Abbandonata dalle istituzioni, senza un lavoro e malata.
È questa la storia della maceratese Simona Zampolini ospitata temporaneamente, dopo il sisma del 2016, allo Spinnaker a Porto San Giorgio perché senza altra sistemazione.
La storia di Simona ha inizio nel 2015 quando la donna ha deciso di prendere in gestione un bar a Tolentino "per dare un lavoro a mio figlio" come racconta la stessa. Contestualmente la donna, che aveva vissuto a Macerata fino a quel momento, ha preso una casa in affitto sempre a Tolentino.
"Le cose sono andate bene - racconta Simona - fin quando a gennaio 2016 ho avuto un'emorragia cerebrale per la quale sono rimasta ricoverata all'ospedale Torrette di Ancona per circa 20 giorni. Da quel momento in poi, causa anche il fatto che mio figlio è rimasto da solo a lavorare, la nostra attività ha iniziato ad andare male e in poco tempo ci siamo trovati nella condizione di non poter pagare né l'affitto del locale, per il quale avevo anche chiesto un prestito, né quello relativo alla casa. Il proprietario, incurante delle mie difficoltò, dei miei problemi di salute, delle crisi epilettiche, invece di venirci incontro ci ha dato lo sfratto e poco dopo è arrivato anche il pignoramento".
La situazione, già fortemente compromessa, è andata peggiorando con il terremoto.
"Subito dopo lo sfratto e il pignoramento - racconta ancora Simona - è arrivato il sisma e in poco tempo mi sono trovata prima nella tendopoli di Tolentino poi a Loreto in una struttura e infine a Porto San Giorgio allo Spinnaker dove mi trovo attualmente. Da questo momento in poi è iniziato il mio calvario burocratico. Ho infatti scoperto che la mia residenza, che io non avevo fatto in tempo a spostare a Tolentino, e che era ancora a Macerata mi era stata tolta, nel momento in cui sono stata ricoverata, a causa della mia irreperibilità. Naturalmente, senza fissa dimora e senza residenza i problemi sono aumentati e i comuni, e i sindaci, di Macerata e di Tolentino hanno iniziato a scaricare le responsabilità ai danni dell'altro".
Simona si è infatti rivolta prima al sindaco di Tolentino Pezzanesi che le ha detto che non aveva modo di aiutarmi perché la mia residenza non era a Tolentino ma a Macerata. Carancini, a sua volta, a Simona ha detto che non potevano far nulla in quanto la sua ultima fissa dimora era stata a Tolentino.
"Nel frattempo - conclude Simone - il 14 novembre 2017 la struttura che mi ospita (lo Spinnaker ndr.) mi ha comunicato che la Regione, che fino a quel momento aveva provveduto a pagare per l'assistenza, non lo avrebbe più fatto. Quindi al momento sono ospite qua senza averne realmente diritto, con una pensione di invalidità di soli 280 euro al mese e nessun posto dove andare perché non ho una residenza. A Macerata, l'ultima volta che sono andata, mi hanno suggerito di chiedere a qualche amica di farmi dare la residenza al proprio domicilio ma la cosa non è affatto semplice. Non ho un posto dove andare, nessun indirizzo di riferimento, crisi epilettiche frequenti e nessuna tutela da parte dello Stato".
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