"Giù le mani dal nostro territorio": cittadini settempedani in difesa di Ugliano
Infuria sui social network negli ultimi giorni una polemica riguardante il megaprogetto finalizzato a costruire sul monte di Ugliano, in località Boscorosso, nel territorio di San Severino Marche, ben 15 capannoni per una superficie di circa 30.000 metri quadri, equivalenti ad una cubatura di 400 appartamenti per realizzare, da parte del proprietario dell’area, un impianto fotovoltaico da ben 1.000 kW di potenza e forse in seguito, per affittare i 15 capannoni al gruppo industriale Fileni per la realizzazione di un allevamento avicolo intensivo. Ecco le parole apparse sulla pagina ufficiale del gruppo consiliare di Sel: "Il progetto è in evidente contrasto con le disposizioni urbanistiche del Piano Regolatore Generale, che classifica l’area come “montana”, per la quale quindi vige una tutela integrale che non permette assolutamente la costruzione di alcun tipo di fabbricato. Inoltre, il fatto che tale tutela era già prevista anche nel precedente PRG sta a significare come la stessa sottolinei, oggettivamente, l’uso e lo stato dell’area per come si sono consolidati nel tempo, in ossequio quindi al buon senso del comune cittadino che abbia una benché minima conoscenza dei luoghi." Il rischio che l'area venga declassificata da "montana" ad "agricola" è reale e l'intervento in questione porterebbe ad un impatto devastante da un punto di vista ambientale e paesaggistico. Sembra inoltre che l'acquirente fosse a conoscenza dei vincoli presenti nel territorio e che nel progetto iniziale non fossero previsti lavori per la realizzazione di una variante all'interno dell'abitato di Ugliano che, stando alle lamentale in corso in queste ultime ore, sono già in corso d'opera. "Hanno distrutto un sito pieno di querce sradicandole con l'escavatore e bruciando gli arbusti, sembra il Vietnam dopo il passaggio del napalm e B52" scrive un cittadino "questa è una distruzione senza rispetto delle più elementari regole civili".
Ma a chi giova la costruzione di questo ecomostro che andrebbe a violentare un territorio incontaminato ed inviolato come quello di Boscorosso? Sicuramente non al Comune di San Severino Marche che, stando alle normative vigenti, non ne ricaverebbe nulla per "oneri urbanistici" trattandosi di costruzioni di tipo agricolo, senza considerare la responsabilità a livello economico della quale il comune si farà carico per il funzionamento dei vari servizi pubblici necessari per la gestione dell'allevamento.
Comportamento senza dubbio prepotente in Italia quello di considerare i beni paesaggistici, artistici ed archeologici come inutili, perché meno redditizi, in questo caso di un allevamento, quando, concretamente, chi di dovere non è in grado di scorgere quanto questi beni, di cui il nostro paese è ricco, possano avere possibilità di sviluppo per tutto il territorio.
L'appello di Alessandra Aronne, consigliera comunale e insegnante settempedana, sui social network: "Chiunque abbia a cuore il nostro territorio può proporre osservazioni ma c'è tempo solo fino al 23 febbraio. Ogni cittadino, in quanto portatore di interessi alla tutela del nostro patrimonio paesaggistico, può presentarle. Più siamo ad esprimere il nostro disappunto, più abbiamo l'opportunità di essere ascoltati. Facciamo sentire la nostra voce - continua - bisogna scrivere all'area urbanistica del comune in carta semplice, magari come associazioni, gruppi di cittadini o singoli, richiamando le richieste di variazioni al PRG, riportate nel sito del comune di San Severino Marche (http://www.comune.sanseverinomarche.mc.it/avvisi-cms/suap-boscorosso/) e osservando in merito le criticità rispetto al nuovo edificato richiesto così impattante sul piano paesaggistico, storico, antropologico del nostro territorio"
Commenti