Quello del consulente del lavoro è sicuramente un mestiere molto affascinante ed appagante, oltre ad essere una delle professioni più richieste nell'ambito lavorativo aziendale.
Gli effetti della crisi economica hanno generato dei profondi e significativi cambiamenti nel settore dell'occupazione, specialmente nel segmento imprenditoriale, con un numero crescente di aziende sulla via del fallimento, che contribuiscono ad arricchire le schiere dei disoccupati.
Dall'esigenza di trovare un impiego in tempi brevi, nasce l'importanza di orientarsi sulle professioni maggiormente richieste dal mercato del lavoro in questo tempo di crisi.
A tale riguardo, è importante sottolineare quanto sia determinante prendersi cura della propria formazione professionale, come strumento che garantisca maggiori probabilità di accesso al mondo del lavoro, con delle competenze spendibili nell'immediato.
Una delle figure di cui il settore imprenditoriale ha più bisogno è quella del consulente del lavoro, specialmente in relazione alla tutela dei dipendenti e all'organizzazione amministrativa delle risorse umane, determinante in questo momento più che mai.
Ma chi è il consulente del lavoro? Che tipo di competenze deve avere? Quale percorso formativo occorre intraprendere per esercitare suddetta professione?
Consulenza del lavoro: consigli per avvicinarsi a questo mestiere
Il consulente del lavoro è un professionista che eroga dei servizi di consulenza in materia di gestione del personale di un'azienda, piccola, media o grande che sia, occupandosi anche degli aspetti burocratici relativi alle risorse umane, dalla definizione di un rapporto lavorativo alla gestione delle procedure economiche, contabili, assicurative, sociali e previdenziali, sempre inerenti ai diversi rapporti di lavoro.
Per l'erogazione dei suddetti servizi, il consulente del lavoro deve essere sempre aggiornato sulle normative fiscali, previdenziali, retributive ed assistenziali riguardanti i contratti di lavoro, applicandole ai diversi casi in modo corretto.
Per quanto riguarda la formazione di consulente del lavoro, l'aspetto vantaggioso è rappresentato dall'elevato numero di corsi accademici dedicati a questa professione, presenti oggi nella maggior parte delle università italiane. Nell'ambito universitario, gli aspiranti consulenti avranno modo di acquisire delle conoscenze specifiche in materia gius-lavoristica, con conoscenze che spaziano anche in ambito filosofico, storico, sociologico, processualistico ed economico.
Ma il mestiere del consulente del lavoro, figura professionale regolata dalla legge n. 12 del 1979, può essere esercitato solamente previa iscrizione all'Albo dei Consulenti del Lavoro, al quale si può accedere in seguito al conseguimento di una laurea triennale e ad un periodo (massimo 18 mesi) di praticantato in uno studio di consulenza. A tal proposito, per saperne di più in tema di praticantati propedeutici agli esami di Stato, è possibile fare riferimento al sito di un consulente del lavoro situato a Roma.
Per quanto riguarda invece i compiti del consulente del lavoro, possiamo riassumerli come segue:
- informazione circa la previdenza e l'assistenza sociale dei lavoratori;
- selezione e formazione del personale;
- tenuta del libro matricola, del libro e dei prospetti paga;
- gestione delle modalità relative alla retribuzione;
- dichiarazione dei lavoratori occupati agli uffici INPS, INAIL e al Ministero del Lavoro;
- problem solving e studio delle soluzioni inerenti alle controversie lavorative.
Una volta superato l'esame di Stato, il consulente del lavoro regolarmente iscritto all'Albo può decidere se esercitare la professione in una posizione di subordinazione, oppure come libero professionista.
In un panorama lavorativo rallentato dalla crisi, possiamo affermare che la figura del consulente del lavoro resterà indispensabile per ancora molto tempo, sia per le piccole e medie imprese, sia per i singoli lavoratori.
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