Il president della Camera dei Deputati, Roberto Fico, sarà presto nelle Marche per visitare le cittadine più colpite dal sisma. Lo ha annunciato sul suo profilo Facebook, sottolinenando che la risposta dello Stato in questi due anni non é stata abbastanza efficace.
“Nelle scorse settimane – scrive il president nel suo post - fra i tanti messaggi di auguri ricevuti per la mia nomina c’è stato quello del Presidente della Regione Marche. Ho tenuto a rispondergli e a ringraziarlo anche per dare un messaggio ai nostri concittadini delle Marche e delle regioni del Centro Italia così duramente colpite dal sisma.
Una tragedia che non dimentico e rispetto alla quale serve uno sforzo maggiore rispetto a quello compiuto fino ad ora. Chi ha vissuto quel dolore, ha perso i propri cari e subito il distacco forzato dalla propria terra merita una risposta efficace da parte dello Stato, perché non c’è tempo da perdere.
Sono vicino a questi nostri concittadini ancor di più in questi giorni, nei quali la paura e il dolore si sono rinnovati a causa di nuovi episodi sismici. Per questo mi impegno a visitare quanto prima i luoghi colpiti dal terremoto del 2016”.
I sindaci di Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Bolognola, Valfornace, Monte Cavallo, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Fiastra, Muccia e il commissario prefettizio di Ussita "contro" il collega di Tolentino.
"Nessuno ha mai parlato di Serie A, Serie B o Serie C. Da oggi, però, possiamo parlare di “inqualificabile”. Perché inqualificabile è quanto afferma il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, quando - forse “infantilmente risentito” per non aver preso parte a un paio di riunioni – sostiene che l’intento di quei sindaci che chiedono una suddivisione del cratere in base agli effettivi livelli di danno sia creare “terremotati di Serie A” e “terremotati di Serie B”. Il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, dovrebbe fare un giro a Bolognola, Castelsantangelo sul Nera (colpito già il 24/08/2016 e epicentro della devastante scossa di magnitudo 6.5), Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle, Ussita, Valfornace, Visso o a Camerino prima di lasciarsi andare a dichiarazioni o a commenti che dimostrano una totale e colpevole distanza dalla consapevolezza di quanto accaduto. Prima di fare certe affermazioni inqualificabili e irriguardose, venga a fare un viaggio nella “vera” montagna colpita. Nessuno ha mai detto che Tolentino debba essere escluso da nulla, e nessuno ha mai parlato di esclusioni. Quella che da mesi portiamo avanti è, invece, una sacrosanta battaglia affinché si prenda atto che equiparare la situazione di 138 comuni con danni diversi, problematiche diverse e contingenze diverse, è pura cecità politica".
"In Serie B - proseguono - il collega Pezzanesi ci si mette da solo quando fa certe affermazioni. Abbiamo chiesto, e continueremo a farlo con ogni mezzo e in ogni dove, che si riconoscano i livelli oggettivi di danno e le necessità delle comunità. Se Tolentino rientrerà o meno in una ipotetica “prima fascia” non lo stabiliremo certo noi. Infine, sia chiaro che la riunione a cui Pezzanesi dice di non essere stato invitato non ha seguito i canoni istituzionali. Quel giorno, alle 5,10 del mattino, c’è stata una scossa di magnitudo 4,6 con epicentro a Muccia. Molti sindaci, che quella scossa l’hanno sentita e che da quella scossa sono stati tirati giù dal letto, hanno raggiunto Pieve Torina dove, nel frattempo, stavano arrivando i vertici regionali e della Protezione Civile, oltre alla commissaria De Micheli. Inviti formali non ne sono stati fatti. Gli inviti, quella mattina, li ha fatti il terremoto….chi l’ha sentito…c’era!".
Il sisma ha distrutto vite, case, luoghi di lavoro. E per molti, tutto quello che resta del “prima”, purtroppo, è il mutuo. Si può sospendere, non si può sospendere, conviene o meno sospenderlo, ci sono o non ci sono le condizioni per sospenderlo? Insomma: la fumosità, in una logica tutta italiana, la fa da padrona. E per tanti, troppi, l’ipoteca su un cumulo di macerie pesa come una spada di Damocle nel futuro di chi si trova, già di suo, costretto a riscrivere la sua vita.
E, come spesso accade, gli istituti di credito si trovano nella posizione privilegiata di distinguere cliente da cliente, interpretando secondo convenienza, anche a seconda degli istituti di riferimento, una norma che sembra scritta in funzione di tutti, tranne che dei terremotati.
E così, molti clienti, si sono trovati a fare i conti con le situazioni più assurde. Di seguito, si riportano alcune delle più eclatanti “interpretazioni” di Istituti Bancari del Territorio.
- Sospensione concessa solo se il proprietario di “Prima Casa” è anche il mutuatario; quindi, chi non rientra in questa “condizione” continua a pagare il mutuo pur avendo l’abitazione inagibile e in zona rossa;
- diversi titolari di mutui sono stati segnalati al CRIF come cattivi pagatori a causa della tardiva regolamentazione della sospensione da parte delle Banche;
- alcune Banche hanno intimorito i propri clienti comunicandogli che – se avessero sospeso il mutuo – molto difficilmente avrebbero potuto richiedere altri finanziamenti / mutui in futuro;
- per i mutui sospesi delle attività produttive, la Banca già ha comunicato che dal 2019 il mutuo riprenderà con il pagamento di una doppia rata mensile;
- una Banca di Amatrice - ad ogni sospensione - ha fatto firmare un nuovo piano di ammortamento calcolando, nello stesso, gli interessi per il periodo di sospensione.
A raccogliere le testimonianze di quei clienti che si trovano a fare i conti con queste situazioni è stato il Comitato Mutui Sulle Macerie, nato proprio per fare fronte comune e combattere la “disinformazione”.
“La Legge che prevede la Sospensione dei mutui sino al 31 Dicembre 2020 – scrivono in una nota diffusa nei giorni scorsi - sembra essere stata oggetto delle più ‘attente’ e ‘singolari’ interpretazioni da parte degli Istituti Bancari. Premesso che, all’Art. 21 dell’allegato alla Legge n. 172/2017 così si legge: ‘[…] Con riguardo alle attività economiche nonché per i soggetti privati per i mutui relativi alla prima casa di abitazione, inagibile o distrutta, localizzate in una 'zona rossa' [...] il termine di sospensione dei pagamenti […] è fissato al 31 dicembre 2020’.
Pertanto, la Legge sembrerebbe prevedere la sospensione fino al 2020 delle rate dei mutui qualora ci siano i seguenti requisiti: immobili “prima casa” e attività produttive, inagibili o distrutte, inserite nelle zone rosse dei Comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto del 2016. Ne consegue che, nulla da interpretare per le Banche, anzi, i mutuatari non dovevano far altro che presentare l’attestazione che l’immobile era sito in Zona Rossa. Nel caso di specie, molte persone, invece, si sono trovate a iniziare una vera e propria battaglia (persa) contro le Banche, pur avendo tutti i requisiti per rientrare nella sospensione delle rate dei mutui”.
Quanto alle “interpretazioni” degli Istituti di credito, il Comitato Mutui Sulle Macerie aggiunge: “I casi riportati sono tutti stati vissuti e raccontati da persone che non hanno alcun motivo di inventarsi ‘storie’, anzi, purtroppo, non hanno alcuna voce in capitolo. Ti trovi una ‘Banca’ che vuole toglierti anche quello che non hai più! E noi abbiamo diritto ad una soluzione, una possibilità per andare avanti, per continuare a lavorare… non per le Banche ma per la nostra vita! Una vita che ha il consenso di essere ‘devastata’ dalla Natura, ma non da uomini a cui non interessa cercare una soluzione per chi ha perso tutto. SE LA CARA IPOTECA ORA È UN CUMULO DI MACERIE ALLE BANCHE, ALLO STATO, NON INTERESSA”.
È risaputo che gli Italiani all'estero sono molto apprezzati per la loro spontaneità, la cucina, la storia e la cultura, ma anche nell'ambito lavorativo, universitario e sportivo. A livello sportivo si è fortemente affermato in Svizzera il pievetorinese Danijel Jakupovic allenatore di boxe della "Boxe Club Locarno" dopo aver allenato l'Associazione pugilistica Alto Maceratese" di Camerino.
Danijel ci ha detto: "Da poco tempo ho preso le redini della squadra ed i miei ragazzi hanno raggiunto ottimi risultati. Dopo poco siamo riusciti a vincere tre guanti d'oro e tre dei nostri ragazzi sono riusciti ad arrivare in finale".
"Aggiungo che grazie a questi sei finalisti siamo riusciti a vincere il guantone d'oro per squadre" - ha continuato il coach Danijel - " e poco dopo è arrivato l'argento nel campionato nazionale élite (campionato di pugili maggiorenni). Dieci dei nostri ragazzi che hanno partecipato alle fasi finali dei campionati nazionali under 18 hanno vinto due ori, cinque argenti e tre bronzi, compresa la coppa per squadre che viene assegnata alla migliore squadra svizzera."
"La nostra squadra sta dominando e al mio arrivo ho cambiato il metodo di allenamento"- ha ribadito il coach Jakupovic - "riuscendo a creare un gruppo unito dove ognuno spinge l'altro a migliorare. La nostra squadra ora si ritrova con due convocati in Nazionale, ne avremo in futuro degli altri inoltre ho introdotto un programma di allenamento annuale e pluriennale in modo da qualifare qualcuno alle Olimpiadi cosa molto importante dal punto di vista storico perchè sarebbe la prima volta che uno svizzero riesca a partecipare ai giochi olimpici. "
"Nella mia palestra ora c'è disciplina, duro lavoro e sacrificio, questo lo dico con orgoglio e aggiungo che un nostro ragazzo lo passeremo al professionismo" ha sostenuto il coach. La Boxe Club Locarno, allenata dal pievetorinese Danijel Jakupovic, partecipa spesso ai tornei esteri: sabato prossimo in Francia, a luglio in Africa precisamente a Capo Verde per un torneo internazionale dove saranno presenti diverse nazionali e a dicembre in Portogallo. La squadra di boxe elvetica ha disputato anche tornei in Italia e in Germania. La storia di Danijel è un esempio per tutte le persone che hanno voglia di dare il proprio contributo per migliorare se stessi e la società, cosa molto apprezzata in Europa e buona parte del resto del mondo a differenza dell'Italia dove i giovani, e non solo, sono trattati come la 'sora camilla' cioè che tutti li vogliono ma nessuno se li piglia.
(articolo di Giovanni Maria Pontieri)
“In genere i discriminanti sono la distanza spazio-temporale da un evento precedente (in genere più forte) o più spesso da un raggruppamento di eventi (una sequenza in corso) – a parlare è Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Non ci sono regole fisse e valide sempre sulla distanza in tempo e in chilometri per decidere se un determinato evento è o non è un aftershock di un altro. È chiaro che se siamo nel pieno di una sequenza e avviene un terremoto all’interno del volume già attivo, si tratterà indubbiamente di un aftershock. Se, al contrario, siamo a qualche decina o centinaia di chilometri lontani dalla zona attiva, molto probabilmente i due eventi non saranno collegati; più aumenta la distanza dalla zona attiva e più diventa difficile trovare un collegamento tra i due. Se per di più l’evento avviene a distanza di anni da un altro, le probabilità di un legame tra i due sono ancora più scarse. Secondo numerosi studi effettuati a partire dagli anni ’90 del Novecento, un forte terremoto altera le condizioni di stress di alcune delle faglie intorno, anche a notevole distanza (decine di chilometri) dal volume attivato, allargando così la regione in cui le probabilità di avere dei terremoti aumentano (in altre zone le probabilità invece diminuiscono). Anche in questi casi ì si parla di ‘aftershocks’, ma la materia è dibattuta”.
Nel caso di Muccia, dunque, non sembrano esserci dubbi e a giudicare dalle parole di Amato si rientra perfettamente nella casistica degli aftershock. Ma la domanda, dettata più dalla paura che da basi scientifiche, a questo punto, è se un aftershock potrà mai avere una magnitudo superiore a quella dell’evento principale, con Amato che spiega che ciò può avvenire solo in casi molto rari.
“A quel punto l’evento X diventerà il main shock (l’evento principale) della sequenza, ma resterà pur sempre un aftershock di qualche evento precedente. E’ importante, inoltre, conoscere la distribuzione della sismicità e le sue eventuali ‘migrazioni’ nel tempo e nello spazio. Questo ci permette di fare ipotesi in caso si assista a un’attivazione di una ‘nuova’ faglia (cosa che al momento non si sta verificando per il settore a nord di Muccia). Al tempo stesso, però, questo purtroppo non ci permette di escludere che un’altra faglia si attivi comunque, vuoi perché si sarebbe mossa comunque, o perché riceve una ‘spinta’ da una vicina. Ricordiamo che prima del 24 agosto non c’era stato alcun aumento di sismicità (anche di bassa magnitudo) nella zona della faglia di Amatrice.
Il fatto che una faglia si sia attivata con uno o più forti terremoti non significa che abbia ‘scaricato’ tutto il suo potenziale; perciò se anche l’aftershock in questione avvenisse su una faglia che ha avuto eventi forti in un recente passato, non si può escludere che la stessa faglia possa averne altri, anche forti. Pensiamo ad esempio al terremoto del 30 ottobre 2016, avvenuto nell’area dove già c’erano stati eventi importanti a sud (il 24/8) e a nord (il 26/10).
Poi, l’aftershock potrebbe essere localizzato sì all’estremità di una faglia già attiva, ma accanto a questa ci potrebbero essere altre faglie in grado di attivarsi, quindi si potrebbe assistere a una sorta di ‘migrazione’ dell’attività da una faglia a una adiacente, proprio per il processo di trasferimento di stress, o per una migrazione di fluidi da una faglia all’altra, o altro.
Per di più, secondo alcuni modelli statistici, ogni terremoto aumenta le probabilità di averne altri nei paraggi; la maggior parte di questi sarà di magnitudo minore del precedente, ma anche la probabilità di eventi più forti aumenterà. Sempre secondo questi modelli, che riescono a spiegare abbastanza bene l’andamento statistico degli aftershock di minore magnitudo dopo un forte terremoto, le probabilità di avere un evento forte (per es. M>5.5) dopo un terremoto di magnitudo 4 o 4.5 aumentano ma rimangono comunque molto basse, tipicamente dell’ordine dell’1% in una settimana”.
Sono evidenti gli errori e i ritardi nella gestione dell’emergenza, nella programmazione e nella ricostruzione, da parte della Giunta regionale, a fronte di un terremoto che ha colpito le Marche ormai quasi due anni or sono. Questo il contenuto della denuncia formulata dal consigliere regionale della Lega nord, Sandro Zaffiri, all’indomani della nuova ondata sismica.
“A due anni dagli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia e le Marche, solo un numero irrisorio di interventi è stato attuato – afferma Zaffiri – mentre decine di migliaia di edifici restano ancora inagibili o gravemente danneggiati”.
“Nonostante tale evidenza – continua l’esponente leghista – la Giunta regionale che gestisce la ricostruzione continua imperterrita nella propria miope, inefficiente e incondivisa opera”.
“Purtroppo si tratta di un’opera irresponsabile, perché caratterizzata dalla continua creazione di paletti di ordine burocratico, non destinata a risolvere i veri problemi”.
Secondo Zaffiri, quello della Giunta è un atteggiamento “diabolico”, perché si colloca sullo stesso binario della gestione del terremoto del 1997, quando al Governo della Regione vi erano gli stessi partiti del centrosinistra.
Il consigliere leghista invita la Giunta regionale a fare ammissione di colpa, prendendo atto della miriade di errori e sottovalutazioni commesse finora, affinché si possa presto e finalmente imboccare la strada di una vera ricostruzione.
La terra ha tremato ancora. Erano le 15,24 di oggi pomeriggio e la scossa é stata distintamente avvertita in tutto il territorio dell'Alto Maceratese. Non si hanno, al momento, notizie di danni a persone o cose. Lo sciame sismico, a quanto pare, non accenna ad arrestarsi dopo la violenta scossa delle 5,11 di martedì scorso, che ha avuto per epicentro Muccia ed una magnitudo di 4,6.
La scossa delle 15,24 di oggi é stata di entità più lieve (magnitudo 3.6, epicentro Muccia), ma chiaramente ha risvegliato paure mai sopite in una popolazione che non ne può più e che ormai da quasi due anni fa i conti con il dramma del terremoto.
Dopo il caso delle tre Sae in cui sono caduti i pensili e i relativi controlli, la Protezione Civile regionale ha riconosciuto un errore nelle staffe di fissaggio che rende tutta la fornitura non adatta a resistere al sisma.
"E' stato un errore, dobbiamo riverificarlo su tutto il resto della fornitura facendo anche tesoro di tutti i malfunzionamenti". Così David Piccinini, geologo, responsabile della Protezione civile marchigiana dopo il crollo di alcuni pensili nelle casette a seguito della scossa di magnitudo 4.6 registrata ieri alle 5:11 con epicentro vicino Muccia (Macerata). "Lo staffaggio che abbiamo adoperato per collocare i pensili lavora per gravità - ha spiegato - quindi dovevamo trovare dei meccanismi migliori di bloccaggio, soprattutto in occasione di sismi che hanno una componente verticale, sussultoria, piuttosto importante". Per Piccinini "bisogna rivedere il fissaggio", tanto che "in questi momenti sia i colleghi del dipartimento di protezione civile nazionale che del mio servizio stanno partendo da Pieve Torina, per analizzare in quel contesto la soluzione migliore ed estenderla a tutto il resto della fornitura, alle altre 1.929 Sae regionali e poi più in generale alle 3 mila nazionali".
(Fonte Ansa)
Il TG5 delle 20.00 ha mostrato come i problemi e le preoccupazioni dei terremotati non accennino a diminuire da più di un anno e certamente le tre forti scosse dei giorni scorsi non aiutano a migliorare la situazione
Riccardo è un ragazzo di Muccia e, durante il servizio del TG5, ha messo in evidenza il suo grave problema: "La mia casa è inagibile dalla scossa del 26 ottobre 2016 - ha detto - sono stato tre mesi in roulotte insieme alla mia ragazza incinta da quattro mesi fino a quando è nata nostra figlia e ovviamente non potevamo andare avanti così. Il Comune di Muccia ci comunicò che non avevamo diritto alla SAE perchè non facevamo nucleo familiare al giorno del sisma, quindi il municipio ci disse di costruire una casa sul nostro orto ovviamente dandoci una concessione edilizia".
"La nostra è una casa di 50 mq " - ha continuato Riccardo - "però purtroppo da un mese mi sono arrivate due denunce penali con capi d'accusa come abuso edilizio per non aver presentato le pratiche al Genio Civile. Non ho presentato le pratiche al Genio Civile perchè non dovevo realizzare una costruzione ma solo una casetta d'emergenza e basta. Purtroppo dovrò affrontare un processo penale e se dovessero mettere i sigilli io non saprei dove andare con la mia compagna e nostra figlia che ora ha un anno".
Nello stesso servizio, é stata raccontata anche la storia di Stefano. Allevatore della località Gabbiano di Pieve Torina, ha mostrato le gravi lesioni che hanno colpito la sua casa, la sua stalla e tutte le case della piccola frazione. "Sono rimasto a lavorare solo io a Gabbiano" - ha detto Stefano - "la mia casa è gravemente danneggiata come tutte le case delle frazione. Non so se la località Gabbiano esisterà più. Con il mio lavoro di allevatore cerco di andare avanti come posso, non ho piu la mia stalla ma ho una struttura provvisoria per i miei animali. Andare avanti così è un'impresa ardua. Attualmente vivo con la mia famiglia dentro una SAE in località Piè Casavecchia".
Giovanni M. Pontieri
Continuano le demolizioni delle case gravemente danneggiate a Pieve Torina. Le squadre dei Vigili del Fuoco stanno demolendo alcuni edifici in via Roma. Quella che era la via principale del paese ed in cui era presente la maggior parte delle attività commerciali di Pieve Torina.
"Queste sono demolizioni programmate da tempo" - così ha detto il caposquadra Gianluca Bernacchia responsabile del GOS Marche (gruppo operativo speciale) composto da vigili del fuoco di Macerata e Ancona - " e servono per delimitare la zona rossa del centro di Pieve Torina. Togliendo queste case pericolanti il Comune prenderà dei provvedimenti per diminuire la zona rossa del centro di Pieve Torina."
" Da lunedì 9 aprile che siamo in questo paese" - ha detto il caposquadra Bernacchia - " e saremo impegnati tutta questa settimana compresi anche alcuni giorni della prossima: procederemo ad effettuare demolizioni in classe D1 che significa totale abbattimento. Procederemo alla demolizione di parte di Via Roma e di parte della piazza, mentre per il resto le demolizioni saranno effettuate da altre squadre di Vigili del Fuoco e non dalla nostra."
"Il GOS Marche" - ha sostenuto il caposquadra Bernacchia - " fa delle demolizioni selettive, in primis per recuperare i beni delle persone in più facciamo una selezione per recuperare il materiale di costruzione come legno, ferro, eventuale eternit e canne fumarie varie. Il materiale di costruzione recuperato sarà smaltito a sua volta dal CONSMARI (Consorzio Smaltimento Rifiuti) con cui il Comune di Pieve Torina è convenzionato per effettuare lo smaltimento delle macerie.
Giovanni M. Pontieri
Il video della scossa delle 5,11 di ieri ripreso dalle telecamere di videosorveglianza del Panificio Fronzi. A diffondere le immagini é stato lo stesso titolare dell'attività commerciale che, ieri, in dodici ore e con l'aiuto del suo staff é riuscito a sistemare tutto senza mai interrompere il lavoro e chiudere il negozio ed il laboratorio (leggi qui).
Meritano onore le persone che hanno scelto di restare e che sono potute restare. Sono luci nel buio della notte. La gente di montagna ha il cuore grande e una ancora più grande capacità di resistere, senza perdere l'amore per una terra che, nonostante tutto, non considera ostile. Ne é convinto don Candido Pelosi. "Da 57 anni sono parroco a Val Sant'Angelo di Pieve Torina e sono rimasto sempre fedele alla mia 'sposa', che è la mia parrocchia. Sono nativo di una frazione di Camerino, mi sono sentito a mio agio in questo paesino di montagna dove esercito il mio ministero" - così si racconta il parroco di Valsantangelo, intervistato dopo le forti scosse di ieri mattina.
"Le nostre frazioni di Pieve Torina - racconta Don Candido - hanno avuto nel tempo anche delle difficoltà da affrontare, come il calo graduale della popolazione, ma nonostante tutto la vita riprendeva con vivacità e gioia nel periodo estivo quando i nativi tornavano a godersi il loro piccolo paradiso d'infanzia. Questa pace e questa gioia ci ha accompagnato per molti anni, poi turbate in modo inatteso dal sisma del1997. Nonostante le difficoltà, io stesso e i miei parrocchiani siamo riusciti a reagire e quel terremoto fu solo un ricordo. La scossa del 24 agosto 2016 non la credevo possibile perchè non pensavo, compresi i miei parrocchiani, che quel brutto ricordo riaffiorasse dopo quasi venti anni, quando già avevamo ricominciato a vivere a riprendere la nostra vita. Mi sono fermato a riflettere e con il tempo ho ritrovato la mia serenità che ho anche trasmesso alla mia gente, perchè ritengo che la voglia di vivere venga principalmente da noi stessi. Anche il terremoto di agosto 2016 sembrava essere un ricordo sfumato fino a quando la realtà non ci ha sbattuto davanti al sisma del 26 ottobre dello stesso anno; da lì ho capito che stavano cambiando molte cose ed automaticamente anche le nostre vite a lungo termine. La mia tristezza era camminare sulle nostre strade e guardare i paesi di sempre senza riconoscerli più. Gli occhi venivano colpiti dalle rovine, dal vuoto, dai volti perduti e pieni di paura. Con l'avanzare del tempo vedevo la natura riprendere vita ed il contrasto con la realtà immobile. Ed i sogni svaniti. Come prete mi domandavo in che modo potevamo risorgere come comunità, anche perchè si era rotta l'aggregazione sociale e le poche persone rimaste in paese non avevano più voglia di fare comunità, inoltre vedevo anche persone arrabbiate. Mi domandavo spesso quando sarebbe riapparsa la luce e quando gli occhi sarebbero tornati a brillare, allora ho reagito dicendomi: tocca a me come a noi tutti!". E adesso, a quanto pare, ci siamo di nuovo, con lo sciame sismico cominciato all'alba di ieri mattina che sta mettendo a dura prova l'animo di una popolazione già stremata.
"Ho provato a stringere mani, a consolare, a invitare ad abbracciarci - conclude il parroco di Valsantangelo - perchè solo insieme si può sopravvivere ed andare avanti. Meritano onore le persone che hanno voluto e potuto rimanere, queste persone erano come piccole luci nel buio della notte. Ma il mio pensiero è andato anche agli sfollati che sono stati costretti a lasciare Pieve Torina e le frazioni: mi chiedo spesso come farà questa gente a stare lontano dalle persone e dalle cose amate.Il grande cuore delle associazioni di soccorso, delle forze armate, della polizia, dei vigili del fuoco e dei benefattori ha riempito in parte i vuoti e consolato i gli afflitti. Queste persone per noi sono stati gli angeli della terra. Il Sindaco di Pieve Torina , insieme alla sua amministrazione, si è impegnato con coraggio e determinazione e questa lotta la sta portando ancora avanti senza arrendersi. ieri mattina è ritornata la paura con tre nuovi forti scosse e mi è sembrato di ricominciare da capo e ho pensato che erano svaniti i sogni. Io ho ancora voglia di stare nella mia parrocchia e direi ad ogni mio parrocchiano: "Caro fratello se puoi rimani, ritorna se vuoi ed ama sempre la tua terra e il tuo paese".
Forse non erano stati fissati a regola d'arte o più verosimilmente è stata la potenza della scossa a farli staccare dalla parete, ma le foto dei pensili caduti sopra il lavello di una sae (leggi: https://goo.gl/WbjMNq), sono finite su tutti i giornali ed hanno fatto rapidamente il giro della rete, provocando, forse a torto, grande indignazione generale.
In verità, come ha riferito il sindaco di Muccia in diretta al TGR delle 14, il fatto ha riguardato solamente tre casette e considerando che il villaggio si è trovato praticamente sopra l'epicentro, la cosa non sarebbe neppure così strana.
Da una nota pubblicata sulla pagina social della Regione Marche, si apprende che l'intervento di ripristino, per i pensili caduti nelle tre sae (sulle 208) di Pieve Torina, è stato pressoché immediato, con i tecnici che hanno ancorato alla struttura portante della cucina anche quelli delle altre casette.
Intervento invece un po' più impegnativo, preso in carico comunque in tempi strettissimi e terminato nel tardo pomeriggio di ieri, è stato quello per la sistemazione del muretto a secco danneggiato nella stessa zona.
La forte scossa di ieri mattina, quella che ha fatto ripiombare le popolazioni del maceratese nella paura, nonostante quello che si dica, una vittima l'ha fatta.
Si tratta di un cavallino dell'allevatore Albano Aliberti di Valfornace, nella stalla insieme alla mamma, che impaurita dalla scossa si è agitata e purtroppo l'ha schiacciato con il suo peso.
La cosa che rende ancora più triste questa vicenda è che il piccolo era nato appena due giorni fa e la notizia era stata data con molta gioia, domenica mattina, a simboleggiare la forte voglia di rinascita, nonostante la difficoltà e i problemi.
"Povero cavallino - commenta la notizia della morte una donna su Facebook - Corri e trotta nel tuo cielo. Sono certa che anche tu lo hai".
L’impresa epica del 10 aprile 2018 non è quella della Roma e che ha permesso alla squadra di Di Francesco di accedere alle semifinali di Champions. Il 3 – 0 rifilato al Barcellona è niente di fronte a quanto accaduto a Pieve Torina. Una storia, anche questa, di fatica, di sacrificio, di impegno, di sudore e di tanto, ma veramente tanto, cuore. Ed ha per protagonista un panettiere e la sua squadra.
L’impresa epica, oggi, l’hanno fatta loro. Quelli del Panificio Fronzi. Il sisma aveva danneggiato già nel 2016 il forno da cui ogni mattina partono paste, pane e pizza per tanti bar dell’entroterra. Ma nonostante tutto, nonostante la paura e anche qualche rischio, quel panificio non aveva mai smesso di lavorare. “Non si molla niente”, aveva dichiarato il titolare.
Un imperativo morale, diventato un motto per un territorio intero. E anche una promessa. Perché quel panificio, dopo l’ottobre del 2016, aveva coronato non senza fatica il sogno di una nuova struttura. Poi, stanotte, l’amara sorpresa. Danni non strutturali, per carità, ma che avrebbero reso inagibile l’animo di chiunque, come dimostrano le prime due foto qui sotto. L’animo di chiunque, ma non di chi ha sposato un motto: “Non si molla niente!”.
E mentre da impastatrici e forno continuavano a uscire prodotti, lo spirito di chi non si piega ha fatto squadra. Tutti al lavoro, per compiere un’impresa: rimettere tutto a posto entro la serata.
E la serata è arrivata, proprio mentre l’Italia guardava sbigottita il miracolo calcistico della Roma, il Panificio Fronzi annunciava su Facebook il grazie a tutti quelli che hanno collaborato: “Siamo riusciti a sistemare tutto in giornata! Mille volte grazie, ragazzi! Non si molla! Il Panificio Fronzi c’è!”
Il resto ve lo lasciamo raccontare dalle immagini…
Il terremoto di ottobre 2016 aveva già reso inagibile tutti gli edifici religiosi della diocesi ma a Pieve Torina ha aggravato i danni già esistenti della chiesa di San Peterniano situata in località Antico.
La chiesa di San Peterniano ha subito il parziale crollo del campanile e parte della facciata d'ingresso. La chiesa fu costruita tra il XIII e XIV secolo ed era famosa fra gli abitanti del posto per le feste religiose che si celebravano a suo tempo durante la stagione primaverile.
A seguito delle scosse di terremoto di questa mattina, sono in atto le verifiche tecniche da parte delle squadre dei vigili del fuoco nei comuni di Muccia, Pieve Torina e Pieve Bovigliana, prossimi all’epicentro. Al momento non si registrano danni a persone, si segnala un micro cedimento della copertura della chiesa di Santa Maria in Varano nel comune di Muccia.
Anche a Tolentino sono state avvertite distintamente le scosse di terremoto che stanno interessando Muccia e Pievetorina. Sin dalle prime ore del mattino i tecnici del Comune si sono attivati per controllare gli edifici scolastici e gli uffici comunali. Fortunatamente non è stato riscontrato al problema a persone e cose. Nella tarda mattinata sono stati allertati i Vigili del Fuoco del distaccamento di Tolentino per la rimozione della croce della piccola chiesetta detta della “Stelluccia” in via del Carmelo. Infatti a seguito del ripetersi delle scosse del terremoto la croce di cemento che campeggiava proprio sopra l’ingresso si è inclinata, minacciando la pubblica incolumità e il traffico veicolare.
Per questi motivi sono stati chiamati i Vigili del Fuoco che, in poco tempo, hanno provveduto a mettere i sicurezza la facciata della piccola chiesetta, rimuovendo la croce.
Da segnalare che non ci sono state particolari segnalazioni da parte dei cittadini.
Non cessa il martirio alla quale è soggetta Pieve Torina a causa delle frequenti scosse di terremoto, incluse le tre forti di questa mattina. Scosse che hanno provocato un crollo parziale di un palazzo del 1700 situato in località Rocca di Pieve Torina. Palazzo Marchetti prima del sisma 2016 era diventato un luogo di soggiorno per i turisti.
Nella sua storia il palazzo del 1700 aveva già affrontato varie calamità naturali tra cui la forte alluvione del 20 settembre 1816 e tale datà è indicata nella porta principale dell'edificio.
"C'è grande preoccupazione e paura per la nuova scossa di 4.6 di magnitudo che si è registrata nel Maceratese con epicentro a Muccia": a dirlo è il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli dopo il vertice a Pieve Torina con i sindaci, il capo della Protezione civile nazionale e la commissaria straordinaria per la ricostruzione.
"Questo nuovo episodio che ha portato al danneggiamento di altre sei abitazioni di Pieve Torina, è la dimostrazione che l'emergenza non è finita - aggiunge - e questo impone di dedicare al territorio la massima attenzione. Per questo alcuni giorni fa avevo invitato i neo presidenti di Camera e Senato a venire qui per rendersi conto di persona della situazione". "Chi ha subito danni oggi - rassicura - non deve avere preoccupazioni: avrà le stesse risposte e trattamenti di tutti gli altri, abbiamo avviato tutte le necessarie procedure di emergenza". Compresa quella che dà la possibilità ai nuovi sfollati di sistemarsi in strutture ricettive.
(Fonte Ansa)