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Attualità Tolentino

Mercorelli all'attacco: "Pezzanesi boicotta il referendum sulla sanità"

Mercorelli all'attacco: "Pezzanesi boicotta il referendum sulla sanità"

Da Gian Mario Mercorelli, capogruppo del Movimento Cinque Stelle a Tolentino, riceviamo:

In linea con quanto proposto a livello regionale dal M5S, avevamo chiesto al Sindaco di Tolentino Pezzanesi di convocare un Consiglio Comunale urgente per votare una delibera che impegnasse la Regione Marche a indire un referendum riguardante la riforma sanitaria in atto. Un referendum che avrebbe, innanzi tutto, restituito al Consiglio Regionale quei poteri decisionali sulla sanità che al momento sono in mano alla sola Giunta di Ceriscioli e avrebbe costretto ogni Consigliere ad assumersi la responsabilità delle decisioni di fronte ai propri elettori. Ma avrebbe avuto anche un’enorme valenza politica dando voce allo sdegno della popolazione marchigiana. Durante una riunione con alcuni capigruppo sembrava che l’idea fosse stata accolta positivamente qui a Tolentino, ma poi deve essere arrivato il “diktat” del Sindaco Pezzanesi in quanto si sono tirati tutti indietro e non ci sarà alcun Consiglio Comunale straordinario. Visto che un Consiglio Comunale straordinario, oltre che dal Sindaco, può essere richiesto anche da almeno cinque Consiglieri, abbiamo inviato una mail di sollecitazione ai Consiglieri affinché prendessero una posizione: solo il capogruppo della Lega Nord Cicconi e il Presidente del Consiglio Sclavi hanno risposto. Dagli altri solo silenzio. I soliti giochi politici prendono il sopravvento sull’interesse della comunità: a chiacchiere il Sindaco e la sua maggioranza hanno fatto il diavolo a quattro contro la riforma, ma ora che era possibile passare ai fatti si sono tirati indietro senza capire che non è cercando di coltivare il proprio orticello che si risolvono i problemi ma perseguendo un obiettivo comune che abbia una visione d’insieme del problema sanità. Forse Pezzanesi preferisce non urtare la “sensibilità” del Governatore Ceriscioli nel timore di inimicarselo e di perdere qualche finanziamento regionale, piuttosto che attivarsi per consentire ai cittadini di esprimersi sull’argomento? O, forse, al di là delle schermaglie in Consiglio Comunale, non vuol contraddire il segretario regionale del PD Comi? Proprio quel Comi che sulla stampa definisce il referendum proposto “uno strumento di propaganda molto oneroso” dimenticando che, a livello nazionale, il Governo del suo partito ha appena negato l’accorpamento del referendum sulle trivellazioni con le prossime elezioni amministrative (con il chiaro intento di limitare l’affluenza alle urne) costringendo i cittadini a sostenere una spesa ulteriore di 300 milioni di euro. Ci chiediamo: ma perché questi signori hanno così paura che i cittadini possano dire la propria?

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