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San Severino - Turni scoperti e personale stremato alla casa di riposo: "Viviamo un inferno"

San Severino - Turni scoperti e personale stremato alla casa di riposo: "Viviamo un inferno"

“Viviamo un inferno, siamo impotenti e la situazione varia di ora in ora. Senza personale non possiamo andare più avanti. E’ per questo che continuo a chiedere l’intervento dell’Esercito”. Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, torna sull’emergenza Covid-19 alla Casa di riposo “Lazzarelli”.

“Questa mattina, per la prima volta, non si è riusciti a coprire il turno dalle ore 6 alle 14 perché su 8 infermiere 4 sono positive e su 18 operatrici socio sanitarie 10 sono positive e altre 2 malate. Dovendo fare anche il percorso sporco pulito - sottolinea la pima cittadina -, e avendo una struttura che si sviluppa su tre piani, servivano già prima della pandemia più forze, figuriamoci dunque ora con quello che sta accadendo. Ci ritroviamo per questo in una situazione assurda ma, ancora di più, pericolosa".

La struttura ospita 85 degenti di cui 35 risultano ad oggi positivi: "Di questi 5 sono stati trasferiti altrove - aggiunge il sindaco - mentre è stata organizzata un’area Covid capace di ospitare fino a 50 pazienti ma il personale che opera in questi spazi non può certo essere impegnato per seguire i degenti che non sono positivi. Ci sono stati forniti un dottore e un infermiere dall’Usca per otto ore al giorno, l’Asur è sempre stata presente al nostro fianco e ci sono stati anche diversi sopralluoghi dal Dipartimento di igiene ma questo, è evidente, non può bastare".

"Le operatrici che stanno lavorando all’interno della Casa di riposo “Lazzarelli”, peraltro, non fanno più riposo settimanale e sono veramente stremate. Torniamo a chiedere, a chi di competenza, di intervenire con l’invio di medici, infermieri e altre figure più che mai necessarie in questa situazione. Non si possono pensare alternative, non si può perdere altro tempo. Ogni altra soluzione sarebbe solo un palliativo in quanto i vecchietti ospitati in struttura hanno già subito un primo spostamento e ne sono usciti devastati mentalmente. Sicuramente non riuscirebbero a sostenere un ulteriore trasloco, un ulteriore cambio di stanza o di situazione. Penso di essere chiara e realistica in quel che affermo” conclude la Piermattei e, da ultimo, l’appello del primo cittadino settempedano sulla carenza dei dispostivi di protezione individuale per affrontare la pandemia: “Servono tute protettive a rischio biologico, soprascarpe, guanti, visiere e mascherine FFP2. Chiedo a chiunque possa darci una mano di fornirci un aiuto subito”.

 

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