I ladri colpiscono la chiesa di San Grisogono, nell'omonima frazione di Mogliano. Dal luogo di culto sono stati trafugati sei candelabri, un paio di quadri, un calice, un Cristo staccato da un crocefisso e soprattutto il busto contenente le reliquie del santo a cui la chiesa è intitolata. Oggetti risalenti al periodo compreso tra il '700 e l'800. Ad accorgersi del furto, nella giornata di venerdì 27 novembre, è stata una signora incaricata delle pulizie in vista dell'apertura natalizia. La donna ha avvisato dapprima il parroco, padre Mauro Valentini, che a sua volta ha avvertito i carabinieri della locale stazione.
La chiesa, infatti, apre le porte ai fedeli in maniera saltuaria, tanto che l'ultima funzione religiosa celebrata risale alla prima metà del mese di settembre. Circostanza che rende difficile definire con esattezza il giorno in cui il furto è avvenuto.
Le indagini per risalire agli autori del furto sacrilego sono ancora in corso. L'ingresso principale della chiesa è stato trovato chiuso e senza alcun segno di scasso.
Ieri, domenica 1 dicembre, la Gioielleria Gazzellini Caterina di Caldarola ha festeggiato il 60 anniversario di attività. Nonostante le difficoltà dovute sia alla crisi economiche che al terremoto del 2016, ha raggiunto questo importante traguardo. L’attività nasce nel 1959 fondata da Mariano Gazzellini, che inizia in una piccola bottega con il laboratorio di orologeria per passare poi negli anni successivi alla vendita di oro, orologi, argento e articoli da regalo.
Nel 2008 dopo un lungo percorso di sacrifici e lavoro l’attività viene ereditata da sua figlia Caterina e nel 2013 il negozio è riconosciuto locale storico delle Marche.
Dopo il sisma e una chiusura forzata di 15 mesi riapre il negozio, in modo limitato, in una struttura temporanea alle porte del Paese insieme ad altre attività.
La titolare ringrazia tutti coloro che hanno partecipato alla festa, il Comune di Caldarola attraverso il saluto del Sindaco Giuseppetti, del Vice Sindaco Ciarlantini e del Consigliere Ansovini, il consigliere provinciale di Macerata Deborah Pantana e in particolar modo tutti i commercianti e i liberi professionisti che si trovano delocalizzati nel centro commerciale "La Piazzetta" per la partecipazione e l'aiuto offerto alla realizzazione dell'evento.
Il Civitanova Dream Futsal cede per 4-0 contro la Fiberpasta Chiaravalle. Il derby di giornata, che per l’inversione di campo si è giocato a Chiaravalle mentre il ritorno si giocherà a Civitanova Marche, va alle chiaravallesi che hanno la meglio delle rossoblu e proseguono la loro corsa in vetta alla classifica. Per le ragazze di mister Giuliano Tiberi si tratta del secondo stop consecutivo, arrivato dopo una buona prova che non è bastata per portare a casa dei punti. Pronti via ed avvio da incubo per il Dream Futsal che in meno di un minuto si trova sotto per 2-0 con la doppietta di Nicoletti Pini. Le rossoblu escono piano piano alla distanza e la sfida si mantiene equilibrata con i portieri, Fermani da una parte e Pizi dall’altra, impegnati in più di un’occasione. Le rossoblu non trovano il guizzo del gol e vanno al riposo lungo sotto per 2-0. Nella ripresa il canovaccio tattico della sfida non cambia, anche se le ragazze di mister Tiberi soffrono maggiormente la velocità delle locali. Nicoletti Pini, in stato di grazia, con una fucilata mette a segno, a metà frazione, il 3-0 per le locali che chiude virtualmente la sfida. C’è tempo per il gol di Barbara Fattori che fissa il punteggio sul 4-0 finale. “Sicuramente partire sotto per 2-0 dopo nemmeno un minuto di gioco non ci ha aiutato – commenta mister Tiberi – anche se è da capire quanto possa averci condizionato alla lunga sul nostro andamento nel match. Detto questo le ragazze hanno cercato di fare il massimo e di rientrare in partita ma non ci siamo riuscite poi dopo il 3-0 siamo calate. Complimenti a Chiaravalle per la prestazione da parte nostra forse non siamo state così brillanti come al solito, comunque da martedì riprendiamo a lavorare in vista della prossima sfida”.
CIVITANOVA DREAM FUTSAL - FIBERPASTA CHIARAVALLE 0-4 (0-2 pt)
CIVITANOVA DREAM FUTSAL: Fermani, Romano, Marani, Giosuè, Ciccioli, Persichini, Carciofi, Diaz, Giacomoni, Castelli, Cremonesi, Caciorgna All. Tiberi
FIBERPASTA CHIARAVALLE: Colombrini, Cea, Centola, Giordano, Fattori, Catena, Jokisalo, Nicoletti Pini, Lucchesi, Magnanti, Pizi, Baldassari All. Molinelli
Marcatori: Nicoletti Pini (3), Fattori
Arbitri: Sorci e Carbonari
La Feba Civitanova Marche batte la Belli 1967 Viterbo dopo una gara tirata. Le momò grazie ad una prova di carattere piegano la resistenza delle laziali per 67-59 conquistando due punti d’oro per la classifica. Buona prestazione corale in cui spiccano i 21 punti di Sorrentino, i 19 ed i 14 punti di Paoletti e Bocola, due giovani del florido vivaio biancoblù. Avvio soft delle momò che partono sotto, 3-6, sbagliando molto in attacco. Nel finale le civitanovesi dalla lunetta non falliscono ed il canestro in contropiede di Ortolani vale il 16-12 con cui si chiude la frazione.
Nel secondo quarto Viterbo riequilibra subito le sorti del match, ma le momò con le triple di Paoletti e Sorrentino si portano avanti, 26-20. Le biancoblu rimangono avanti nonostante Grimaldi blocchi alcune fughe in avanti e si va al riposo lungo sul 36-31. Nel terzo quarto le ragazze di coach Scalabroni partono meglio e Paoletti dai 6.25 mette il canestro del 49-36, tuttavia le laziali rientrano con un break di 0-5 e chiudono sotto di 1 con la tripla di Veinberga, 51-50. Nell’ultimo quarto la gara si mantiene punto a punto, con alcune decisioni arbitrali rivedibili: nel concitato finale prima Sorrentino mette alcuni canestri importanti, poi Paoletti trova una tripla pesantissima a 50’’ dal termine che vale il 65-59. Gli ultimi due liberi della stessa Paoletti valgono il 67-59 finale. “Brave le ragazze a portare a casa la vittoria – commenta coach Nicola Scalabroni – Non è stata una partita facile, ma con il carattere siamo riuscite a domare Viterbo. Nel finale siamo rientrate in partita e, difendendo bene cosa che avevamo fatto in precedenza, non abbiamo più concesso canestri alle nostre avversarie. Sicuramente possiamo fare meglio in attacco ed in difesa, ma oggi contava vincere e faccio i complimenti alle ragazze”.
FEBA CIVITANOVA MARCHE – BELLI 1967 VITERBO 67-59
CIVITANOVA: Maroglio 1, Ciccola ne, Ortolani 9, Sorrentino 21, Paoletti 19, Bocola 14, Ceccanti 3, Trobbiani, Binci ne, Gombac ne, Cesanelli ne, Peliccetti All. Scalabroni
VITERBO: Martin, Grimaldi 8, Bevolo 12, Veinberga 8, Gasbarri 2, Boccalato 4, Patanè 5, Cirotti ne, Pasquali, Spirito 7, Stoichkova 13, Firtito ne All. Scaramuccia
Arbitri: Marconi – Bartolini
Parziali: 16-12; 20-19; 15-19; 16-09
I biancorossi cadano in casa dopo una partita combattuta e molto tirata, come ci si aspettava alla vigilia. Il primo set sfugge ai vantaggi, poi gli uomini del coach Di Pinto reagiscono e riportano il risultato in parità con un secondo set incoraggiante. Dal terzo la partita torna equilibrata, Macerata soffre qualche errore di troppo e l’ottima fase difensiva da parte degli avversari. Il finale è amaro ma l’occasione per riscattarsi c’è già domenica prossima con la seconda gara consecutiva da giocare alla Marpel Arena, quando verrà ospitata la Roma Volley Club.
LA CRONACA – Formazione confermata per Macerata, con Calonico e Porcello centrali, Monopoli e Gabbanelli, gli schiacciatori Nasari e Gabriele, infine l’opposto Rizo. Modica schiera il palleggiatore Tulone, i fratelli Andrea e Francesco Raso, Chillemi e Hanzic, Fortes al centro e Nastasi come libero. Parte bene l'Avimecc Modica con Francesco Raso e Hanzic che portano i biancoblu sullo 0 a 4. Macerata però sfrutta la serie positiva in battuta di Calonico per rimettere il risultato sul 7-7. Di nuovo i siciliani tornano avanti, Modica si difende molto bene e Macerata è costretta ad inseguire. Sul 19-19 le squadre cominciano a giocare punto a punto fino ad arrivare ai vantaggi dove Hanzic regala il punto che vale il primo set. Secondo set senza storia, la Menghi Macerata rientra in campo aggressiva e decisa. Con una serie positiva in battuta, prima di Monopoli poi con Rizo, va sul 19-10. Hanzic spezza la serie ma Macerata tiene il vantaggio, Bruno fa 23-14 quindi l'out in battuta di Francesco Raso vale l'1 a 1. Si riprende con Modica che fa suo il terzo set, recuperando dopo un buon inizio dei biancorossi che commettono qualche errore di troppo. Francesco Raso porta il punteggio sul 15-24, Macerata non riesce a recuperare e un errore in battuta chiude il set. Quarto set ancora tiratissimo, le squadre lottano su ogni punto poi Modica riesce ad andare avanti 15-18. I biancorossi inseguono con Rizo e Bruno ma i siciliani restano avanti e chiudono 21-25 con il punto decisivo di Hanzic.
Il tabellino:
MENGHI MACERATA 1 MODICA 3
PARZIALI: 25-27, 25-15, 16-25, 21-25.
Durata set: 31’, 23’, 24’, 25’. Totale: 103.
MENGHI MACERATA: Nasari 3, Porcello 7, Menichetti, Calonico 8, Gabriele 6, Bruno 8, Rossignoli, Monopoli 2, Rizo 24, Gabbanelli, Valenti. Allenatore: Di Pinto.
MODICA: Tulone 3, Andrea Raso 12, Francesco Raso 16, Nastasi, Chillemi 11, Fortes 6, Hanzic 18, Befumo, Umek, Reccavallo. Allenatore: Bua.
ARBITRI: Caretti e Carcione.
Il tragico episodio è accaduto nella serata di oggi sulla tratta Albacina-Civitanova.
Un viaggiatore 59enne, Massimo Colonna, residente a Tolentino, ha accusato un malore mentre era in treno. Gli altri passeggeri si sono subito accorti delle condizioni dell'uomo e hanno avvertito il capotreno, il quale ha subito richiesto l'intervento del 118, il cui personale ha atteso il convoglio alla stazione di Tolentino.
Il 59enne è sceso ed è stato subito soccorso dal personale sanitario che lo ha preso in carico. L'intervento del 118 si è però rivelato vano. Nonostante i vari tentativi per rianimarlo, nei locali della stazione l'uomo è deceduto a causa dell'infarto. Sul posto per i rilievi di rito i carabinieri della Compagnia di Tolentino. La salma del 59enne è stata restituita ai familiari, dopo il nulla osta dell'autorità giudiziaria.
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Ragazze e ragazzi della classe 1969 collegati con la città di Camerino (nati, residenti, studenti e addirittura sindaci, visto che tra di loro c’era anche il primo cittadino di Camerino, Sandro Sborgia) si sono ritrovati oggi domenica 1 dicembre 2019.
Dopo aver partecipato alla Santa Messa nella tensostruttura delle Mosse, dove sono stati benedetti dal celebrante, i cinquantenni si sono trasferiti al ristorante Villa Fornari per festeggiare tutti insieme e spegnere le 50 candeline.
Un’occasione per ricordare e raccontarsi, come avviene nelle più classiche reunion, tutti rigorosamente con la maglia “Made in 1969 Original Vintage”.
Si strozza in gola l'urlo di gioia del Montefano. Il Grottammare trova il pareggio con Lanza sugli sviluppi di un calcio d’angolo al 90′. Al Dell’Immacolata finisce 1-1. La squadra locale era passata in vantaggio nel primo tempo con Palmucci.
La cronaca.
Il Montefanoparte forte nella prima frazione di gioco. Già al 4′ capitan Gigli effettua un traversone per il colpo di testa di Moschetta, che si spegne alto. Quindi Beni neutralizza sia il tiro dal limite di Latini e che di Palmucci. L’unico tentativo ospite degno di nota si registra al 34′, Ciabuschi aggancia e prova una conclusione che non centra lo specchio.
Al 42 arriva la rete del vantaggio: Bonacci serve di tacco Latini, il quale appoggia per Palmucci per il più facile tap-in a due passi dalla porta. Il Grottammare prova a reagire nella ripresa, Ciabuschi spedisce alto di testa.
All’ottavo minuto di gioco Beni del Grottammare ci mette una pezza e nega il raddoppio a Bonacci, che ritenta al 24′ in girata: il numero uno ospite si salva ancora. Parte il contropiede ospite che non trova finalizzazione con Calvaresi. Quindi Marini non centra lo specchio al 31′, Lanza non impensierisce Rocchi. Beni è nuovamente chiamato in causa al 39′ da Donati, mentre Gigli non approfitta di un errore della difesa rivierasca. Il Montefano no riesce a chiudere la partita e paga dazio subendo il gol del pareggio del Grottammare allo scadere: Lanza firma l’1- 1 sugli sviluppi di un calcio d’angolo. I viola di Lattanzi hanno un ultimo scatto d’orgoglio con Mastronunzio e Donnari ma la palla non entra nella porta difesa da Beni. Montefano che rimane quindi invischiato nella zona play-out.
Il tabellino:
MONTEFANO: Rocchi, Galassi, Del Moro, Carotti, Donati, Moschetta, Latini (67′ Pucci), Gigli, Mastronunzio, Palmucci, Bonacci (82′ Donnari). A disp.: Pettinari, Mengoni, Pigini,Garofali, Cingolani, Vipera, Camilloni. All.: Lattanzi.
GROTTAMMARE: Beni, Pagliarini (55′ Crescenzi), Ferretti (73′ Cappelli), Carboni, Marini, Lanza, Haxhiu, De Cesare, Ciabuschi, Calvaresi (79′ Nallira), Ferrari (63′ Orsini). A disp.: Palanca, Ioele, Ricci, Bruno. All.: Manoni.
TERNA ARBITRALE: Amadei della sezione di Terni (Ascarini della sezione di Ascoli Piceno– Ielo della sezione di Pesaro)
RETI: 42′ p.t. Palmucci, 90′ Lanza
NOTE: ammoniti: Carotti, Pigini, Mastronunzio, Calvaresi, Ferrari, De Cesare. Angoli: 3-0.
Continua la striscia vincente del Bayer Cappuccini che nella nona giornata batte 8 - 5 il sempre temibile Calcetto Numana. Bravi i maceratesi a superare l'improvvisa difficoltà dell'assenza di Giorgini in difesa; dopo aver chiuso il primo tempo sotto di una rete disputano una ripresa praticamente perfetta con un instancabile Seferi ed un fondamentale Bonfigli. Stoico Foresi che, nonostante ammalato, in 5 minuti di gioco dà il via alla rimonta con la sua intelligenza tattica. Rispondono presenti quando gettati nella mischia El Ghouat e Seghetti, ragazzi sempre affidabili.
La cronaca: Seferi approfitta di un incertezza della retroguardia ospite e porta immediatamente in vantaggio i locali. Per tutta la durata della prima frazione la partita rimane equilibrata ma gli ospiti guidati da Martin sono più bravi e concreti e siglano tre reti con Immobile, Mancini e Iaconeta. Allo scadere il solito potente sinistro ad incrociare del vento dell'est Bajrami riaccende l'entusiasmo nei tifosi del Bayer: si va al riposo sul 2-3. Nel secondo tempo i ragazzi di mister Tirri entrano con la giusta mentalità attuando un pressing altissimo che mette in seria difficoltà Numana ed in cinque minuti la coppia Bonfigli-Foresi capovolge il risultato sul 4-3. Guardati con Imeraj trovano il giusto feeling e chiudono ogni spazio alle sortite offensive degli ospiti così nei successivi dieci minuti altri 2 goal del capitano con la marcatura di Seferi chiudono virtualmente la gara sul 7-3. Il vivace El Ghouat arrotonda sul 8-3 quindi a tempo scaduto i locali staccano la spina consentendo due ininfluenti reti al Numana che marchiano lo score finale sul 8-5
Nel prossimo turno in programma il testa-coda a Morrovalle alle 21.45 tra La Fenice ed il BayerCappuccini, ma lunedì 2 dicembre importantissimo appuntamento di coppa con l'andata dei quarti di finale contro l'Aurora Treia,capolista del girone C, nella palestra donBosco alle ore 22.
BAYERCAPPUCCINI: Guardati, Albani, El Ghouat, Giorgini, Motroni, Imeraj, Seferi, Bonfigli, Bajrami, Foresi, Seghetti, Tibaldi. All. Tirri
CALCETTO NUMANA: Cantarini, Lombardi, Mobbili, Foresi, Angeletti, Iaconeta, Micucci, Mancini, Cupido, Immobile, Bifano. All. Martin
Arbitro: Giandomenico di Fermo
RETI: al 3° e 48° Seferi(bc), al 15° Immobile(cn), al 18° e 60° Mancini(cn), al 23° Iaconeta(cn), al 30° Bajrami(bc), al 31°, 40° e 50° Bonfigli(bc), al 33° Foresi(bc), al 56° El Ghouat(bc), al 63° Lombardi(cn)
Seconda sconfitta consecutiva in campionato per la Recanatese. La formazione di coach Giampaolo conferma di vivere un momento di grossa crisi, cedendo per 3-0 sul campo del Campobasso. Il distacco dalla capolista Notaresco sale a otto punti, mentre da dietro si avvicinano le inseguitrici Montegiorgio e Matelica, a quattro punti.
Il match è sin da subito complicato. Alessandro si dimostra una costante spina nel fianco per la difesa marchigiana, sfiorando la rete del vantaggio più volte prima della concessione del penalty. Al 41' un tocco con la mano di Lombardi non sfugge al direttore di gara: dal dischetto si porta lo stesso Alessandro che non concede scampo a Sprecacè.
Il match è a senso unico anche nella ripresa. La spinta del Campobasso porta al raddoppio al minuto 63': una bella azione di Candellori sulla sinistra trova la sfortunata deviazione nella propria porta di Esposito. A chiudere i conti è Alessandro, con una doppietta personale a suggellarne la maiuscola prestazione. Per la Recanatese urge il riscatto. Il prossimo turno la vedrà in campo contro il Porto Sant'Elpidio.
Tabellino:
CAMPOBASSO (4-3-3): Natale, Fabriani, Vanzan, Brenci (81′ Pizzutelli), Menna (84′ Sbardella), Dalmazzi, Bontà, Candellori, Cogliati (89′ Njambè), Alessandro (73′ Musetti), Zammarchi (67′ Tenkorang). A disp.: Tano, Pistillo, La Barba, Giampaolo. All.: Cudini.
RECANATESE (3-5-2): Sprecacè, Rutjens (79′ Dodi), Monti, Raparo (79′ Giaccaglia), Nodari, Esposito, Pera, Palmieri (79′ Pedroni), Borrelli, Ruci (51′ Morales). A disp.: Bruno, Ficola, Lattanzi, Sopranzetti, Monachesi. All.: Giampaolo.
ARBITRO: Crezzini di Siena
RETI: 40′ (rig.) e 71′ Alessandro, 63′ autogol Esposito
NOTE: ammoniti: Borrelli, Monti, Pera, Bontà, Natale, Morales. Recupero: 5′ (1’+4′)
L'associazione Anter ha portato "Il Sole in classe" alla scuola di Villa Strada. Questo il titolo del progetto presentato agli alunni di cinque sezioni della Primaria dal delegato Silvano Nocelli e da uno dei volontari, Giuliano Giorgetti, nell'ambito di una campagna informativa e di sensibilizzazione sulla salvaguardia dell'ambiente.
La "Anter", infatti, è impegnata a livello internazionale nello sviluppo delle energie "pulite" e propone sul tema anche un concorso scolastico con la messa in palio di una fornitura di elettricità prodotta al 100 per cento da fonti rinnovabili. Oltre un centinaio di alunni hanno riflettuto così sull'importanza di assumere atteggiamenti quotidiani rispettosi della natura e hanno scoperto delle buone pratiche per avere in casa, a scuola e nelle attività di tutti i giorni uno stile di vita eco-sostenibile.
Inoltre, attraverso video e giochi alla Lim, i bambini hanno visto come sia possibile ridurre notevolmente le emissioni di gas nocivi in atmosfera, grazie allo sfruttamento di energia solare, eolica, idrica e geotermica.
"Il Sole in classe - spiega il delegato di Anter, Silvano Nocelli di Cingoli - è rivolto principalmente ai bambini perché loro rappresentano le generazioni future, cioè i semi da cui nasceranno gli alberi e le piante del domani. L'obiettivo è confrontarci con loro, promuovendo cooperazione e capacità di sviluppare idee e progetti per salvaguardare il nostro habitat".
Agli incontri sono intervenuti anche gli insegnanti di classe e i coordinatori del plesso di Villa Strada, Tiziana Toccafondo eMarco Ghergo, assieme al Dirigente scolastico Emanuela Tarascio.
Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha diffuso sulla propria pagina Facebook una lettera aperta con destinatario il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il messaggio riguarda le modifiche al Decreto sisma, appena approvato dalla Camera dei Deputati.
"Con la Sua visita a Castelsantangelo sul Nera - esordisce Ceriscioli rivolgendosi a Conte - e la dichiarazione di assumere in prima persona la responsabilità della ricostruzione del centro Italia colpito dal sisma si era riaccesa una speranza. A tre anni dal sisma, per imprimere la svolta che ancora non c'è stata, i contenuti normativi del Decreto Legge n.123/2019, in conversione, sono di vitale importanza".
"Il testo approvato dalla Camera dei deputati, tuttavia, non contiene le misure necessarie ad un’accelerazione della ricostruzione privata e pubblica. Eppure basterebbe accogliere tre emendamenti scritti da quegli stessi tecnici che negli USR hanno visionato migliaia di pratiche e che hanno piena consapevolezza di ciò che serve " prosegue Ceriscioli, che poi entra nel dettaglio degli emendamenti citati.
Il primo emendamento riguarda l'autocertificazione. "La norma relativa all’autocertificazione, come è stata scritta nel decreto legge, infatti, non serve a nulla, non verrà utilizzata, rimarrà tutto come oggi con tempi lunghissimi di presentazione e istruttoria dei progetti di ricostruzione privata. Il testo presentato dalle Regioni - afferma Ceriscioli -come prima cosa, elimina le responsabilità su eventuali difformità fra lo stato di diritto e quello di fatto che il professionista privato teme nell'attività di autocertificazione. Solo grazie a questa impostazione diviene possibile rendere tale autocertificazione obbligatoria, accorciando enormemente i tempi di ricostruzione per 40.000 unità abitative solo nelle Marche".
"Il secondo emendamento riguarda la ricostruzione pubblica, rendendola ancora più semplice, applicando i limiti europei sulla procedura di gara negoziata, accorciando di mesi i tempi delle procedure già allo stato di progettazione o addirittura prossimi all’appalto".
"Il terzo emendamento, infine, riguarda chi oggi lavora nei Comuni e negli USR alla ricostruzione con contratti a termine, con la previsione di una deroga ai limiti contrattuali. Una ricostruzione di questa portata non può perdere l'esperienza, la competenza e la passione di questi ottimi tecnici".
L'appello di Ceriscioli si impregna di un contento ancor più personale quando richiede modifiche in sede di discussione al Senato: "Prima che si chiuda la partita, solo un Suo intervento può cambiare il corso della ricostruzione: come Presidente del Consiglio dei Ministri, come colui che ha preso su di sé la grande responsabilità della ricostruzione, ma soprattutto perché ho visto in che modo ha guardato negli occhi e stretto la mano agli sfollati nelle casette delle Marche".
Serie D girone F - Al Civitelle di Agnone la Sangiustese impatta 1-1 con il Vastogirardi proseguendo la striscia positiva prima del difficile anticipo di sabato prossimo in casa con il Campobasso reduce dalla brillante vittoria con la Recanatese. La seconda lunga trasferta consecutiva frutta un altro punto importante per i ragazzi di Senigagliesi, ottenuto su un campo sempre difficile per velocità e clima atmosferico e ambientale. Ritmi indiavolati sin dall’avvio per i guizzanti padroni di casa, subito alla ricerca del varco giusto per fare male ed indirizzare l’incontro. Confermata la squalifica di tre giornate inflitta al difensore Sergio Ruggeri dopo la gara con il Montegiorgio e privo anche di Kyeremateng (squalificato) e di Corbo infortunato, mister Farina spostava Gentile in avanti e gettava all’arrembaggio Varsi, Fazio e Pettrone, i quali nei primi 45’, pur sfondando più volte su entrambe le corsie, trovavano sempre a fare ottima guardia della propria porta un super Chiodini. Mister Senigagliesi, orfano di Pezzotti, ritrovava invece in mediana Perfetti, proponendo dal primo minuto Manari nel consueto tridente offensivo. Dopo una prima frazione molto aggressiva da parte dei padroni di casa, nella ripresa prevedibilmente scendeva il ritmo, mentre cresceva il numero delle occasioni su entrambi i fronti. La Sangiustese, al primo vero affondo, capitalizzava con un rapace Mingiano ben imbeccato da Zannini per il vantaggio ospite. I rossoblù, con l’ingresso di Mattia Palladini, Boschetti e Basconi salivano di tono e non subivano più, complice anche un netto calo dei locali, le continue folate di Pettrone e compagni. Il pari arrivava però dal dischetto con un capovolgimento di fronte dopo un’azione pericolosa per gli ospiti. A siglare l’1-1 era Varsi, in assoluto uno dei migliori dei suoi. Il Vastogirardi inanellava complessivamente ben 10 tiri dalla bandierina, ma anche la Sangiustese si rendeva più volte pericolosa in ripartenza dalle parti di Caparro, peccando poi di esperienza e freddezza nell’ultimo passaggio che avrebbe potuto valere il clamoroso sorpasso. Risultato giusto e divisione della posta equa contro una squadra che sicuramente di matricola ha ben poco e che darà del filo da torcere a tutte le contendenti che giungeranno in Molise per affrontarla.
VASTOGIRARDI (4-3-3): Caparro, Lepore, De Vizia, Di Lullo, Nespoli, Mikaylowski, Varsi, Fazio (17’ st D’Aguanno), De Feo (24’ st Grazioso), Pettrone (38’ st Gargiulo), Gentile (22’ st Coia). A disposizione: Luglio, Di Stadio,Perrino, Barile, Fatone. Allenatore: Francesco Farina.
SANGIUSTESE (4-3-3): Chiodini, Zannini, Orazzo (3’ st Basconi),Perfetti, Patrizi, Scognamiglio, Manari (11’ st Boschetti), Palladini Alessio, Mingiano (38’ st Mengoni), Proesmans, Romano (11’ st Palladini Mattia). A disposizione: Raccio, Bambozzi, Doci, Amabile, Ercoli. Allenatore: Stefano Senigagliesi. ARBITRO: Sig. Emanuele Ceriello della sezione di Chiari. ASSISTENTI: Sig. Andrea Cecchi della sezione di Roma 1 e Sig.na Mara Mainella della sezione di Lanciano. RETI: 14’ st Mingiano, 27’ st Varsi (rig) NOTE: corner 10-1; ammoniti Romano, Mikaylowski, Gentile e Pettrone; recupero
Serie D girone F - Solo un pareggio per il Tolentino contro il fanalino di coda Cattolica San Marino. Gli ospiti passano in vantaggio con Rizzitelli al 15’ del primo tempo. Poi partita una partita piuttosto abulica da una parte e dall’altra si accende solo nel finale, dove la squadra cremisi trova il pari con Labriola.
La cronaca: I primi a rendersi pericolosi sono i padroni di casa con una punizione dal limite di Minnozzi nei primi minuti. Ma già al 5’ c’è la prima chiara occasione per il Cattolica, con Battistini che si trova a tu per tu con Rossi, riesce a scartarlo, ma il tiro non c’entra la porta.
Al 15’ del primo tempo arriva il vantaggio ospite. Svarione della difesa del Tolentino che si fa trovare impreparata, e l’attaccante del cattolica ne approfitta siglando il goal dello 0 a 1-.
Il primo tempo prosegue senza troppe occasioni dal parte della squadra cremisi e con un Cattolica San Marino che tiene bene il campo.
Nella ripresa i tifosi accorsi ala “Della Vittoria” devono attendere 16 minuti per vedere la prima occasione da rete. È Minnozzi che su calcio piazzatato bacia la traversa. Al 35’ è ancora l’attaccante cremisi a sfiorare la rete del pareggio con un ottimo colpo di testa. È il preludio al goal cremisi che arriva al 39’ della ripresa con Labriola che impatta splendidamente di testa. Il Tolentino a quel punto prova l’arrembaggio finale, ma il matche rimane inchiodato sull’1-1. Un pareggio che non accontenta nessuna delle due squadre.
Il tabellino:
TOLENTINO (4-4-2): Rossi, Bonacchi, Strano (24′ s.t. Capezzani ), Labriola,Laborie, Mastromonaco (24′ s.t. Tizi ), Tortelli (33′ s.t. Pagliari), Severoni (1′ s.t. Ruggeri ), Cicconetti (40′ s.t. Raponi); Di Domenicantonio, Minnozzi 6. A disp.: Bucosse, Marcantoni, Carissimi, Cerolini. All.: Mattoni.
CATTOLICA San Marino (4-3-1-2): Aglietti, Croci, Barellini, Guarino, Som, (24′ s.t. Cisse Cheke ) ; Fabbri, Pasquini, Barellini, Stallone (31′ s.t. Bernardi); Battistini, Rizzitelli (31′ s.t. Cannoni s.v.). A disp.: Gabrielli, Benedettini, Notariale, Guglielmi, Tomassini, Gasperoni. All. Cascione.
TERNA ARBITRALE: Ettore Longo di Cuneo (Vagheggi di Arezzo – Magherini di Prato)
RETI: 15′ p.t. Rizzitelli, 39′ s.t. Labriola.
NOTE: spettatori 500 circa. Ammoniti: Som, Guarino, Fabbri, Strano, Minnozzi, Rizzitelli, Pasquini. Espulsi: Cascione. Angoli: 9 (7+2) . Recupero: 4′ (0’+4′).
Serie D girone F - Il Matelica regola la pratica Porto Sant’Elpidio con un netto 0-4 in trasferta. Apre le danze Leonetti che realizza il rigore che porta i Matelicesi sul 1-0. Poco dopo il raddoppio di Tomassini e seguire si chiude il primo tempo sul 3-0 con un altro goal di Tomassini. Il quarto goal è realizzato da Alessandro Rinaldi che sancisce la vittoria esterna della squadra allenata da mister Colavitto.
PRIMO TEMPO: La prima occasione è per gli ospiti al 2’pt con Borgese che scodella in area per Manserrat, Urbietis blocca in uscita. Al 6’pt, discesa sulla destra di Visconti per il Matelica che crossa al centro per Tomassini, ma incorna male la sfera.; Al 17’ del primo tempo arriva il vantaggio per il Matelica: Peroni è atterrato in area da Nocolosi. Dal dischetto si presenta Leonetti che realizza la rete dell’1 a 0.
Al 22’pt: raddoppio del Matelica: Angolo di Rinaldi, Tomassini stacca sul primo palo e batte Gagliardini.
Al 30’pt: altra azione manovrata del Matelica, Peroni scarica a Leonetti che cerca il primo palo, il numero 1 locale si salva in angolo. Al 40’primo tempo arriva la rete del 3- 0 del Mtelica Urbietis lancia lungo in contropiede Tomassini che addomestica il pallone e serve Leonetti, il numero 10 restituisce il pallone a Tomassini che trafigge Gagliardini.
Nella seconda frazione di gioco al 14’ ci prova Ruzzier, il quale cerca la porta su calcio di punizione, tiro che termina alla destra di Urbietis. Poi arriva al 13’ l’espulsione di Peroni, per il Matelica ed il porto sant’Elpidio tenta di prendere coraggio. Al 18’st: ancora Ruzzier cerca il tiro, ma calcia centrale e l’occasione sfuma; Al 33’ però arriva il Matelica cala il poker. Punizione dalla trequarti per Tomassini, sponda di testa per Rinaldi che con un tocco sotto batte Gagliardini in uscita. Nel finale è ancora Ruzzier a provarci, ma nulla da fare per la squadra di casa. Una convincente vittoria per il Matelica che si rilancia nelle zone più alte della classifica. Partita sotto tono invece per il Porto sant’elpidio annichilito in casa.
ATLETICO PORTO SANT’ELPIDIO –SS MATELICA 0-4
ATLETICO PORTO SANT’ELPIDIO: 1 GAGLIARDINI, 2 MORAZZINI, 3 NICOLOSI, 4 MANONI, 5 BORGESE, 6 MONSERRAT(30’st GELSI), 7 FERMANI(24’st RAFFAELI), 8 MICCOLI(40’st PALESTINI), 9 MAIO, 10 CUCCÙ, 11 FRINCONI(9’st RUZZIER). ALL: EDDY MENGO.
SS MATELICA: 1 URBIETIS(38’st AMOROSO), 2 VISCONTI, 3 DI RENZO A., 4 CROCE, 5 PUPESCHI, 6 DE SANTIS, 7 RINALDI(40’st SEVERINI), 8 BORDO, 9 TOMASSINI, 10 LEONETTI(26’st MORETTI), 11 PERONI. ALL. GIANLUCA COLAVITTO.
-|AMMONITI|: 32’pt Leonetti, 39’pt Cuccù, 11’st Peroni, 36’st Raffaeli, 39’st Amoroso, —————————— |ESPULSI|: 13’st Peroni, —————————— |RECUPERO|: 4’ (0’ e 4’). —————————— |ANGOLI|: 2 – 6.
Tre cestisti dell’Anthropos sono sul tetto del mondo grazie al secondo titolo iridato consecutivo della Nazionale Italiana FISDIIR. Questa mattina, a Guimaraes in Portogallo, si sono conclusi i Campionati Mondiali IBA21 (Pallacanestro per atleti con sindrome di down).
L'Italia si è confermata sul gradino più alto del podio superando per 36 -22 i padroni di casa del Portogallo nella finalissima.
La rappresentativa selezionata dal Referente Tecnico Nazionale Giuliano Bufacchi era per metà (3 ragazzi su 6 - nel basket 21 si gioca 3 vs 3 su campo di dimensioni standard) nuova rispetto alla precedente; due innesti vincenti sono stati gli atleti dell’Anthropos Civitanova: Alessandro Greco e Andrea Rebichini che hanno affiancato Emanuele Venuti, capitano della selezione e cannoniere delle precedenti rappresentative azzurre.
Già nella giornata di ieri gli azzurri avevano dimostrato contro la Turchia di essere il miglior team in competizione e oggi, in una finale tirata solo all'inizio, gli atleti italiani lo hanno confermato vincendo con 14 punti di vantaggio contro i padroni di casa del Portogallo e confermando così il titolo di Campioni del Mondo.
I tre portacolori hanno mostrato tutto il loro valore contribuendo in maniera importante alla vittoria conclusiva.
Emanuele Venuti era già un campione quando si è aggregato al nostro gruppo, Andrea Rebichini e Alessandro Greco si sono messi in luce grazie al lavoro delll'Anthropos in collaborazione con la Virtus Rossella Basket e lo sponsor Moretti srl. Una singergia avviata verso la metà del 2018 dando vita all’Anthropos Moretti Team sotto la guida di Claudio Bellandi e dell'aiuto coach Angela Gasparroni.
Il Presidente Nelio Piermattei:
"È difficile esprimere la gioia e la soddisfazione per l'ennesimo successo dei nostri tesserati. Gioia che ogni volta si rinnova e al contempo ringiovanisce l'entusiasmo per continuare il nostro percorso ponendoci sempre nuovi obiettivi.
Alessandro, Andrea ed Emanuele, come tutti i nostri ragazzi, mi rendono e ci rendono orgogliosi del loro essere campioni nella quotidianità, ci contagiano con il loro mix di entusiasmo e gioia e, in occasioni come queste, ci regalano l'ulteriore soddisfazione della vittoria sportiva! Sono orgoglioso ed è un piacere essere il Presidente di tutti voi! "
Pareggio a reti bianche tra Marotta e Villa Musone. I villans tornano a casa con un punto prezioso su un campo difficile dopo una prova di sostanza contro un avversario di livello che veleggia nelle parti nobili di classifica. I gialloblu, guidati in panchina per l'occasione dal mister della Juniores Pierpaolo Paoloni in attesa del nuovo allenatore, hanno retto bene l'urto confermando di potersela giocare alla pari con chiunque.
Dopo una mezz'ora di equilibrio, il Marotta sfiora il vantaggio con il palo di Paniconi, direttamente da corner. Nella ripresa le occasioni da gol latitano, con i gialloblu che si difendono con ordine e provano a ripartire in contropiede. Martino quando viene chiamato in causa si fa trovare pronto, ma alla fine la gara non si sblocca.
MAROTTA - VILLA MUSONE 0-0
MAROTTA: Cavalletti, Donati, Hervat (dal 21'st Rosi L.), Errady, Cucchi, Rosi A., Castignani, Cignotti, Paniconi, Rasicci (dal 32'st Mezzotero), Sanchioni (dal 11'st Biondi). All. Baldarelli.
VILLA MUSONE: Martino, Leone, Guzzini, Di Luca, Morra, Carloni, Camilletti M., Pancaldi, Marziani, Diallo (dal 16'st Tonuzi), Giammaria (dal 45'st Bora). All. Paoloni.
Arbitro: Simonella di Macerata
Ammonizioni: Pancaldi, Donati, Di Luca, Paniconi, Leone, Rosi L.
“Come annunciato già da tempo dalla Lega il nuovo decreto sisma è il decreto dei no, un miscuglio di nuova burocrazia e vecchie questioni irrisolte che non sblocca un bel niente tanto che ha scontentato tutti: professionisti, amministratori pubblici, cittadini. Il colmo? Parte dei fondi assegnati alle Marche è stata dirottata sull’Emilia Romagna (terremotata nel 2012) per finanziare le proroghe delle scadenze fiscali”.
Il giudizio sferzante sul DL 123 approvato dalla Camera pronunciato dal responsabile della Lega Marche senatore Paolo Arrigoni e dell’onorevole maceratese Tullio Patassini che, per conto del gruppo Lega, ne ha seguito alla Camera la conversione.
“Il Governo ha promesso di tutto e di più ai terremotati e non solo ha partorito un topolino, ma è pure riuscito a peggiorare la situazione – argomenta Arrigoni – Per raccattare qualche voto alle regionali in Umbria PD e Cinquestelle hanno redatto 9 striminziti articoli per rimpinguare i quali sono stati presentati oltre 900 emendamenti, gran parte dalla maggioranza stessa. La Lega si è astenuta anziché votare contro solo per rispetto dei terremotati che non meritano la farsa inscenata da una maggioranza litigiosa unita al solo scopo di non rimettersi al giudizio delle urne”.
“Come Lega abbiamo cercato in ogni modo di intervenire riuscendo a prorogare il personale della scuola e i mutui ed allargando le misure di “Resto al Sud” a tutto il cratere, e non solo a pochi comuni, la fascia dei beneficiari – aggiunge Patassini scendendo nel dettaglio dei NO di una maggioranza irremovibile – I veti incrociati di Movimento Cinquestelle, PD, LEU e Italia Viva a rallentare i lavori in commissione uniti a convocazioni e rinvii nella stessa giornata per la discussione in aula la dicono lunga di quanto la maggioranza sia stata nel pallone per l’evidente pochezza della carne messa al fuoco”.
L’onorevole Patassini fa poi una lista dei punti che non lo convincono del Decreto.
“No alla semplificazione delle procedure: gli stessi tecnici hanno in più occasioni dichiarato che l’autocertificazione proposta dal decreto non risolve un bel niente, anzi rallenta. Questo perché tra la versione dei professionisti e quella partorita dalla burocrazia romana ha vinto la burocrazia.
No al ruolo centrale dei Comuni privilegiando ancora una volta chi gli Uffici Speciali delle Regioni che da 3 anni dimostrano di non sapere (o volere?) cavare un ragno dal buco.
No alla progettualità sul territorio per lasciare posto al carrozzone di Renzi. Il DL introduce la cabina di regia di Casa Italia, riesumata da un sottoscala di ministero per predisporre progetti di sviluppo del territorio fatti a Roma e buoni giusto per tre convegni e un paio di pubblicazioni da presentare alla stampa. No alla Zona Economica Speciale per rilanciare lo sviluppo economico del territorio. Concessa a Venezia, è stata negata pure come avvio di massima agli Ordini professionali ed alle Associazioni di categoria terremotate del Centro Italia. No alla proroga Zona Franca Urbana. Smettono di aiutare le imprese che hanno resistito finora e non viene favorita la nascita di nuove. NO proroga esenzione ai fini ISEE degli immobili inagibili o distrutti. In pratica i cittadini del cratere avranno più difficoltà ad accedere ai servizi sociali
N alla proroga sospensione notifica cartelle ed accertamenti fiscali. Si sommano le difficoltà per le aziende con archivi in immobili lesionati o distrutti che non possono rispondere alle legittime richieste dell'Agenzia delle Entrate e/o della GDF e si troveranno sommerse da avvisi di accertamento e sanzioni. No alla proroga dei circa 1.000 tecnici che lavorano per il sisma.
No allo sconto del 40% sui finanziamenti bancari a 60 mesi accesi da cittadini ed imprese per pagare le imposte. No al subappalto limitato alle imprese locali. No al restauro come volano di ripresa economica del territorio. Le opere d'arte danneggiate dal sisma saranno trasferite a Firenze e Roma. In barba alla richiesta della Lega che vengano valorizzate le maestranze marchigiane e quelle ottimamente formate dell'Accademia di Belle Arti di Macerata. No risoluzione della questione macerie. La Regione Marche è in ritardo per raccolta e deposito ed il Ministero dell'Ambiente non ha ancora deciso cosa farne in seguito" - incalza Patassini - .
“Minaccia la mobilitazione contro il decreto persino il presidente della Regione Marche Ceriscioli, che non solo è del PD, ma aveva pure aveva piazzato i suoi più stretti collaboratori al tavolo della stesura del decreto - concludono Arrigoni e Patassini - abbiamo il quadro dell’ennesima farsa orchestrata da un Governo che vende fumo su tutto, pure sulle spalle dei terremotati”.
Il 7 dicembre, alle ore 16, presso l’Aula consiliare di Via Adriani, il sindaco di Mogliano Cecilia Cesetti incontrerà tutti i componenti dell’Associazione folklorica “La Cocolla” per la consegna dei diplomi di riconoscimento e per la celebrazione del trentesimo dalla sua fondazione.
Tutto prende forma nel marzo del 1989 e nulla sarà più come prima. I fondatori dell’Associazione “La Cocolla” sono Padre Vittorio Carbonari, Casimiro Luchetti, Gennarina Carducci e Patrizio Zitelli. Si guardano negli occhi con il desiderio di dare una possibilità all’ipotesi di un recupero autentico del patrimonio folklorico, di una riscoperta delle nostre radici e di una valorizzazione sistematica delle tradizioni popolari legate alla civiltà contadina: la trebbiatura, lo “scartoccià”, le “vellegne” (la vendemmia), San Martino, i carnevali, la riapertura delle cantine, la festa de le canestrelle, le serenate. La multiforme attività della formazione si è dispiegata in questi trent'anni intensissimi, vissuti sempre in prima linea all'insegna dello spettacolo a tutto tondo con lo scopo essenziale di riproporre tutti gli usi e i costumi della civiltà contadina arcaica per salvarne l’immenso patrimonio di valori e di cultura.
“Lu vergà e la vergara” con le loro poesie dialettali sono stati senz’altro lo spettacolo che ha riscosso nella storia della Cocolla i maggiori consensi. Ogni spettacolo de La Cocolla è stato sempre concepito come un viaggio a ritroso nel tempo e, nel tempo, il gruppo folk si è orientato verso la riproposizione di usi e costumi locali, anche attraverso l’istituzione di una Scuola di Ballo e Canto Popolare.
Grazie all’iniziativa di appassionati cultori di queste tradizioni, sono stati inscenati in moltissime piazze italiane e straniere balli tipici, come il Saltarello, la Castellana, i Canti da lavoro, ma anche la Tarantella, la Quadriglia, di diversa derivazione culturale, tutti inerenti alla cultura contadina e accompagnati dal suono dell’organetto, della fisarmonica, delle nacchere, dello zigolo, dei cembali e di altri strumenti articolari. In questo armonioso contesto rivive anche il dialetto con cui la “Vergara” e altri personaggi raccontano in prosa o in versi i fatti della vita contadina tramandati dalle antiche “Veglie”, nelle sere d’inverno intorno ai focolari.
Nel corso della sua attività artistica, La Cocolla ha riscosso un vasto consenso di pubblico e di critica nelle numerosissime località d’Italia ed estere dove si è esibita, meritando di essere giudicata uno dei pochi ed esclusivi gruppi che, con serietà e fedeltà autentica, ha proposto i vari generi del folklore locale. Di particolare rilievo è ogni spettacolo concepito come un viaggio storico dall’epoca napoleonica fino all’ultimo conflitto mondiale: due secoli che, con introduzioni culturali diverse dalla tradizione, hanno arricchito la locale realtà rurale di nuovi balli tipici quali la Quadriglia, la Tarantella, il Valzer, la Marcetta ecc. Al tema del viaggio storico si aggiungono danze che prendono il nome dalle cose della quotidianità rurale del tempo: il cappello, il fazzoletto, la fontana, la gioia, la fantasia, i cembali, i giochi dei bambini, che illustrano appunto, in un quadro pieno di armonia, tutta la realtà di vita della semplice gente di campagna.
“Un trentennio in cui i cantanti, i musicisti, i ballerini di ogni età - afferma il presidente della Cocolla Andrea Rossi - si sono uniti in un sodalizio che cresce, evolve e si impone all’attenzione di tutti conquistando un posto importante nel mondo del folklore fino alla partecipazione che ha visto La Cocolla protagonista alla 1° Giornata Nazionale del Folklore e delle tradizioni popolari organizzata dalla F.I.T.P. - Federazione Italiana Tradizioni Popolari sabato 26 ottobre a Roma. In questa occasione il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che il futuro ha un cuore antico e per questo il folklore rappresenta un’Italia bella nella quale bisogna credere. Le sue parole possono sintetizzare l’essenza della nostra storia: il futuro che stiamo costruendo non può prescindere dalla tutela del patrimonio di valori culturali e tradizioni che hanno contribuito a rendere l’Italia speciale e ammirata in tutto il mondo”. La cultura popolare è una preziosa eredità che è nostro dovere custodire, tramandare, promuovere. Un popolo che non conosce le proprie radici è un popolo che rischia di smarrire la propria identità. Per progettare come vogliamo essere dobbiamo sapere come eravamo. La cultura popolare marchigiana con La Cocolla è in cammino: tradizione, memoria, cultura popolare, musica, danze, sorrisi e allegria sono gli ingredienti della nostra storia.
“È un privilegio essere il presidente onorario che festeggia il trentennale de La Cocolla - afferma Casimiro Lucetti - , ma soprattutto è un onore essere il Presidente di un’associazione che, grazie all'abnegazione e allo spirito di appartenenza di molti volontari, alla professionalità e competenza di ogni componente, ha saputo crescere giorno dopo giorno fino a divenire una realtà di livello internazionale. Sono onorato di rappresentare ciascuno dei nostri cantanti, musicisti, ballerini: quelli che lo sono stati e quelli che stanno crescendo, quelli che rappresentano l’eredità, quelli che vogliono semplicemente godersi il piacere di stare insieme e condividere emozioni, tutti quelli che amano le nostre radici e desiderano proteggerle e tramandarle".
Il fondatore Casimiro Luchetti, che per quindici anni ha ricoperto la carica di Presidente dell’Associazione, desidera per l’occasione ringraziare i Presidenti che si sono succeduti: Emanuela Ferretti, Vanda Broglia, Pamela Trisciani, Stefano Sbarbati, Eleonora Antonelli e Andrea Rossi.
Taglio del nastro, sabato, a Recanati della rassegna di fotografia contemporanea curata da Vittorio Sgarbi nei musei civici di Villa Colloredo Mels a Recanati. L'Incanto, lo Sfregio, il Paesaggio Umano, l'Utopia, il Paesaggio Interiore e la Città. Sono le sei sezioni in cui si articola la mostra fotografica Paesaggio Italiano – L'Infinito tra Incanto e Sfregio, a cura di Vittorio Sgarbi, che andrà in scena dal 1° dicembre 2019 al 15 gennaio 2020 al museo civico di Villa Colloredo Mels di Recanati. Il progetto, promosso dall’associazione culturale Lo Stato dell’Arte, organizzato in collaborazione con il Comune di Recanati e Sistema Museo, nasce da un’idea dei suoi storici collaboratori Sauro Moretti, manager, e Nino Ippolito, ufficio stampa. Nell’anno in cui si celebrano i duecento anni de L’Infinito di Giacomo Leopardi, una rassegna di fotografia contemporanea che racconta il rapporto tra uomo e natura, tema leopardiano e attualissimo.
INAUGURAZIONE
Al taglio del nastro erano presenti Vittorio Sgarbi, il sindaco di Recanati Antonio Bravi e l’assessore alle Culture Rita Soccio e la maggior parte dei fotografi che sono stati selezionati per la rassegna fotografica.
"La città dell’Infinito si confronta con la fotografia - dice Sgarbi - anche una poesia è fotografia, come ad esempio i sonetti di Leopardi che ci restituiscono delle immagini ben chiare. Entrambe sono un prolungamento della memori, capaci di fermare il tempo contemporaneamente ritrae un qualcosa che è già passato, che non esiste più. La mostra è un singolare racconto dell’Italia, un progetto bellissimo che ora è a Recanati ma contiamo di portare in giro per il paese".
“Ancora una volta – ha detto l’assessore - Vittorio Sgarbi non ha deluso le nostre aspettative. Quella di Villa Colloredo Mels non è solo una bella mostra ma è anche una riflessione dove si racconta, attraverso immagini e suggestioni, il paesaggio italiano e pezzi della nostra storia. La rappresentazione che gli autori ci propongono restituisce una visione a volte cruda a volte poetica della nostra bella Italia. Ringrazio Sgarbi e a Sistema Museo per aver scelto Recanati Città della Cultura, come sede naturale della mostra nell'anno del Bicentenario dell'Infinito”.
LA MOSTRA
Il paesaggio italiano in mostra viene raccontato attraverso scatti che sono piccole e grandi storie, dalla bellezza al degrado, nelle immagini di 58 fotografi, tra professionisti ed amatori evoluti, i cui lavori sono stati selezionati da Sgarbi tra migliaia di autocandidature arrivate. Sono 91 le foto in mostra, e non è solo la bellezza ma sono soprattutto le storie dei luoghi e le gesta dei suoi abitanti a segnare il paesaggio italiano nelle sue contraddizioni, tra tran tran quotidiano e situazioni straordinarie, in un passato glorioso col futuro ancora da scrivere.
C'è l'Incanto nella fotografia che registra la bellezza che ci circonda, come nella veduta del Cretto di Burri nello scatto di Nino Ippolito, la magia del Monte Tabor e del Colle dell'Infinito nelle immagini di Gianfranco Lelj, grande ritrattista dei divi del cinema, nonché fotografo di scena di grandi registi come Federico Fellini, Ettore Scola e Zeffirelli.
E in mostra c'è anche lo sfregio alla natura, all'architettura, alla salute e alla decenza. Lo sfregio è nell'indifferenza del cittadino alla cosa comune che tutti ci riguarda, come nelle De_Composizioni di Luca Tentorio e Lorenzo Carloni, giovani fotografi che si interrogano sul “cammino” del rifiuto una volta abbandonato al suo destino di prodotto errante. E la testimonianza di un malcostume che ha radici lontane, nella Venezia Sporca di Massimo Bersanetti, che risale agli anni '70 e a quel che resta dopo un mercato sull'acqua.
Sfregio è la fabbrica monstre incapace di mantenere lavoro e salute, i cui danni sono ritratti con inedita delicatezza in due scatti di Florinda Orsini, allieva dei corsi di fotografia di Inforidea e tratti dal progetto collettivo Luci e Ombre curato da Cristina Mura: dell'Ilva di Taranto vediamo i suoi effetti negli sguardi dei vivi e nella polvere rossa che si accumula sulle tombe.
Sfregio sono i piani regolatori demenziali che affumicano interi paesi senza mai trovare una soluzione al traffico, come nel caso di Lastra a Signa e della sua protesta dei lenzuoli, portata in mostra nello scatto “Ero un lenzuolo bianco” di Daniele Pisani. Sfregio sono le bagnarole dei migranti affondate e lasciate a marcire sulle coste del Sud Italia, come testimonia Andrea Imbrauglio, sono gli ecosistemi calpestati per cause di forza maggiore nell'immagine di Enrico Angheben, sono le targhe poste a memoria di chi poteva essere salvato proprio da chi le ha messe lì, ex post, nella foto di Fabiano Anello.
E c'è il Paesaggio Umano, che ci mette davanti immagini che sembrano scattate negli anni '70 e che invece raccontano un presente italiano che di lasciar andare il passato non ne ha la minima intenzione.
C'è il fascino perenne del mangereccio abbordabile delle sagre di paese, incrollabile tradizione italiana (nello scatto “Da Gigina” di Antonio Baratto), ci sono gli umarell annoiatissimi che mai si danno per vinti – gli anziani intenti a fare gli anziani in città – nello scatto milanese del giovane fotografo Alessandro Giugni; le processioni religiose che sembrano un set di Dolce & Gabbana; gli ambulanti che ancora girano di casa in casa con i loro mille prodotti da vendere (Canzio Oricchio, fotografo passeggiatore); le vacanze spiaggiate, immortalate dall'avvocatessa e fotografa Paola Bellomo, con pranzi pantagruelici al seguito che richiedono la fatica di almeno tre generazioni di famigliari per traslocarli fronte mare; chi non ha ancora il condizionatore in casa e corre ai ripari contro il caldo dell'ultima estate micidiale, nello scatto napoletano di Carlo Marchisio: tutte immagini di un'Italia che resiste al contemporaneo e se ne frega, tra lamentele, usi e costumi duri a morire.
Ci sono i senzatetto sfiniti e quelli che resistono, nei ritratti neorealistici di Paolo Cudini; e c'è lo scatto degli allievi del corso di fotografia Inforidea nel carcere di Avezzano, partecipanti dall'interno della prigione al progetto Luci e Ombre – e non si sa chi l'abbia scattata, poiché le macchine fotografiche venivano usate da tutti i detenuti, tra i quali l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, anch'egli parte del progetto ed autore certo dell'azzeccato titolo: Insieme (ma non) per forza.
C'è l'Utopia dei non-luoghi, posti che avevano vita e scopi ed ora semplicemente sono lì, senza la speranza di nuova destinazione o di un restauro conservativo.
Ci sono le ex fabbriche colossali, non più cattedrali del lavoro ma personaggi in attesa di Godot, come nello scatto dell'ex tubificio Vianini di Dorotea Rossi; i blocchi in mattone che nascondono ex impianti di lavorazione di concimi chimici, col loro segreto di metalli pesanti e sostanze tossiche che continuano a far compagnia agli ignari bagnanti nello scatto dell'archeologo Matteo Tadolti; le orecchie ormai sorde della guerra fredda che ancora si stagliano nel panorama del Monte Giogo (Emanuele Barbieri); le piscine delle ville abbandonate, ormai regno di vegetazione, ruggine e visioni di ciò che è stato negli scatti glamour di Ulyana Accaramboni. C'è la tragedia annunciata in un'immagine – Vite appese a un filo - che ferma il tempo poche ore prima di una storia nera di omicidio/suicidio che nel 2017 sconvolse la città di Ferrara e che distrusse in un colpo solo l'ultima di una generazione di antiquari e la loro casa, nello scatto premonitore della ferrarese Sara Gazzotti.
Il Paesaggio Interiore, lo stato d'animo che ci portiamo dentro e che va a intaccare anche il paesaggio in cui viviamo, è quello espresso negli scatti di Fabiola Catalano, dove nelle stanze chiuse si manifesta, capovolto, il panorama esterno, come i tormenti interiori dei suoi protagonisti. Può essere una sensazione comune, a chi scatta e a chi guarda, un panorama che si fa ricordo di amori passati, che evoca profumi, odori e canzoni solo a guardarlo, come i resti della camporella di Giuseppe De Berti.
Ma è una debolezza svelata, che si fa conquista del sé e del trauma personale archiviato, non più nascosto e quindi finalmente battuto, un reduce che si porta a casa ferite e vittoria: ed è l'autoscatto con cicatrice nel bosco di Emily Luchini. Ma il Paesaggio Interiore può essere un luogo segnato per sempre dalle vibrazioni di un delitto, che la foto coglie poco prima che accada, come la pagina che precede la scoperta dell'assassino, e questo capita nella pineta de Il Cannibale immortalata dall'avvocatessa e fotografa Annamaria Pinciotti. E c'è la vita da spiaggia che non deve, non può e non vuole essere disturbata nemmeno da una nave che sta oscurando il cielo coi suoi fumi velenosi, nella foto di Laura Ruggiero.
E poi c'è la Città, fonte di ispirazione inesauribile: c'è lo scatto di Ottavio Colosio, La Tonnara - nome in gergo che gli operatori tv danno all'ammassamento convulso dei giornalisti intorno al personaggio del giorno - ripresa a Milano. E nei palazzi delle città, stretti gli uni con gli altri, piano su piano, si esalta anche l'odio più naturale del mondo, quello per i propri vicini di casa che, ne I Blasonati di Giovanni Ruggeri sono esposti per quello che sono: palazzi signorili davanti, orrendi ballatoi fatiscenti di dietro.