di fare luce su quanto successo nell'appartamento di via Spalato a Macerata, anche se gli elementi più importanti dovrebbero arrivare dalla perizia sulla quale stanno lavorando i medici legali Mariano Cingolani, Dora Mirtella e Roberto Scendoni, e il tossicologo Rino Froldi. A questi si sommeranno i rilievi del Ris di Roma per capire chi era in quella casa quando è stato consumato il tremendo delitto di cui ad oggi sono indagati in quattro: Innocent Oseghale, Lucky Desmond e Awelima Lucky, attualmente in carcere, e Anthony Anyanwu, in stato di libertà.
Pamela ha assunto eroina il giorno in cui è stata uccisa, ma non è stata la droga ad ucciderla. I rilievi medico-legali hanno evidenziato tracce di morfina negli organi della ragazza, incompatibili che una overdose. Infatti, in quest'ultimo caso la droga provoca una crisi immediata per via della quale la circolazione del sangue si blocca e lo stupefacente rimane nei pressi del punto in cui è stato assunto o iniettato.
E' stato, dunque, un efferato omicidio e l'esclusione dell'overdose dalle cause di morte smentirebbe quanto asserisce ancora oggi Oseghale che, anche di fronte al nuovo avvocato, sostiene che Pamela si sia sentita male dopo aver assunto eroina.
Procedure anomale e parecchio oro scomparso dopo il pignoramento. Finisce in tribunale una storia torbida che vede protagonista il gioielliere di San Severino Danilo Panebianco e un ufficiale giudiziario.
Tutto inizia nel 2013, quando Panebianco si ritrova a dover pagare un insoluto ad una ditta di orologi per un importo di novemila euro. Il gioielliere propone alla ditta un rientro bonario con degli assegni, ma la risposta è negativa. L'azienda vuole l'intero importo per bonifico.
"Non avevo tutti quei soldi" spiega Panebianco "e nel frattempo è partita la procedura di pignoramento". Dopo circa un mese, l'avvocato della ditta di orologi contatta il gioielliere proponendo l'accettazione degli assegni ai quali però sarebbero stati da aggiungere altri seimila euro di spese legali.
"Di fronte a questa proposta, sono stato io a rifiutare" dice Panebianco che si ritrova l'ufficiale giudiziario in negozio per un primo pignoramento. "Mi hanno pignorato merce per un valore di mercato di 23mila euro valutandola solo 3mila euro. Questa cifra non copriva la somma dell'insoluto, così c'è stato un secondo pignoramento. L'ufficiale giudiziario stavolta era una signora di Camerino, in passato mia cliente e appassionata di oro. Quando è venuta per il pignoramento, mi ha intimato di aprirle la cassaforte, malgrado la avessi invitata a scegliere altri oggetti ma la sua risposta è stata che lei era interessata solo all'oro. Era un mio diritto: nessun rifiuto di darle la merce. Di fronte alla mia richiesta, l'ufficiale giudiziario ha chiamato i carabinieri e una volta aperta la cassaforte ha preso la merce non tenendo in considerazione il valore dei diamanti. Ha quantificato solo in oro, pesato tutto sulla mia bilancia, e messo in un sacchetto. Ha portato via tutto senza mettere sigilli o catalogare la merce pignorata, senza darmi neanche la possibilità di fotografare quello che stava prendendo".
In un paio di giorni, Panebianco riesce ad ottenere un mutuo grazie al quale riscatta la merce pignorata per circa 10mila euro, ma quando si ritrova a controllare il contenuto capisce che qualcosa non torna. "Il cancelliere del tribunale mi ha portato la busta con gli oggetti perfettamente sigillata mentre quando era uscita dal negozio non era così- Pesandola, ci siamo accorti che mancavano oltre 60 grammi di oro su un totale di 650 grammi, oltre a dei diamanti chenon erano stati quantificati. Insieme all'ora nella busta c’erano anche delle paccottiglie da bancarella, mentre l'ufficiale giudiziario da me aveva preso solo oro. Era chiaro che c’era il dolo, aveva sostituito diverse cose. Ho fatto subito la denuncia (seguito dall’avvocato Marco Massei) e oggi, dopo le indagini, la donna è accusata di peculato non solo nei miei confronti. A seguito di questo evento ho attacchi di tachicardia, non sono riuscito più a a farmeli passare, mi sono fidato delle istituzioni. Ora voglio essere risarcito per tutti i danni che mi sono stati causati, ma soprattutto perchè io mi sono comportato da persona onesta quale sono. lei no".
L’Amministrazione comunale di Macerata esprime sdegno e ferma condanna per il gesto violento compiuto da ignoti ai danni della sede maceratese del Gus - Gruppo Umana Solidarietà. Esprime solidarietà al presidente e ai lavoratori del Gus, ai volontari e ai giovani inseriti nei percorsi di inclusione, impegnati in prima linea nell’accoglienza dei migranti richiedenti asilo al fianco di tante amministrazioni e insieme a tante altre associazioni umanitarie come la Caritas e la Croce Rossa.
L’appello del sindaco Romano Carancini è quello di tornare alla socialità che ha sempre contraddistinto Macerata, di riporre le appartenenze e reagire uniti nella condanna di ogni forma di violenza sia nelle parole che nei gesti. E’ un appello all’unità, alla compostezza, ai toni pacati per tenere alto il dialogo democratico attraverso cui, nel rispetto delle opinioni differenti, i cittadini possano tornare a ritrovarsi nell’essenza autentica di Macerata città aperta e solidale.
Anche il gruppo politico Csa Sisma esprime la propria solidarietà al Gus: "Ieri si è consumata l’ennesima aggressione di stampo razzista a Macerata, in pieno giorno sono state infrante a colpi di pietre le vetrate della sede in Piazza Mazzini del GUS. Vogliamo esprimere la nostra vicinanza al GUS, a tutti i suoi operatori ed in particolare a chi era presente all’interno dell’ufficio al momento dell’aggressione.
Questo episodio gravissimo ci dice che il clima sul quale dovremmo interrogarci tutti non è quello che riguarda le precipitazioni nevose che stanno interessando le nostre città, c’è un altro genere di clima dal quale occorre salvaguardare i territori, le strade, le nostre vite. Queste raffiche d’odio non provengono da nord est e non se ne andranno con l’arrivo del sole, è responsabilità di tutti intervenire per evitare che si ripetano nuovamente. Sono chiare le responsabilità di chi in questi mesi e in questi anni ha alimentato il clima di paura ed intolleranza speculando su di esso.Come CSA Sisma vogliamo ripetere ancora una volta con forza che tutto ciò non è accettabile, se qualcuno pensa che queste aggressioni possano rientrare nella normalità o che Macerata possa tollerarle si sbaglia di grosso. Chi pensava che a questo clima si potesse rispondere con il silenzio ha pericolosamente sottovalutato la situazione. Difendere le strade, le piazze e i luoghi di lavoro deve essere opera collettiva e presa di parola quotidiana, come abbiamo ripetuto più volte in occasione della grande manifestazione del 10 febbraio: le strade sono di chi ama".
Carambola fra diversi mezzi questa mattina a Corridonia, lungo la strada che scende verso Piediripa.
Poco dopo il cimitero, quasi certamente a causa del ghiaccio formatosi sulla sede stradale a seguito delle forti gelate notturne, sono stati ben sei i mezzi coinvolti nell'incidente a seguito del quale, fortunatamente, non si sono registrati feriti.
Inevitabilmente, il traffico, già difficoltoso per le condizioni della strada, ha subito ulteriori rallentamenti. Si raccomanda la massima attenzione lungo tutte le strade della provincia e di evitare di mettersi in macchina se non strettamente necessario.
(Foto dal web)
Sarebbe stata causata da un trauma da schiacciamento dovuto all'investimento da parte di un'auto e non a eventuali percosse subite la morte della 19enne pakistana Azka Riaz a Trodica di Morrovalle il 24 febbraio. Lo ha riferito l'avv. Francesco Giorgio Laganà difensore del padre di lei, Muhammad Riaz, 43 anni, ora in stato di fermo con l'accusa di omicidio preterintenzionale.
L'udienza di convalida si terrà mercoledì 28 febbraio. Gli inquirenti sospettano che l'uomo, già denunciato per maltrattamenti in famiglia in un procedimento nel quale la ragazza avrebbe dovuto testimoniare, sia stato il responsabile del decesso della giovane che sarebbe stata investita dall'auto quando era già morta o agonizzante. Dopo l'autopsia eseguita oggi dal medico legale Roberto Scendoni, l'avvocato sostiene che le tumefazioni riscontrate "non sono tali da far supporre che fosse stata ridotta in fin di vita o tramortita prima dell'incidente".
Indagato per omicidio colposo il conducente dell'auto.
(Fonte Ansa)
Questa sera a Striscia la notizia Moreno Morello è tornato a occuparsi delle plusvalenze nella compravendita di giocatori dei settori giovanili di alcune squadre di calcio italiane, che hanno portato la Figc ad aprire un’inchiesta. Uno degli escamotage utilizzati dalle società per sistemare i propri bilanci è quello dei “calciatori gemelli”: due squadre effettuano lo scambio e la compravendita di due giocatori allo stesso prezzo (anche 1 milione di euro) e poi li danno via in prestito.
Moreno Morello ha sentito alcuni calciatori che avevano militato nel Vicenza, Pescara Calcio, Ascoli e Cesena, protagonisti di questo meccanismo, ma tutti ignari del valore esorbitante che era stato loro attribuito al momento della cessione.
In provincia di Macerata sono stati sentiti due giovani calciatori, Simone Tonelli del Matelica e Andrea Mandorlini dell'Helvia Recina. Il primo è stato protagonista di uno scambio fra Vicenza e Cesena con una valutazione di un mlione e duecentomila euro. Mandorlini, invece, è stato ceduto dall'Ascoli al Vicenza per ottocentomila euro. Entrambi, intervistati per Striscia da Roberto Scorcella di Picchio News per le riprese di Giuseppe Isidori, hanno confermato di non essere mai stati a conoscenza del loro valore di mercato.
Così come ha confermato anche il presidente del Matelica Mauro Canil che ha detto: "l'unica plusvalenza che abbiamo a Matelica è il verdicchio", inviandone alcune bottiglie in dono a Moreno Morello e alla redazione di Striscia.
Tensione sempre altissima a Macerata. La sede del Gus, l'associazione che si occupa dell'inclusione dei migranti a Macerata e non solo, è stata infatti oggetto di atti di vandalismo. Ignoti hanno lanciato contro le vetrine dell'associazione dei mattoni.
L'accaduto è stato denunciato alle autorità competenti. La vicenda è stata stigmatizzata da Lara Ricciatti (Liberi e Uguali) per la quale "quando si alimenta un clima di odio il risultato non può che essere quanto accaduto alla sede del Gus di Macerata. Una realtà che si è sempre impegnata per favorire una piena integrazione dei richiedenti asilo e che, dopo la tentata strage del 3 febbraio scorso, si ritrova bersaglio di insulti e, proprio oggi, di un atto inqualificabile.
Riversare la propria frustrazione, utilizzando tra l'altro mattoni, contro chi lavora per migliorare questa nostra società non è assolutamente tollerabile. Ed è proprio chi si è reso responsabile di una simile aggressione di chiara connotazione razzista che si rende, ancora una volta, responsabile di un clima che danneggia la città di Macerata, la sua provincia e tutto il territorio regionale.Al Gus, ai suoi operatori e a tutti i giovani inseriti nei vari percorsi d'inclusione, va la mia solidarietà e quella di tutta la comunità di Liberi e Uguali".
Scende dall'auto per scaricare delle cose e gliela rubano sotto gli occhi. Il furto è avvenuto oggi a Montecosaro, in via Ciarrocchi. Il proprietario della macchina, un 67enne di Civitanova Marche, ha parcheggiato la sua auto, un'Opel Zafira lasciando lo sportello aperto e le chiavi inserite sul cruscotto perché doveva compiere delle operazioni di carico e scarico.
Il ladro vedendo l'auto accesa e aperta è salito all'interno, ha tolto il freno a mano ed è partito. Il proprietario che si è visto rubare l'auto sotto gli occhi ha provato a fermare il ladro ma non è riuscito nell'impresa.
Sull'accaduto indagano i carabinieri di Civitanova.
Muore a soli 55 anni Audio Carassai di Belforte.
Carassai è morto all'ospedale di Macerata dove era stato ricoverato per essere stato colpito prima da una polmonite e poi da una serie di complicazioni che l'hanno portato al decesso.
Conosciutissimo nel suo paese ma anche a Tolentino, dopo essere stato costretto a lasciare la sua abitazione resa inagibile dal terremoto viveva in una stanza della Locanda Bonfranceschi, sempre a Belforte. Attivo nella vita del paese e amico di tutti, partecipava sempre come volontario alle sagre ed era noto per la sua passione per la pesca.
Per il sindaco di Belforte Roberto Paoloni "Una tragica notizia che addolora tutta la comunità belfortese dove Audio era amatissimo e conosciuto da tutti. Esprimo alla famiglia sincere condoglianze".
Audio Carassai lascia la cognata e quattro nipoti.
La mamma di Alessandra Verni, nonna di Pamela Mastropietro, scrive alla trasmissione Quarto Grado. Nella lettera la donna risponde agli attacchi subiti dalla figli, sottolineando quali sono i motivi per i quali Alessandra è apparsa in tv dopo la terribile morte della nipote, uccisa e poi fatta a pezzi.
Giovanna Rita Bellini, questo il nome della donna, difende con queste righe la figlia spiegando che la sua non è voglia di apparire, mostrarsi, ma volontà di difendere la memoria di Pamela dallo sciacallaggio mediatico alla quale è stata sottoposta.
"Vuole tenere accesi i riflettori - spiega - affinché le indagini non vengano chiuse prima di avere tutte le risposte". Una necessità di avere risposte, dunque, sostenuta come lei stessa afferma dall'intera famiglia.
Ecco la lettera.
"Sono la madre di Alessandra Verni.
MI rivolgo ai detrattori (soprattutto donne e forse madri) di mia figlia.
Mia figlia non piange davanti alle telecamere.
Nella nostra famiglia, e nelle famiglie di origine, abbiamo imparato che c'è un luogo per ogni emozione: le lacrime in casa, la dignità dell'apparire (fatta anche di cura della persona) all'esterno.
In televisione Alessandra va non per mettere in piazza il dolore ma per pretendere verità e giustizia per sua figlia, quella verità, prima di tutto, che potrebbe essere scomoda perché mette in discussione ciò che oggi è politicamente corretto.
In televisione Alessandra va per mantenere accesi i riflettori sulla efferata uccisione della figlia, per porre interrogativi, perché le indagini non vengano chiuse prima di avere tutte le risposte e non solo sui responsabili materiali della tremenda fine della figlia.
In televisione Alessandra va per difendere la figlia dallo sciacallaggio dei media con informazioni affrettate e non documentate.
Ma in televisione Alessandra ha parlato anche chiaramente senza vergogna del dramma del periodo nero della droga, ha parlato di furti e di denunce, ha parlato di ricerche nei quartieri dello spaccio.
Alessandra ritiene di non doversi rimproverare niente come madre. Si rimproverano forse i genitori dei tantissimi ragazzi anche minorenni che il sabato sera affollano le discoteche (luoghi dove notoriamente gira alcol e all'esterno droga)? Si rimproverano genitori anche dei quartieri bene delle città - dei figli che frequentano scuole al cui esterno c'è spaccio di droga? Si rimproverano i genitori dei figli che occupano le scuole e partecipano ad autogestioni che non sono certo progetti scolastici? Si rimproverano i genitori dei tantissimi giovani che riempiono la miriade di comunità terapeutiche per tossicodipendenti? Si rimproverano i genitori che insultano gli insegnanti che segnalano anomalie nell'andamento scolastico o comportamentale dei figli? Si rimproverano i genitori dei ragazzi che - anche minorenni - si "fanno una birretta" (che poi non è una sola)? Si rimproverano genitori favorevoli alla liberalizzazione delle droghe cosl dette (con una colpevolissima ignoranza di comodo) leggere?
Alessandra va in televisione - sempre accompagnata e sostenuta dal fratello avvocato - perché, se è vero che un tempo i processi si celebravano esclusivamente nelle aule di giustizia, oggi il processo è prima ancora mediatico. Prova ne è che i detrattori di Alessandra, che potrebbero cambiare canale, stanno invece anch'essi incollati allo schermo del televisore prima, alla tastiera del computer poi.
Verrà il tempo in cui Alessandra potrà vivere il suo dolore. Ora il suo ruolo di madre le impone altro. Ancora una volta non può pensare a se stessa, ma prioritariamente alla figlia, per difendere il suo diritto alla verità e alla giustizia.
E in questo è pienamente sostenuta dalla famiglia, una famiglia normale come tante, che ha fatto rete intorno alla madre e al padre (non dimentichiamo che Pamela ha un padre, sia pur separato come tanti), con ruoli anche formalmente distinti (lo zio avvocato, la sottoscritta anche nel ruolo dell'amministratore dl sostegno, scelto dagli stessi genitori) proprio per alleggerire se possibile il loro percorso (che volevamo, insieme a Pamela, che si concludesse in ben altro modo) a cul nessuno -vi assicuro - è preparato.
Giovanna Rita Bellini
Madre di Alessandra
Nonna di Pamela"
Nell’ambito delle attività mirate alla prevenzione e repressione dei reati, sono state ulteriormente incrementati, con l’arrivo del nuovo Questore di Macerata Antonio Pignataro, i servizi della Polizia di Stato e delle altre Forze di Polizia, volti ad un maggior controllo del territorio ed in particolare al contrasto allo spaccio di droga.
A seguito delle attività di controllo, la Divisione Anticrimine della Questura, diretta dal dottor Andrea Innocenzi (foto), ha curato l’istruttoria per l’adozione di sei fogli di via obbligatorio nei confronti di alcune persone identificate nei comuni di Porto Recanati, San Severino Marche e Tolentino.
I provvedimenti, emessi dal Questore, sono stati notificati a tre giovani italiani delle province limitrofe, sorpresi nei pressi delle strutture dell’Hotel House e del River Village, giunti a Porto Recanati per l’acquisto di sostanze stupefacenti.
Due persone controllate a San Severino Marche ed una a Tolentino, gravate da precedenti di Polizia, poiché la loro presenza appariva sospetta e pericolosa per la sicurezza pubblica, sono stati fatti oggetto di analogo provvedimento con divieto di fare ritorno nel territorio in quei Comuni per tre anni.
Due pregiudicati, già colpiti dallo stesso provvedimento, avendolo violato in più occasioni, sono stati proposti da parte della Divisione Anticrimine all’Autorità Giudiziaria per l’applicazione della misura della sorveglianza speciale di P.S.
Un cittadino nigeriano, rintracciato a Macerata dalla Squadra Mobile, irregolare con le norme di soggiorno sul territorio nazionale, è stato colpito da provvedimento di espulsione da parte del Questore.
Continua, intanto, l’attività di controllo agli ingressi dei centri commerciali per contrastare il fenomeno delle molestie ad operatori commerciali ed agli utenti. Sorpresi alcuni cittadini extracomunitari, che sono stati identificati ed accompagnati negli Uffici di Polizia per i controlli del caso.
Quattro cittadini extracomunitari, tutti originari del Gambia, sono stati sorpresi in un sottopasso della città e denunciati per accensione pericolosa, in quanto avevano acceso un fuoco creando una situazione di pericolo. Uno dei quattro è stato anche denunciato per la detenzione illecita di sostanza stupefacente.
I controlli su strada effettuati anche lungo la costa da parte di personale della Squadra Volante e della Sezione Polizia Stradale hanno consentito di controllare complessivamente nella notte tra sabato e domenica 330 persone, 250 veicoli, di elevare 62 contravvenzioni, di ritirare 4 patenti per guida in stato di ebbrezza nei confronti di altrettanti giovani, uno dei quali è risultato anche positivo ai test antidroga. I servizi sono stati effettuati anche con l’ausilio dell’Ufficio Mobile di Polizia (Camper) e la presenza sul posto del medico della Polizia di Stato.
Paura questa mattina in località Roti di Pieve Torina, dove una casetta con le ruote è andata a fuoco per cause ancora in corso di accertamento.
Dai primi sopralluoghi, l'incendio sarebbe partito dall'interno della struttura dove c'erano anche due bombole di gas. E' stata proprio la presenza delle bombole a causare le preoccupazioni maggiori, in quanto sarebbero potute esplodere da un momento all'altro. Sono stati i carabinieri a portarle fuori e ad evitare il peggio. I vigili del fuoco hanno poi domato le fiamme, ma la casetta è praticamente andata distrutta.
Non si registrano fortunatamente persone ferite.