Ancora una ribalta di grande prestigio per Andrea Giuseppucci, giovane chef tolentinate proprietario del ristorante “La Gattabuia” in piazza Martiri di Montalto a Tolentino.
Il prestigioso “Reporter Gourmet”, portale italiano dedicato al mondo della cucina e della ristorazione, ha dedicato un articolo all’ex "enfant prodige" della cucina marchigiana in cui ne valorizza la carriera e il talento.
Giusepucci, appena ventitreenne, ha ricordato il suo passato di autodidatta fatto di tanti sacrifici, quando disponeva di un unico piano di lavoro e non poteva contare sulla camera di un forno, sottolineando la soddisfazione e l’orgoglio di esser riuscito in poco tempo ad aprire un ristorante tutto suo, dopo una gavetta cominciata al “Grand Hotel des Iles Borromées” di Stresa, ristorante cinque stelle che imbandisce cucina francese.
“Molti stimoli me li ha dati Marco Maccari, colletto bianco di una multinazionale e instancabile gourmet, oggi mio socio – dichiara Giuseppucci – L’ho conosciuto nelle vesti di cliente e ricordo che dopo il primo pasto, mi scrisse una mail interminabile dicendo che non dovevo assolutamente mollare, perché aveva intuito una buona mano. Così pian piano si è fatta strada l’idea di combinare qualcosa insieme.” Maccari e la ventottenne Ilaria Salvi, con i ruoli di sommelier e responsabile della carta dei vini, completano la squadra de “La Gattabuia”, la cui sinergia con il territorio è un caposaldo. Quanto manca al fabbisogno del ristorante arriva infatti da un gruppo di ragazzi che praticano agricoltura biologica e dal lavoro degli artigiani del posto. Tra le collaborazioni spiccano quelle con Roberto Cantolacqua, allievo di Iginio Massari e titolare de “La Mimosa”, nota pasticceria di Tolentino, e con un fornaio pugliese, che confeziona pagnotte a lievito madre cotte nel forno a legna.
“I piatti hanno quasi sempre un aggancio nella memoria, ma non si tratta di rivisitazioni. Ci piace lavorare sui frammenti e talvolta sui refusi della tradizione, come una cottura sbagliata” dichiara lo chef Giuseppucci che sul sito de La Gattabuia si descrive così: “Sono un sognatore, un romantico, un testardo, anche in cucina. Ho creato la Gattabuia in un posto stranissimo, un carcere in un primo piano nella mia città, Tolentino. Studio e realizzo piatti che raccontano l’andare e il venire delle stagioni. Il mio menu offre quello che ogni singolo mese mi regala”.
E l'enfant prodige è sempre più una realtà affermata nel panorama della cucina italiana d'eccellenza.
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