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IL CASO - La bancarella coi gadget del Duce contestata da Rifondazione: "Fascisti su Visso"

IL CASO - La bancarella coi gadget del Duce contestata da Rifondazione: "Fascisti su Visso"

Una bancarella al mercatino di Visso nel mirino di Rifondazione. Non una bancarella qualsiasi, ma una sorta di esposizione di materiale e immagini tutti di riferimento al Ventennio fascista, con divagazioni anche naziste. Qualcosa che, per la segreteria provinciale di Rifondazione Comunista, è assolutamente indecente.

"Si potrebbe chiamare “Fascisti su Visso” e magari riderci su, fenomeni di costume, a detta di qualcuno, che invece segnalano meglio di tante dotte analisi la crisi sociale e politica del Paese. Al centro del mercatino turistico che Visso ospita nella stagione della villeggiatura" si legge in una nota di Rifondazione "la “bancarella del Duce”, una esposizione di paccottiglia kitch fatte di portachiavi con asce bipenni e fasci littori, manganelli, busti di Mussolini e Hitler, libri e foto del ventennio, un intero armamentario apologetico . Tutto ciò come fosse normale, in una cittadina che ha visto il sacrificio e la lotta partigiana, in un tempo dove la custodia e la memoria della Resistenza dovrebbero essere al centro della ricostruzione etica della comunità. Le distrazioni delle istituzioni e delle autorità a questi fenomeni (perché è utile ricordare che l’apologia di fascismo è un reato in Italia) oltre che colpevoli, raccontano del cinismo della rappresentanza politica indifferente a tutto quello che non è utile al consenso.

Magari nella nostra Provincia e nella nostra Regione, Visso non rappresenta una cattiva eccezione, magari anche altrove ci sono queste lugubri farse, ma non sono un motivo per giustificare, semmai per agire con decisione. Quindi ci aspettiamo che il sindaco e le autorità preposte non indugino a Visso nel far cessare questa attività. Siamo certi che insieme a noi l’Anpi di Macerata e le rappresentanze territoriali faranno sentire la loro voce. Crediamo, inoltre, sia giunto il momento per un’iniziativa regionale che inequivocabilmente, vieti in qualsiasi forma il “commercio della vergogna” che queste tristi cianfrusaglie rappresentano, c’è già in Emilia Romagna una proposta di legge, ci auguriamo che subito si costituiscano le condizioni per promuoverla nelle Marche".

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