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Scossa a Caldarola, Tondi: "Non è un aftershock, ma si tratta di una faglia locale"

Scossa a Caldarola, Tondi: "Non è un aftershock, ma si tratta di una faglia locale"

Il terremoto di questa mattina di magnitudo 3.3 con epicentro a Caldarola ha riacceso paure mai sopite negli abitanti della zona che, ormai da oltre un anno, si trovano a convivere con il sisma.

In merito alla scossa di stamattina, puntuale e preciso arriva l'intervento del professor Emanuele Tondi che spiega nel dettaglio di cosa si sia trattato.

"Questa mattina alle 5:44 un terremoto di magnitudo 3,3 ha avuto come epicentro Caldarola. Gli altri Comuni più vicini all’epicentro sono Cessapalombo, Camporotondo di Fiastrone, Belforte del Chienti e Serrapetrona. Non è il primo che si verifica in questa zona" dice Tondi "e subito dopo, alle 7:22, ce ne è stato un altro di magnitudo 2,5. Come si può vedere dalla mappa allegata, l’epicentro (stella) non ricade all’interno della zona destabilizzata dagli eventi di fine ottobre 2016 (dove ci sono tutti quei pallini blu, che indicano i terremoti verificatesi negli ultimi 3 mesi) e quindi non sono considerati aftershocks o, più comunemente, terremoti di assestamento. Essendo tuttavia la zona molto vicina, non si può escludere che i forti eventi degli ultimi mesi ne abbiano anticipato la genesi. 

 

Nel grafico sono riportate le Intensità (danni) risentite a Caldarola dal 1700 in poi. Come si può vedere, terremoti locali di modesta magnitudo (stimata tra 4,5 e 5,0) si sono verificati nel 1921 e 1936. Terremoti generati da faglie piccole (1000 volte più piccole di quella del Monte Vettore-Monte Bove), che non arrivano in superficie e di cui l’Italia è piena. A Caldarola e nei Comuni vicini, i danni provocati dagli eventi del 1921 e 1936, sul costruito dell’epoca, sono stati simili o leggermente minori di quelli generati dai terremoti di fine ottobre 2016. Diverso il discorso del terremoto del 1799, con un’area epicentrale non ben definita e con danni notevoli avvenuti in un’area ampia che da Sarnano, a sud, si estende fino a San Severino, a nord, e Camerino ad ovest. Anche in questo caso, il terremoto è stato generato da più faglie minori, ripetuti eventi che nel complesso hanno generato danni diffusi e poche, pochissime, vittime. Si allega anche la Scala Mercalli (MCS) per avere un'idea dei danni associati ai vari gradi di Intensità.

 

Precisiamo che non c’è mai stato un vulcano a Caldarola. A Garrufo (tra Caldarola e Camporotondo) ci sono fenomeni tipo vulcanelli di fango e sinkhole (buche) legati alla circolazione di acqua sotterranea.
Considerazione personale: poiché le accelerazioni al suolo legate ai forti eventi dei mesi scorsi hanno raggiunto quelle massime possibili per l’area, almeno sulla base della Carta di Pericolosità Sismica nazionale, gli edifici attualmente agibili e non danneggiati" conclude Tondi "non devono temere l’occorrenza di eventuali (ma speriamo comunque di no) terremoti generati da piccole faglie locali". 

 Dati: INGV e DPC (http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Rapporto_effetti_macrosismici_terremoto_30_Ottobre_2016_18_genn__.pdf)

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