Limiti orari sulle scommesse a Macerata: "Così si sposta il problema senza risolverlo"
È il 20 aprile 2018 quando entra in vigore un’ordinanza comunale – destinata a far discutere – sulla regolamentazione del gioco d’azzardo. Secondo questa normativa non si può giocare dalle 7 alle 10 e dalle 15 alle 20. In questo caso il nostro sindaco Romano Carancini ha applicato la legge regionale 3/2017. In accordo con quest’ultima sia la Regione Marche che i rispettivi Comuni si impegnano a promuovere una pluralità di azioni finalizzate alla prevenzione e al trattamento del gioco d'azzardo patologico (GAP) e della dipendenza da nuove tecnologie e social network. Iniziativa lodata, di recente, dal consigliere regionale Luca Marconi che si è espresso così : “Soddisfazione per le iniziative che sta assumendo per una corretta e puntuale applicazione della normativa in tema di gioco d’azzardo patologiche”.
Non mancano però le lamentele, perlopiù diffuse nel clima generale. Soprattutto i consumatori occasionali hanno sollevato una serie di obiezioni legate all’applicazione di questa ordinanza. Di certo, secondo alcuni, si può parlare di una delocalizzazione del problema piuttosto che di una risoluzione. “Ammesso che si possa parlare di ludopatia per scommesse legate ad eventi fissati nel calendario, nel momento in cui si vieta la possibilità di scommettere in determinate fasce orarie a Macerata, i giocatori si spostano a Corridonia o a Montecosaro, si parla di cinque chilometri”.
Altra obiezione raccolta – stando al sentimento generale che ha accompagnato questa misura – riguarda l’asimmetria di una normativa che punisce una dimensione esclusivamente locale, senza avere un’applicazione nazionale. Da ultimo, l’aspetto compulsivo sarebbe più riconosciuto nelle slot e nelle VLT, in cui il giocatore resta passivo di fronte ad una macchina.
Differente il caso della singola scommessa nella quale, stando all’opinione dei più, decadrebbe la possibilità della dipendenza in quanto legata ad eventi occasionali. Si raccolgono preoccupazioni da parte dei titolari delle agenzie che, alla luce di questa ordinanza, hanno dovuto ridurre il proprio personale, tra cui figuravano anche studenti, per la riduzione della fascia oraria di lavoro.
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