Diocesi Camerino-San Severino Marche: approvati luoghi sicuri in cui custodire beni artistici e culturali
E’ sempre stato desiderio dell’Arcivescovo Francesco Giovanni che i beni artistici e culturali presenti nelle chiese e nelle cappelle della diocesi di Camerino – San Severino Marche restassero, nei limiti del possibile, in diocesi in quanto opere appartenenti al popolo, testimonianza di fede, storia e tradizione tramandata nel corso dei secoli, ad esclusione delle opere gravemente danneggiate che sono state trasferite direttamente alla Mole Vanvitelliana di Ancona per il necessario restauro.
Questo è stato fin dai primi giorni successivi al devastante sisma del 2016 poiché a causa gli innumerevoli danni subiti dagli edifici in cui tali beni da secoli si trovavano, si è reso necessario il loro trasferimento in sedi più sicure.
Sono stati, così, individuati dai competenti uffici diocesani, primo fra tutti l’ufficio per i beni culturali, alcuni luoghi ritenuti idonei per la conservazione, nei quali sono stati fatti i lavori necessari per rendere tali ambienti dotati delle condizioni necessarie per il deposito delle opere stesse.
Una decisione quella dell’arcivescovo che ha trovato anche la condivisione dei sindaci dell’intero territorio, consapevoli che soltanto in tal modo il patrimonio presente nelle chiese e nelle cappelle “ferite” potesse essere tutelato evitandone il trasferimento altrove.
Questa scelta ha ricevuto nella giornata di giovedì 7 dicembre anche il placet delle competenti autorità. Ricevuti dall’Arcivescovo e dal responsabile dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali, mons. Cherubino Ferretti, la dottoressa Francesca Furst, coordinatrice del Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per le Marche, il Maggiore Carmelo Grasso, comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, l’architetto Gisella Capponi, Direttore dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, insieme a tre restauratori tra cui l’architetto Scarpitti che ha curato il progetto di allestimento dei depositi dell’arcidiocesi, hanno visitato il Palazzo Vescovile di San Severino, i sotterranei medievali del Palazzo Arcivescovile e il deposito Pennesi di Camerino, e hanno espresso parere favorevole in merito alle condizioni ambientali e di sicurezza predisposte per a conservazione delle opere che potranno così rimanere nella diocesi.
Dal prossimo mese di gennaio, infatti, grazie anche all’aiuto assicurato dal Ministero, tali opere saranno posizionate in rastrelliere e soppalchi attrezzati per la loro conservazione e l’eventuale esposizione al pubblico.
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