Parole intrise di speranza, che inducono alla riflessione, quelle di monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, che ieri ha presieduto la Santa Messa con la quale è stato inaugurato il nuovo presbiterio della storica chiesa di San Firmano, a Montelupone.
Il nuovo presbiterio, allestito per consolidata consuetudine alla base della scalinata, è stato disegnato dall’architetto Andrea Stortoni e riprende e ricalca alla lettera, a seguito di una sapiente rilettura delle origini, la storia il senso e lo stile di un romanico manufatto storico-religioso scarno, essenziale, aderente all’immaginario che si riferisca a scenari molto antichi: un tavolo al centro, ed era un tavolo, e non un’ara, quello dell’ultima cena che istituì il sacramento della Comunione. Come ha fatto notare monsignor Marconi, il tavolo-altare è di legno d’ulivo, l’albero dell’olio, quell’olio che entra in tutti i sacramenti, una sostanza reale e anche fortemente simbolica.
Il legno del tavolo-altare, immagine per nulla minimalista, è attraversato da una larga venatura di vetro: una trasparenza che, ha sottolineato il vescovo di Macerata, presenta più simbologie: il tavolo-altare è solido, ben ancorato alla terra, ma da esso traspare penetra e sale la luce verso l’alto e verso l’avanti, in uno lancio forte che con la fede proietta l’uomo verso il divino. Ancora, quella fessura di luce rappresenta le ferite nel costato di Gesù, ma anche la resurrezione, l’uscita dal sepolcro della vita che vince sulla morte. “Con la resurrezione Dio formò un uomo di terra in un uomo di spirito”.
La cerimonia della consacrazione del nuovo presbiterio è stata suggestiva e coinvolgente, in uno scenario fatto di storia e di una profonda e millenaria religiosità che si percepisce sotto le arcate della chiesa. Storia, arte, religione e simboli, tutti insieme e sinergici, generano brividi emotivi. Molto indicativi la riflessione finale e il monito rivolti dal vescovo ai tanti ragazzi seduti sulla scalinata: “Oggi non ci sono più simboli, non contano più. Ma la vera cultura è la rilettura sapiente del passato. Pensate questo e diventerete persone sagge”.
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