“Cultura e legalità, responsabilità e diritti”, gli studenti dell'Ipseoa Varnelli di Cingoli incontrano Luca Pagliari
Un Teatro Farnese attento, interessato e commosso durante l’incontro con Luca Pagliari, giornalista e regista, autore di una lunga serie di programmi televisivi, campagne itineranti e progetti legati alla comunicazione etica e sociale.
Nell’ambito del progetto “Cultura e legalità, responsabilità e diritti”, i novecento studenti dell’Ipseoa “Varnelli” di Cingoli sono stati condotti dal regista nella storia di Alice, una studentessa sedicenne vessata da un gruppo di adolescenti. La storia è stata raccontata attraverso il docufilm #dodicidue dedicato al tema del Cyberbullismo, al centro di una campagna nazionale promossa dalla Polizia di Stato. #dodicidue rappresenta una data, quella in cui la ragazza, il 2 febbraio 2016, dopo aver assistito proprio ad un incontro sul cyberbullismo con il regista Luca Pagliari a Saassari , decide di scrivergli una sofferta lettera nella quale racconta il suo personale viaggio nel dolore, un dolore profondo e purtroppo comune a tanti adolescenti dovuto ad anni di disagio esistenziale, di silenzi e di sopraffazioni.
L’invito di Pagliari agli studenti dell’Ipseoa Varnelli è stato quello di parlare, tirare fuori il dolore, messaggio lanciato ai suoi coetanei anche da Alice, vittima di episodi di bullismo che, dopo 5 anni di silenzio, ha trovato il coraggio di raccontare la sua storia.
L’autore ha messo in evidenza le difficoltà che spingono un adolescente a tenersi dentro un peso come quello dell’essere vittima di bullismo. Il grande nemico, infatti, è il silenzio in cui si radica il terrore che parlando le cose possano peggiorare, la paura di deludere la famiglia e allora ci si chiude nel proprio inferno personale.
Storie come quella di Alice spalancano porte:i suoi non sono stati i consigli di un adulto, niente teoria, nessuna banalità, nessuna retorica , riuscendo a toccare le corde profonde degli studenti ed entrando in perfetta sintonia con loro.
La Dirigente scolastica prof.ssa Maria Rosella Bitti ha sottolineato come il bullismo, in particolare quello nato tra i banchi di scuola, è in continuo aumento .Il bullismo tutto sommato c’è sempre stato, ma ora si è ampliato a causa degli smartphone e della rete. I danni prodotti sono maggiori e ne pagano conseguenze sempre più pesanti sia le vittime che i carnefici. La miglior prevenzione deve viaggiare attraverso canali emotivi, storie, condivisione di esperienze. I ragazzi sono informati ma spesso manca la formazione vera : quella che comincia partendo dal presupposto che ogni essere umano deve essere rispettato.
Prevenire, riconoscere e gestire il fenomeno. Sono queste le tre priorità che il mondo della scuola, in prima linea su questo tema, può e deve darsi, attraverso attività educative, in grado di migliorare il clima di classe, agire sulle dinamiche relazionali, promuovere le competenze emotive che rafforzino la capacità di mettersi nei panni degli altri (empatia), e consentire, inoltre, la partecipazione ai processi di definizione di regole comuni; attraverso azioni dedicate che creino uno spazio di ascolto per i ragazzi, facendo così crescere anche la fiducia verso le figure di riferimento (docenti, genitori, …) come interlocutori immediati e autorevoli per la presa in carico di un disagio.
Con queste riflessioni si è concluso il primo dei tre incontri previsti con il regista organizzati dall’Ipseoa Varnelli di Cingoli, sempre in prima linea nell’affrontare tematiche di rilevante importanza educativa e sociale.
Commenti