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Sferisterio, insorgono le maestranze: "Manca il personale e non ci pagano gli straordinari"

Sferisterio, insorgono le maestranze: "Manca il personale e non ci pagano gli straordinari"

“Non siamo più disposti a concedere nulla”. Questo l’ultimatum delle maestranze che ogni anno lavorano dietro le quinte dello Sferisterio rendendo possibile il successo della stagione. Alle 12 di oggi, mercoledì 28 dicembre, un gruppo di portavoce dell’arena maceratese ha incontrato la stampa per rendere pubbliche le preoccupazioni e le criticità che minacciano la buona riuscita del cartellone dell’anno a venire. 

I locali del bar Samo, in piazza Vittorio Veneto a Macerata, hanno accolto il caposquadra Mauricio Pasquali, il rappresentante sindacale della CGIL Sauro Tartari, l’aiuto tecnico Andrea Gentilini, la sarta Daniela Batacchini e i fratelli Mauro e Pietro Pettinari, rispettivamente aiuto-tecnico e gruista, oltre che responsabile dei lavoratori.

Tante le questioni che turbano le maestranze: dagli ingenti problemi tecnici che affliggono tanto lo Sferisterio quanto il Teatro Lauro Rossi ai ritardi nella programmazione del calendario della stagione, passando per il mancato adeguamento degli stipendi, alcuni dei quali rimasti invariati negli ultimi 13 anni. 

Per quanto riguarda le questioni tecniche, da risolvere in tempi brevi, è stato già presentato un documento (riportato in calce) al neo-eletto sovrintendente Flavio Cavalli e agli assessori Katiuscia Cassetta (delega alla cultura) e Silvano Iommi (delega all’urbanistica), il solo al momento ad aver risposto dicendo di aver contattato direttamente l’ufficio tecnico del Comune. 

“Siamo innamorati dello Sferisterio e vogliamo il meglio per questa struttura – afferma Pasquali -. Lo stesso vale per il Lauro Rossi, dentro il quale recentemente si sono verificati episodi inammissibili come la pioggia che filtra dal tetto o i calcinacci caduti in platea. Ne va della sicurezza stessa degli spettatori, prima che della qualità degli spettacoli”.  

Intanto continua a accumularsi il ritardo per la stesura della programmazione finale, paventando il ripetersi delle difficoltà emerse già l’anno scorso quando tutti i reparti, a causa della carenza di organico, sono stati costretti a prestare servizio oltre gli orari contrattuali. Pare pleonastico sottolineare il mancato pagamento dei suddetti straordinari. 

A trattare le questioni contrattuali è l’RSA Sauro Tartari: “Speriamo di poter instaurare un rapporto proficuo e continuativo con il sovrintendente Cavalli, come quello che c’era con Messi. Per ora rimaniamo in attesa del primo incontro ufficiale (richiesto lo scorso 20 dicembre ndr). Sono anni ormai che, arrivati a fine stagione, siamo costretti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per portare degnamente a termine i lavori: è necessario riadeguare i contratti, alcuni dei quali sono rimasti invariati negli ultimi 12/13 anni. Sarebbe opportuno anche inserire un criterio di anzianità per tutelare ulteriormente i lavoratori, tanto in termini salariali quanto contributari. 

“È innegabile che lo Sferisterio rappresenti un baluardo di legalità, nel mondo dello spettacolo che troppo spesso poggia su cooperative e lavoro a nero – continua Tartari -. Eppure, se siamo riusciti a portare a termine con successo nelle passate stagioni, è solo merito della compattezza dei vari reparti, che si sono sempre fatti carico della buona riuscita degli spettacoli nonostante le condizioni quantomeno sfavorevoli”.

Si pensi solo che lo scorso anno era possibile richiedere la cassa integrazione se il luogo di lavoro avesse superato la temperatura di 36 gradi. Il palco dello Sferisterio raggiungeva anche i 48 gradi durante l’estate, eppure i lavoratori hanno perseverato per adempiere ai lavori.

“Non è una questione politica – sottolinea Pasquali -. Non ci interessa il colore dell’amministrazione in carica quanto la costruzione di un dialogo proficuo e onesto. Ora come ora sentiamo il bisogno di una struttura dirigenziale a cui fare riferimento. Capiamo la difficoltà del momento, con Cavalli non ancora insediato e l’amministrazione in affanno, ma non può essere lo Sferisterio a pagarne lo scotto”.

“Sono rimasto l’unico gruista dell’Associazione Arena Sferisterio – racconta Pietro Pettinari -. Fino allo scorso anno eravamo in due, ma il collega se n’è andato quando ha visto negata la sua richiesta di aumento. Una mancanza grave che già l’ultimo anno ha generato non pochi disagi quando sono rimasto a casa per il Covid e nessuno poteva sostituirmi”. 

In piena stagione l’organico consta circa di 80 tecnici, per un totale di 150 impiegati fra figuranti, mascherine e biglietteria (500 in totale, compresi gli artisti). Un numero ben inferiore a quello necessario per uno svolgimento agevole e senza intoppi dei lavori. 

"La formula dello scorso anno ci ha messo in seria difficoltà - continua Tartari - e temiamo che possa ripetersi anche per il prossimo nonostante le tante critiche: ad esempio, anziché lanciare le prime ravvicinate fra loro era stato deciso di diluirle in settimane diverse, estendendo la ‘tensione della prima’ e richiedendo uno sforzo ulteriore ai dipendenti". 

A dare la propria testimonianza sono poi Andrea Gentilini e Daniela Batacchini, i quali riportano esperienze simili nei rispettivi reparti: straordinari che sforano di gran lunga le 7 ore contrattuali previste senza adeguato pagamento, carenza di personale deleteria che costringe i lavoratori a rimanere in servizio ben oltre le turnazioni previste.

Questi, nello specifico, i lavori richiesti all’amministrazione comunale e al sovrintendente Cavalli: il completamento della pavimentazione del sottopalco e la copertura sotto le grate del palcoscenico; un miglioramento in termini di funzionalità del retropalco con quinte di fondo intercambiabili e leggere per permettere una maggiore e molteplice agibilità; il rifacimento di alcune parti del tavolato sia del palcoscenico che del soppalco a causa dell’usura; il prioritario riordino generale dei magazzini dove si trovano collocate scenografie e costumi, con il necessario recupero di spazi ormai colmi, individuando materiale obsoleto da eliminare e riciclando parti che potrebbero avere un nuovo utilizzo; la sistemazione adeguata e il necessario restauro di realizzazioni di punta del Mof come la Traviata di Svoboda, dotarsi di mezzi di trasporto di medie dimensioni per effettuare rapide movimentazioni di materiale da e verso i magazzini e Sferisterio o Teatro Lauro Rossi. 

Per quanto riguarda il Teatro Lauro Rossi, con riferimento al luogo di lavoro, occorre mettere mano su una struttura a lungo trascurata nel settore palcoscenico e graticcia, includendo la pulizia e un riordino ormai indispensabili. Inoltre, il materiale di base per gli allestimenti scenografici tipo quinte e pedane praticabili ha bisogno di un radicale rinnovo, ne va della qualità degli spettacoli così come della sicurezza di chi sta sul palco, artisti e tecnici.

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