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Acquedotto del Nera: la regina della incompiute marchigiane

Acquedotto del Nera: la regina della incompiute marchigiane

E' tornato alla ribalta nazionale in questi giorni, anche grazie ad un articolo-inchiesta de Il Fatto Quotidiano, il caso dell'Acquedotto del Nera, una delle grandi incompiute marchigiane.

Dopo quasi 50 anni dall'inizio dei lavori, partiti all'inizio degli anni '70, e 55 milioni di euro spesi, dei ventidue comuni consorziati delle provincie di Macerata ed Ancona, solo la metà risultano allacciati ma sono i cittadini di tutti e ventidue a pagare, anche quelli che sono costretti a estrarre e bonificare l'acqua da altri invasi.

L'elenco dei comuni facenti parte del consorzio è il seguente: Numana, Castelfidardo, Porto Recanati, Recanati, Montelupone, Montecassiano, Macerata, Pollenza, Morrovalle, Civitanova Marche, San Severino Marche, Caldarola, Osimo, Loreto, Potenza Picena, Montefano, Appignano, Treia, Corridonia, Montecosaro, Tolentino e Belforte Del Chienti.

La storia dell'Acquedotto è travagliata, fatta di stop e di ripartenze, dovute alla difficoltà di reperire fondi. Dopo la fase progettuale e gli studi sulle sorgenti, i lavori iniziarono materialmente nel 1986 ma arrivarono solamente al comune di Caldarola, poco più di 40 km, sui 226 previsti, a causa dello stillicidio dei finanziamenti. Il Consorzio, nel frattempo, ha realizzato un tratto della condotta lungo la valle del Musone, da località Passatempo nel comune di Osimo sino al serbatoio Soprani nel comune di Numana.

A causa della cronica assenza di finanziamenti, nel 2002 i lavori dell'Acquedotto erano completamente fermi, sia a livello di progettazione che di realizzazione e ripresero vigore l'anno successivo, grazie ad un pressante lavoro di sensibilizzazione da parte del presidente e dei consiglieri presso i comuni soci.

A seguito del reperimento di ulteriori fondi, ripresero la progettazione e la realizzazione di un ulteriore tratto di 20 chilometri, fino a Tolentino a cui seguì però un nuovo stop. Nonostante il progetto preveda un acquedotto che si snodi lungo le linee del Chienti, del Potenza e del Musone, dei 226 chilometri in programma, ne sono stati realizzati poco più di un quarto, lasciando a bocca asciutta, è proprio il caso di dirlo, la maggior parte dei comuni.

La Regione, che pure ha contribuito alla realizzazione, si mette però di traverso negando la richiesta di aumentare la portanza e completare l'opera e, secondo il quotidiano, sullo sfondo ci sarebbe l'interesse delle concessioni per lo sfruttamento idroelettrico.

Della vicenda si sta occupando anche la deputata marchigiana del Movimento 5 Stelle, Patrizia Terzoni, che in un post sul proprio profilo Facebook scrive: "Nelle Marche esiste un acquedotto nato nel 1986 e morto 44 km dopo, che è costato 55 milioni di euro e serve solo la metà dei 22 comuni marchigiani delle province di Ancona e Macerata. Eppure tutti i comuni lo pagano in egual misura, anche se non ne vedono una goccia. Probabilmente questa situazione non cambierà mai perché la RegioneMarche ha bocciato la valutazione di impatto ambientale del potenziamento voluto dalla società acquedotto del Nera, per cui siamo a uno stallo. Per uscirne e saperne di più stiamo scrivendo una interrogazione con la collaborazione di Roberto Ascani, sindaco di Castelfidardo, che è fra quelli che hanno denunciato la situazione paradossale".

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