Domenica prossima lo stadio Helvia Recina torna ad ospitare la partita fra la Maceratese ed il Padova. Giancarlo Nascimbeni, presidente dell’associazione “Amici della Rata” si immerge nei ricordi e con un racconto minuzioso e particolareggiato ci fa rivivere la doppia sfida di trentasei anni fa.
“La partita con il Padova evoca in me dei ricordi emozionanti per averla vissuta direttamente nel campionato 1980-81 quale direttore sportivo e dirigente accompagnatore della Maceratese. Due soli punti ci preclusero la possibilità di salire in serie C1, cosa invece ottenuta dallo stesso Padova che arrivò primo e dalla Civitanovese. La Maceratese era neo promossa, l’allenatore era Pino Brizi, il direttore tecnico era Tonino Seri, in squadra c’erano fra gli altri Giovanni Pagliari e Moreno Morbiducci. Man mano che il campionato si stava svolgendo la Maceratese cominciò ad assumere la connotazione di una squadra rivelazione, perché si era partiti per la salvezza e invece cammin facendo la stagione si fece entusiasmante. Posso dire che da una sconfitta al 91’ al Polisportivo di Civitanova per 1 a 0 con rete di Morra avemmo consapevolezza che la squadra poteva essere protagonista, come lo era stata l’anno precedente. Tanto è vero che quando alla penultima giornata del girone di andata il Padova, che era la favorita d’obbligo in quanto l’anno prima aveva perso lo spareggio con il Trento per la promozione in C1, e doveva risalire ad ogni costo, perché era scesa in C2 dopo aver conosciuto gli anni epici della serie A con Nereo Rocco, fu una grande sfida. Una partita bellissima che sembrava non si dovesse giocare tanta era la neve. All’epoca il terreno dell’Helvia Recina era particolarmente curato dal Comune, a differenza di questi ultimi anni, tanto di avere la protezione dei teloni che l’allora responsabile della struttura, l’indimenticabile Delio Monteverde, stendeva quando c’era minaccia di maltempo. Avvenne una nevicata improvvisa, era il 19 gennaio del 1981, anche il Padova che era arrivato a Macerata la sera prima si era oramai convinto. E invece quasi miracolosamente gli operai del Comune riuscirono a liberare il campo, si giocò, c’era una temperatura polare e sugli spalti erano presenti quattromila spettatori. Fu una partita epica, in quel caso vedemmo veramente la forza della nostra squadra e la conferma di quella del Padova. Andammo in vantaggio a pochi minuti dalla fine del primo tempo con una rete di Moreno Morbiducci, all’inizio del secondo tempo il Padova pareggiò. Dopo pochi minuti Giovanni Pagliari fece un gol straordinario e ritornammo in vantaggio. A metà del secondo tempo in cinque minuti il Padova ribaltò il risultato, con un calcio di rigore ed una rete di Pezzato, un grande giocatore, che era il capocannoniere. Ad un minuto dalla fine Nicola Gazzani che era solito entrare a partita in corso segnò un gol magnifico in mischia e raggiungemmo il 3 a 3. Li ci fu un’apoteosi, con grande delusione del Padova che al termine del girone di andata aveva quattro punti di distacco dalla Civitanovese. Noi seguivamo il Padova di tre punti. Dopo quella partita facemmo altre partite entusiasmanti fino all’epico derby con la Civitanovese in cui vincemmo per 1 a 0 con rete di Morbiducci ed andammo a due punti dai rossoblù. Addirittura anche il prato della curva nord era stato aperto al pubblico per l’occasione”.
“Ci presentammo a Padova alla penultima giornata di campionato, era il 1 giugno, con grande entusiasmo, nello storico stadio Appiani gremito da venticinquemila persone. Con il pareggio il Padova si sarebbe garantita la C1. I nostri giocatori non erano abituati a quelle platee, ma devo dire con orgoglio che c’erano circa duemila maceratesi che oltre alla passione e al piacere di seguire la squadra, avevano approfittato del bel tempo per fare una gita. Eravamo tutti emozionati perché inaspettatamente si era prospettata la possibilità di salire in C1. Partimmo in ritiro il giovedì, prima tappa sulle colline romagnole a Riolo Terme e poi la sera prima della partita ad Este dove la squadra fu disturbata nella notte da alcuni giovinastri tifosi del Padova che andavano a sparare mortaretti. Ho fatto venti anni di panchina come dirigente, non mi è mai successo di non sentire neanche i fischi dell’arbitro per quanto tifo c’era. Purtroppo la partita si incanalò male, nel primo tempo dopo poco tempo il Padova andò in vantaggio e al quarto d’ora del secondo tempo perdevamo per 3 a 0 con la complicità di un arbitro che ricordo ancora, tale Greco di Lecce, che subì tantissimo la sudditanza psicologica di quel Padova che doveva essere promosso necessariamente in C1, al punto tale che la Maceratese fu frastornata. La squadra era talmente forte ed entusiasta che nel giro di quattro minuti a metà del secondo tempo riuscimmo ad andare sul 3 a 2 con le reti di Giovanni Pagliari e di Smeraldi su rigore. Devo ricordare che questo rigore fu dato alla Maceratese sul 3 a 1 quando nel primo tempo ce ne erano stati negati altrettanti, almeno due, sullo 0 a 0 e sull’1 a 0 per il Padova. A fine partita ebbi un vivace scambio di idee con l’arbitro, ma la delusione più grossa oltre ad aver perso la partita e la speranza di salire in C1 è che a fine anno mi ritrovai il signor Greco di Lecce promosso addirittura in serie B. Lo seguì l’anno successivo, come era prevedibile usci subito dai ranghi”.
“Queste due partite con il Padova sono state clamorose, in 180’ ci sono stati undici reti. Posso dire oggi, non se ne abbia l’amico Di Giacomo che allenava la Civitanovese, che le due squadre più forti del campionato e che giocavano il miglior calcio erano il Padova e la Maceratese. La Civitanovese era una squadra robusta, esperta, guidata molto bene dall’allenatore, che aveva preso un grande vantaggio nel girone di andata, lo consumò parzialmente nel girone di ritorno perdendo anche a Macerata e in casa con il Venezia. Alla fine dei giochi il Padova arrivò primo, la Civitanovese seconda e noi terzi. All’epoca non c’erano i play off, se ci fossero stati la nostra era una squadra piuttosto giovane e avrebbe fatto bene”.
Per due volte la Maceratese in quegli anni arrivò terza nel campionato di C2, nella stagione 1985-86 con Gianni Balugani allenatore, in squadra c’erano Dino Pagliari e Frinzi.
“Ci fu un precedente altrettanto negativo in serie B nel 1940-41, il Padova vinse per 2 a 0 all’Appiani e per 3 a 1 al Campo dei Pini”.
“Sarebbe ora che la Maceratese raggiungesse il successo, lo auguro a questa squadra molto simpatica, giovane, che sta facendo risultati inaspettati in particolare sta battendo ogni record in trasferta, vedi anche i derby con la Sambenedettese e l’Ancona. Ci rimasero molto sullo stomaco quelle due partite con il Padova che ho citato. Sarei doppiamente felice se la Maceratese riuscisse a vincere domenica, sia per la classifica ma anche per la rivincita che è iniziata nella gara di andata all’Euganeo dove Giunti e i suoi ragazzi sono riusciti a pareggiare 1 a 1”.
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