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Fra Spalletta e Tardella è "guerra dei numeri"

Fra Spalletta e Tardella è "guerra dei numeri"

Non c’è pace per la Maceratese. Nonostante i risultati continuino a dare ragione alla squadra, fuori dal campo è un fiorire di polemiche. Negli ultimi giorni sono finiti nuovamente sotto la lente di ingrandimento i presunti conti in rosso della società; debiti insoluti che però, almeno fino a ieri, nulla hanno a che fare con i pagamenti degli stipendi alla squadra. L’ex presidente Maria Francesca Tardella non ha replicato alle esternazioni fatte dall'attuale patron, Filippo Spalletta, ma fra i due oramai è “guerra” aperta.

Dopo una due diligence durata tre mesi, il 22 novembre scorso davanti al notaio Claudio Alessandrini Calisti di Macerata, Filippo Spalletta ha rilevato il 95% delle quote della Maceratese che facevano capo a Gianni Piangiarelli. L’imprenditore italo svizzero si è accordato per una cifra che si aggira sui settecentomila euro.

Chi è vicino alla Tardella sostiene che materialmente Spalletta avrebbe dovuto versare nelle casse della vecchia proprietà molto meno, perché al valore di settecentomila euro pattuito per l’acquisto della Maceratese sono stati decurtati seduta stante dal notaio i debiti che erano stati contratti dalla precedente gestione. Spalletta insomma, secondo l'altra campana, quando ha rilevato il sodalizio biancorosso sarebbe stato a conoscenza delle spese che adesso imputa alla ex presidente. Lo sconto sul prezzo (400 mila euro anziché 700 mila) doveva servire a ripianare i debiti pregressi. 

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