Inaugurato ufficialmente al Cosmari il nuovo impianto per la cernita delle macerie
Conclusi i lavori e inaugurato ufficialmente il nuovo impianto per la cernita delle macerie finanziato dalla Regione Marche, realizzato e gestito da Cosmari srl.
2.400 metri quadri di superficie coperta divisi in tre distinti capannoni larghi 20 metri per 40 metri di profondità e 10 metri di altezza a cui si aggiungono le 3 tettoie esterne di 15 metri per 15 per una superficie di 450 metri quadrati. Istallati gli impianti depolverizzazione, di nebulizzazione per l’abbattimento delle polveri e per la pulizia dei mezzi in uscita (cassoni e gomme), impianti di aspirazione dell’aria con filtri a maniche e gli impianti di decontaminazione dalle polveri per il personale.
I costi sostenuti dalla Regione Marche sono pari a 3.925.508,27 euro così ripartiti: primo stralcio, piazzale e vasca 439.642,40 euro; tettoie 105.029,00 euro. Secondo stralcio: capannone e piazzali 2.743.621,28 euro; impianto elettrico 297.215,59 euro; impianto di depolverizzazione 40mila euro; in pianto di selezione (attualmente in appalto) 300mila euro.
Nel nuovo impianto sarà possibile trattare ogni giorno mille e seicento tonnellate di macerie impiegando fino a quaranta unità lavorative.
Dopo il taglio del nastro, la benedizione da parte del priore della Comunità Agostiniana di Tolentino Padre Giustino Casciano. Subito dopo i saluti ufficiali da parte del Sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, del Presidente del Cosmari srl Marco Graziano Ciurlanti e dell’Assessore alla Protezione Civile della Regione Marche Angelo Sciapichetti.
A concludere la cerimonia la visita dell’impianto per la cernita delle macerie a cura del Direttore generale di Cosmari srl Giuseppe Giampaoli che ha anche fornito i dati relativi alle macerie sinora trattate dal Cosmari presso i propri impianti.
Al 15 dicembre (compreso) sono state rimosse 116.290,71 tonnellate di macerie di cui 109.396,35 ton trattate nelle aree di cernita Cosmari e 6.893,82 ancora giacenti al SDTI di San Ginesio.
Al 30 novembre (compreso) sono stati recuperati 12.662 kg di amianto dai siti di recupero.
Al 15 dicembre (compreso) sono stati recuperati, catalogati e in parte, restituiti, 8 bancali di materiale sfuso, 44 scatoloni, 18 contenitori di medie dimensioni, 7 armi lunghe e varie munizioni di diverso calibro e tipo.
I beni sono elencabili come segue:
armi e munizioni;
coperte;
vestiario (abiti, scarpe, cappelli, ecc.);
documenti contabili, notarili, e altro materiale cartaceo, diplomi;
documenti di identità, codici fiscali, libretto di lavoro, e altri documenti identificativi;
statuine, soprammobili, attrezzi da lavoro (accette, cacciaviti, materiale idraulico, ecc.), posate comuni e d’argento e altro materiale da cucina (contenitori, pentolame, ecc.);
giochi per bambini e peluches;
pochette e borse varie e di varie dimensioni;
gioielli d’oro e bigiotteria varia;
oggettistica varia e da arredo;
fotografie varie a colori e B/N, diapositive;
casseforti a parete per n. 6 pezzi in totale (in parte già riconsegnate);
madonna in ceramica e decori metallici facenti parte della facciata di un edifico di Castelsantangelo sul Nera (Fraz. Gualdo);
n. 2 raccolte di francobolli;
monete e banconote;
pc e cellulari;
vari mazzi di chiavi.
Le armi e gli oggetti di valore (catenine, anelli, ecc. in oro) sono stati consegnati ai Carabinieri competenti per territorio di ogni singolo sito di rimozione.
Non tutti i materiali rinvenuti a seguito dell’attività MIBACT sono stati quantificati in quanto consegnati direttamente ai Carabinieri del Nucleo Tutela e Patrimonio per quanto di loro competenza.
Presso l’area di cernita 2 del Cosmari Srl sono stati recuperati materiali di tipo B (pietre di interesse storico, squadrate e di cultura locale) valutabili in numero 50 bancali, a Visso (Rif. sito di Piazza Capuzi e Piazza Vissani) sono stati catalogati 97 bancali tra pietre, coppi e altro materiale di interesse.
Gli operatori incaricati della cernita e della catalogazione dei beni MIBACT al 15 dicembre (compreso), hanno effettuato 3.180 ore complessive tra manodopera comune e specializzata.
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