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Manifestazione di Macerata, uno studente di filosofia: "Abbiamo visto fascisti che professavano antifascismo"

Manifestazione di Macerata, uno studente di filosofia: "Abbiamo visto fascisti che professavano antifascismo"

Uno studente di filosofia, Francesco Saverio Bianchini, ci ha inviato una lettera scritta sul tema della manifetsazione antirazzista che si è svolta a Macerata lo scorso sabato, 10 febbraio. 

I media hanno parlato per giorni dei tragici fatti di cronaca avvenuti a Macerata e svariati sono stati i pareri sull’accaduto.

Nell’ambiente universitario la faccenda ha suscitato grande scalpore portando alcuni studenti iscritti al centro-sociale “Sisma” di Macerata a credere fosse opportuno proporre, insieme con altri movimenti studenteschi accostati ai centri sociali di tutta Italia, una manifestazione contro ogni tipo di fascismo e razzismo. L’idea ha avuto rapidamente successo e tanti azionisti sono accorsi all’evento.

Nonostante tutto molti studenti come me sono rimasti perplessi e hanno voluto assistere da non partecipanti.

Subito gli organizzatori hanno tenuto a mettere in chiaro i principi fondanti del corteo tenutosi sabato 10 Febbraio: “Pace e libertà” e “tutti uniti contro ogni tipo di fascismo e razzismo”. Questi valori forse sono validi solo per chi ha aderito all’iniziativa!

Durante l’evento ho potuto ascoltare diversi cori inneggianti a morte e odio, per fare qualche esempio: “Uccidere un fascista non è reato” oppure, “Salvini a testa in giù” e anche diverse intonazioni pro-foibe (proprio durante il giorno in cui dovrebbero essere ricordate le vittime di una strage che ha colpito la nostra nazione).

Altro grande vanto degli organizzatori è stato che tutto si sia concluso in serenità e tranquillità, sottolineandolo varie volte a fine percorso. Fortunatamente, infatti, non si sono stati episodi di scontri con le forze dell’ordine, però non tutti ne sono usciti indenni. I negozi del centro storico hanno chiuso i battenti nel giorno di maggiori introiti e hanno dovuto provvedere a blindare le vetrine onde evitare danni. Questo non è bastato a persuadere i “pacifisti” che hanno comunque preso di mira alcune botteghe (per fare un esempio, il negozio di sigarette elettroniche “Smooke”, che ha sede lungo il corso della Repubblica, ha rinvenuto scritte a favore “della solidarietà tra popoli” accompagnate da diversi sputi).

Altro fatto che mi ha incuriosito è stata la presenza di un cartellone che invitava tutti a “ non fare di tutta l’erba un fascio” perché se un extracomunitario ha commesso un omicidio (o quantomeno ne è accusato) non per forza tutti gli stranieri sono assassini. Una frase senza dubbio sensata e intelligente, peccato che alcuni manifestanti erano a Macerata per “liberarla” dal fascismo, come se tutti noi maceratesi fossimo estremisti fascisti perché un singolo si è comportato come tale.

Per concludere, dalla tranquilla quotidianità di una città universitaria, dove il tempo scorre tra biblioteche e ore di lezione, siamo stati catapultati negli anni 70”, bloccati in casa e spaventati da chi professava pace e serenità.

Forse, prima di manifestare bisognerebbe prendere coscienza del perché si manifesta e soprattutto quale ne possa essere la vera utilità, prima di bloccare una città con la forza bisognerebbe pensare alle conseguenze che possono ricadere sugli onesti cittadini che vi abitano e, prima di pretendere un certo comportamento dagli altri, bisognerebbe essere i primi a comportarsi in tale modo, tutti i giorni, non solo avanti alle telecamere con uno striscione in mano.

Il 10 Febbraio abbiamo visto fascisti che professavano antifascismo.

 

 

 

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