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Riforma del credito cooperativo: parola al commercialista Marco Bindelli

Riforma del credito cooperativo: parola al commercialista Marco Bindelli
 
In questa particolare fase della vita politica italiana, abbiamo chiesto al commercialista civitanovese Marco Bindelli, consulente aziendale che da anni si occupa della riforma del credito cooperativo di cui è diventato uno dei massimi esperti nazionali con pubblicazioni e interventi anche in alcuni blog di settore e di riferimento, quale a suo avviso dovrebbe essere la strada da imboccare meno traumatica, non solo per il Paese ma nello specifico per la nostra comunità regionale, dal punto di vista anche economico.
 
"Ritengo deleterio - esordisce Bindelli - per l’economia e il Paese in genere continuare a ricercare governi che non abbiano solidità e unità di intenti. Che sia destra o sinistra o centro, occorre un esecutivo votato dagli italiani che vada in un’unica direzione e che porti alla crescita dell’Italia, rendendo le imprese competitive, abbassando la pressione fiscale e riducendo la burocrazia. 
 
Quindi secondo lei la soluzione migliore è andare alle urne?
 
"Se all’interno del contratto M5S-Lega fosse stato possibile un rimpasto di governo per tenere conto dei risultati delle votazioni europee credo che sarebbe stato già fatto. L’alternativa di un governicchio che non poggi su basi solide e condivise non riuscirebbe a rimuovere gli ostacoli che bloccano la crescita e la produttività, per cui, meglio ritornare velocemente alle urne, anche per poter approvare una manovra finanziaria coraggiosa."
 
In questo ha ragione Salvini?
 
"Sicuramente un’ammucchiata M5S-PD-Leu, magari anche con qualche componente del gruppo misto, seppur di breve durata, oltre a non fornire quella spinta necessaria per il nostro Paese, sarebbe vista come un attaccamento alle poltrone che danneggerebbe, in primis, proprio quei partiti a vantaggio di Salvini e della Lega."
 
Relativamente alle Banche di credito cooperativo (Bcc), in più occasioni, lei ha detto che l’attuale governo ha operato nell’interesse del credito cooperativo. Ora ha cambiato idea?
 
"Assolutamente no, anzi colgo l’occasione per ribadire che il governo M5S-Lega (su questo aspetto in perfetta sintonia) ha apportato una serie di modifiche normative nell’interesse del credito cooperativo, delle piccole banche in genere e, da ultimo, con i benefici fiscali previsti dal DL Crescita, delle piccole banche del sud Italia, peraltro correggendo una serie di storture contenute nella cosiddetta riforma Renzi.  Poiché il cammino è ancora lungo, specie per l’attuazione di quel principio di proporzionalità della regolamentazione bancaria europea (tanto invocato quanto inattuato), il timore è proprio quello di avere un governicchio che, non solo non porti avanti la politica intrapresa dall’attuale maggioranza nei confronti delle Bcc, ma ne comprometta addirittura i buoni risultati raggiunti. Relativamente alla nostra regione, dopo la disfatta di Banca delle Marche, è importante avere un Governo che difenda le piccole banche marchigiane rimaste, in special modo le Bcc nostrane. Un obiettivo che solo un Governo autorevole votato dagli italiani e interessato a tutelare le piccole Banche potrà attuare.  
Di conseguenza, sebbene la decisione spetti al Parlamento e al Capo dello Stato, soprattutto nell’interesse del credito cooperativo, anche per la nostra regione è meglio avere un governo stabile legittimato dal voto popolare."
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