I progetti degli studenti del liceo artistico di Macerata per il rifugio del Fargno
Nel pomeriggio del prossimo 23 luglio al rifugio del Fargno si aprirà ufficialmente la mostra dei progetti sviluppati dagli studenti del Liceo Artistico “Cantalamessa” di Macerata per riqualificare la struttura stessa del rifugio.
Si tratta di un progetto didattico che ha visto impegnate nel corso dl passato anno scolastico le classi 4^A e 5^A della sezione “Architettura e Ambiente” dell’istituto, guidate dal Prof. Vincenzo Treccioni, insegnante di Discipline Progettuali della suddetta sezione; il progetto ha puntato l’attenzione su uno dei luoghi più belli del nostro territorio, conosciuto però probabilmente solo dagli affezionati della montagna.
Il Fargno è infatti un sito unico nell’ambiente dei Monti Sibillini. Ubicato nel comune di Ussita, di fronte al monte Bove, a 1820 metri di altitudine, è il rifugio più alto della Regione Marche. Esso costituisce un luogo di ritrovo e di sosta per tutti gli escursionisti e gli amanti della montagna, che da qui partono per affrontare i percorsi che raggiungono le vette circostanti (il Pizzo Berro a 2.260 mt., il Pizzo Tre Vescovi a 2.092 mt., il Monte Priora o Pizzo della Regina a 2.332 mt. ed il Monte Rotondo a 2.102 mt.) o i vicini laghi di Pilato e la piana di Castelluccio.
Il rifugio è inserito nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed è stato edificato negli anni sessanta, con grandi sacrifici, da Delio Franceschetti. La forma ottagonale era stata pensata appositamente per spezzare il vento, che è spesso molto forte nella zona. Oggi la proprietà è di Teresa Franceschetti, figlia del costruttore.
La riqualificazione che il Liceo Artistico ha proposto ha costituito uno spunto per l’attività di progettazione degli studenti e dunque ha avuto principalmente una sua finalità didattica specifica, che, come sempre accade in questo istituto, mira allo studio ed alla elaborazione di progetti concreti che portino gli studenti a confrontarsi e ad interagire con la realtà. In secondo luogo, la scelta ha avuto lo scopo di immaginare di poter consentire a tutti, attraverso l’ampliamento e l’arricchimento dell’offerta di comfort della struttura, di godere della bellezza di questi luoghi.
Come sottolinea il Prof. Treccioni, in questa occasione l’attività didattica si è svolta lasciando grande libertà agli studenti e imponendo loro pochi vincoli, tra i quali vanno comunque segnalati il rispetto del già esistente (ad esempio la parte seminterrata dell’edificio) e la continuità e l’integrazione con il paesaggio circostante.
Gli allievi hanno dato fondo alla loro creatività, delineando, ognuno a suo modo, strutture complesse ed articolate, che prevedono palestre, saune, piscine, stanze per massaggi e quant’altro può oggi soddisfare le esigenze di un turismo moderno e qualificato.
I molti progetti elaborati dagli studenti, insieme ad un video costruito sui rendering degli stessi, verranno esposti nella mostra che si andrà ad inaugurare sabato 23 luglio alle ore 17.00, con un evento a cui sono state invitate le diverse autorità del territorio (Presidente della Provincia di Macerata, Sindaco del Comune di Macerata, Sindaco del Comune di Ussita, Presidente dell’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Macerata).
Il rifugio si raggiunge dai vari versanti attraverso diversi sentieri, ma l'accesso più agevole, e dunque consigliabile anche ai non esperti di montagna, è la strada che sale dalla frazione di Casali di Ussita.
La mostra rimarrà aperta fino al 16 agosto e tutti sono ovviamente invitati a visitarla.
Un doveroso ringraziamento va alla ”Sibyllinexperiences APS”, l’azienda che gestisce il rifugio, e in particolare al Sig. Andrea Salvatori, che entusiasticamente ha seguito l’iniziativa e messo a disposizione i locali.
La mostra è dedicata alla memoria del compianto Prof. Giovanni Soldini, per molti anni insegnante della scuola, venuto a mancare lo scorso primo marzo. Essa costituisce dunque una delle diverse iniziative che il Liceo Artistico sta organizzando per ricordare il collega che è stato per molti anni una figura fondamentale per l’istituto.
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