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Ussita a due anni dal sisma, le priorità: linee elettriche, impianti funiviari, rischio idrogeologico

Ussita a due anni dal sisma, le priorità: linee elettriche, impianti funiviari, rischio idrogeologico

“La rete di distribuzione elettrica nel territorio del Comune di Ussita si trova in pessime condizioni, tale da causare frequenti sospensioni nell’erogazione di energia e presentare un certo grado di rischio in prospettiva dell’arrivo della stagione invernale – dichiara il Sindaco Vincenzo Marini Marini -  “la particolarità di Ussita, unica tra tutte le comunità colpite dai terremoti del 2016, consiste nella circostanza che il Comune è il proprietario della rete di distribuzione elettrica perché il Comune stesso, fin dagli inizi del ‘900, produce energia tramite centrali idroelettriche. Il Comune, il cui territorio è stato devastato dai terremoti del 2016, non ha più alcuna delle entrate su cui poteva far affidamento in tempi ordinari e non è quindi in grado di effettuare i necessari investimenti sulla rete di distribuzione elettrica. Questa particolarità di Ussita, un caso unico tra i Comuni del cratere, ha comportato problemi notevoli al Comune e, soprattutto, potrebbe creare notevoli difficoltà alla comunità che si trova alloggiata nelle SAE atteso l’approssimarsi dell’inverno. Negli altri Comuni del cratere la gestione delle linee elettriche è stata garantita, correttamente, dall’ENEL che è stata sempre presente e sempre ha risposto alle esigenze delle comunità. Ad Ussita, ovviamente, né l’ENEL né altri sono intervenuti poiché l’attività di manutenzione avrebbe dovuto essere effettuata dal Comune ma in quel periodo la valle di Ussita era deserta, tutta la comunità era sulla costa in attesa fossero costruite le SAE e, soprattutto, il Comune doveva far fronte all’emergenza”.

Il terremoto infatti ha costretto tutta la comunità di Ussita ad abbandonare la valle e quindi non sono state effettuate le normali manutenzioni sulle linee elettriche, come banalmente il taglio dei rami degli alberi che toccano i fili elettrici e le manutenzioni delle cabine, per quasi due anni.

“L’assenza di manutenzione – prosegue Marini Marini - ha in parte danneggiato sia linee che cabine su cui ora si dovrebbe intervenire e con urgenza, per evitare cessazioni nell' erogazione dell’energia elettrica. Se a tale considerazione si aggiunge il fatto che l’attività di distribuzione di energia elettrica negli ultimi anni ha sempre rappresentato un costo per il Comune, si giunge alla ovvia conclusione che è opportuno procedere alla vendita di tale attività. In merito all’ ipotesi di vendita sorge il problema, ed è su questo che chiediamo attenzione e sostegno, della normativa di settore che prevede che gli utilizzatori delle reti siano tali in virtù di una concessione – e il Comune di Ussita è appunto concessionario – e che tale concessione, per espressa disposizione di legge, non possa essere modificata fino al 2025. Se il Comune di Ussita non si trovasse nella situazione in cui si trova, si sarebbe potuto fare affidamento sulle entrate ordinarie (che ora non vi sono più) ma, soprattutto, il Comune avrebbe adottato il miglioramento della rete di distribuzione quale sua priorità, convogliando su di esso, per questo periodo, tutti gli sforzi. Tuttavia la situazione in cui si trova Ussita, purtroppo, impone molte altre priorità. Una soluzione possibile, stando a contatti informali con il Ministero dello Sviluppo Economico, potrebbe essere quella della sub-concessione ad un soggetto terzo ma tale soluzione, che è appunto un' eccezione al principio generale, può essere seguita solo se la situazione è di assoluta e chiara anomalia rispetto alla normalità”.

Gli impianti funiviari di Frontignano. Gli impianti di Frontignano sono di proprietà del comune di Ussita che ne sostiene i costi e incassa i ricavi. Questa attività però, pur essendo molto importante per l’indotto che crea, è stata sempre in perdita. Le perdite ammontano a circa 300mila euro l’anno in media negli ultimi 20 anni. A fronte di questi costi, sostenuti dal Comune di Ussita, vi sono stati molteplici vantaggi per l’indotto non solo sulla comunità di Ussita ma anche su quelle di molti comuni vicini. Gli impianti, inoltre, richiedono anche attività di promozione e possibilità di collegamento al di fuori di Ussita. Per tutte queste ragioni il Sindaco sta valutando la possibilità di affidare la gestione degli impianti funiviari al consorzio Contram, che si occupa di trasporti in tutta la provincia di Macerata. “Sembra ci sia interesse da parte di Contram – dichiara Marini Marini - e penso che, se si raggiungerà un accordo, ci sarà maggior coordinazione tra il sistema dei trasporti pubblici locali, il trasporto su gomma e quello a fune e anche i costi, così come già avviene da sempre per i benefici, sarebbero redistribuiti su tutto il territorio, dato che Contram è partecipata da tutta una serie di Comuni della provincia e anche dalla Regione. La terza ragione, molto importante, è che grazie alla gestione Contram si potrà avere una attività di promozione e una sinergia vera ed effettiva: lungo tutta la vallata del Chienti chiunque, facendo un biglietto, potrà salire sul pullman con bicicletta, sci o solo con zaino e scarponi, essere portato a Frontignano e sempre con quel biglietto salire sulla seggiovia, fare un’escursione, riscendere, fare la spesa ad esempio a Visso o Ussita e poi tornare da dove proveniva. In tal modo vi sarà una migliore offerta dei servizi al turismo su una zona molto ampia; basti pensare solamente alle decine di migliaia di turisti che frequentano la costa marchigiana e che avranno la possibilità di venire a scoprire i Sibillini”.

Rischio Idrogeologico. La terza tematica che Ussita fa rilevare sono i lavori da effettuare per la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico. “È particolarmente importante, e l’ho molto apprezzato, che la Regione abbia deciso che tutti i diversi interventi in tale campo saranno gestiti in modo organico e coordinato tra Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Visso. L’auspicio è che sia consentito alla Regione di operare in tempi rapidi perché senza la mitigazione del rischio idrogeologico non è possibile avviare con serenità attività in una zona davvero molto - quasi troppo - ampia. Del resto, le somme sono state stanziate. Si consideri inoltre che, quale effetto secondario, spendendo questi fondi si attiveranno anche le imprese e il lavoro”.

 

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