Sano a sapersi di Fabrizio Scoccia

La salute del piede tra tacchi, 'ballerine' e chirurgia: conversazione con il dottor Ferranti

La salute del piede tra tacchi, 'ballerine' e chirurgia: conversazione con il dottor Ferranti

Il piede è un elemento del nostro corpo dalla complessa struttura anatomica. Non può essere definito un organo perché non ha una fisiologia specifica e una funzione peculiare, ma essendo alla base e sopportando il peso del nostro corpo è determinante in più funzioni. È fondamentale il piede nella deambulazione, fondamentale nell’equilibrio statico e dinamico dell’intero organismo con un rapporto sinergico e di "collaborazione" con l’intero scheletro. Importante e determinante l’impulso che nel camminare il piede dà al ritorno circolatorio del sangue venoso dagli arti inferiori tanto che i flebologi lo definiscono "il secondo cuore". Multipla e complessa l’anatomia del piede, multiple e complesse le funzioni.  Le insidie patologiche che ne compromettono il buon funzionamento sono soprattutto le fratture e le deformazioni strutturali. Negli interventi terapeutici è necessario cercare di ripristinare l’equilibrio della funzionalità iniziale. Ne parliamo con il Dr. Stefano Ferranti, chirurgo ortopedico che ha dedicato i suoi studi specialistici alle riduzioni delle deformazioni del piede e della caviglia con tecniche più conservative possibili, come la chirurgia percutanea, già sperimentate ed omologate. Il Dr. Ferranti, già responsabile medico in struttura pubblica, è oggi consulente in centri medici territoriali tra cui Associati Fisiomed.  - Dr. Ferranti,  perché molte persone soffrono di dolori ai piedi? "Il piede è una struttura anatomica molto complessa costituita da numerose ossa, numerose articolazioni, tendini e legamenti. Il piede deve sorreggere e permettere il passo e la corsa coinvolgendo quindi tutto il peso della persona. Questo determina un progressivo deterioramento delle strutture anatomiche suddette dipendente da fattori genetici, traumi, malattia artrosica, cambiamenti ormonali. La donna risulta essere il soggetto più colpito da questi cambiamenti". - Quali sono le patologie più frequenti? "Senza dubbio le deformità anatomiche riguardanti il piede sono: l’alluce valgo, il dito a martello, le metatarsalgie. Meno frequenti il piede piatto e il piede cavo. Le suddette patologie sono causa di dolore durante la deambulazione e difficoltà ad indossare la calzatura. Dopo ormai 45 anni di professione medica e di particolare attenzione alla patologia del piede, posso permettermi di dare un consiglio ai pazienti: è fondamentale curare in modo conservativo le suddette patologie e ricorrere alla chirurgia soltanto quando il trattamento conservativo risulterà inefficace. - La chirurgia è sempre necessaria ed eventualmente che tipo di intervento? "Quando il trattamento conservativo non produce effetti risolutivi è necessario ricorrere alla chirurgia. Oggi la chirurgia dispone di molte tecniche. Negli ultimi anni la chirurgia percutanea nata negli Stati Uniti d’America e portata in Europa da Mariano de Prado ha riscontrato un grande interesse. Da circa venticinque anni, Il dottor Andrea Bianchi, in libera professione ed il sottoscritto, in ambito ospedaliero, sono stati i primi ad utilizzarla in territorio Italiano con ottimi risultati. La tecnica chirurgica attraverso l’utilizzo di strumentario dedicato e con mini incisioni, consente di correggere gran parte della patologia del piede. Possiamo dire che nel bagaglio culturale del chirurgo devono essere comprese più tecniche che possono essere attuate a seconda dei casi".  - Esiste una prevenzione? "Purtroppo dobbiamo affermare che la prevenzione si può fare ma non potrà escludere una evoluzione sintomatica della patologia del piede. Si consiglia di utilizzare scarpe comode a pianta larga con tomaia morbida. Il tacco non deve essere superiore a 4/5 cm per non sovraccaricare le teste metatarsali. Anche le cosiddette scarpe "ballerine" sono sconsigliate in quanto causano una tensione eccessiva sul tendine di Achille e sulla fascia plantare. Alla comparsa di dolore, tilomi alla pianta del piede, possono essere consigliati i plantari ricordando che il loro utilizzo modifica la postura e non sempre sono ben accetti. La prescrizione degli stessi deve essere attenta e responsabile".  

17/11/2024 11:50
Il trattamento fisioterapico del dolore: dagli atleti agli anziani, ecco tutte le risposte

Il trattamento fisioterapico del dolore: dagli atleti agli anziani, ecco tutte le risposte

La Iasp (International Association for the Study of Pain - 1986) definisce il dolore come "un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno". Il dolore è un sintomo secondario di molte patologie di vario genere ed eziologia. Alcuni tipi di dolore possono essere trattati e ridotti con interventi fisioterapici specifici e mirati, complementari a volte a trattamenti farmacologici, ma comunque sempre efficaci per una risoluzione delle cause che può essere definitiva e che, se ben attuati non comportano nessun effetto collaterale negativo. Ne parliamo con il fisioterapista Vincenzo Di Costanzo, operatore presso il centro medico Associati Fisiomed di Macerata. Qual è il ruolo della fisioterapia nella gestione del dolore cronico? "La fisioterapia è una risorsa fondamentale per la gestione del dolore cronico, che spesso riguarda condizioni come la lombalgia, la cervicalgia e le artrosi. Attraverso un approccio personalizzato, il fisioterapista combina tecniche come la terapia manuale, l’esercizio terapeutico e le terapie strumentali per alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita. In alcuni casi, vengono utilizzate anche tecnologie avanzate come le onde d’urto per ridurre l’infiammazione e favorire la rigenerazione dei tessuti. Inoltre, i fisioterapisti educano i pazienti a svolgere esercizi a casa per migliorare la mobilità e gestire autonomamente il dolore, riducendo la dipendenza dai farmaci". Come la fisioterapia può aiutare gli anziani a gestire il dolore e migliorare la qualità di vita? "Negli anziani, la fisioterapia svolge un ruolo chiave nella gestione del dolore legato a problemi muscolo-scheletrici come l’artrosi e le patologie degenerative. Attraverso esercizi di rinforzo muscolare, allungamento e tecniche di mobilizzazione articolare, il fisioterapista aiuta a migliorare la mobilità e ridurre la rigidità. Per il dolore cronico, tecniche come la terapia manuale e la laserterapia possono essere efficaci per ridurre le infiammazioni. Inoltre, i fisioterapisti specializzati in riabilitazione vestibolare possono lavorare e migliorare l'equilibrio, insegnano agli anziani movimenti sicuri per evitare sforzi eccessivi e prevenire le cadute, migliorando l’autonomia e la qualità della vita anche in età avanzata".  In che modo la fisioterapia contribuisce alla gestione del dolore negli atleti? "La fisioterapia è essenziale nella gestione del dolore negli atleti, che spesso affrontano lesioni da sovraccarico o infortuni acuti. I fisioterapisti usano tecniche di terapia manuale per alleviare tensioni muscolari e migliorare la mobilità delle articolazioni, associandole a trattamenti con terapie strumentali e il taping neuromuscolare per ridurre il dolore e favorire la guarigione. Gli atleti ricevono anche programmi di esercizi personalizzati per rafforzare i muscoli coinvolti, prevenendo ricadute. La fisioterapia sportiva aiuta non solo a trattare il dolore esistente ma anche a ridurre il rischio di nuovi infortuni, permettendo agli atleti di mantenere una prestazione ottimale". Quali sono i benefici dell’esercizio terapeutico nella gestione del dolore? "L’esercizio terapeutico è una componente fondamentale della fisioterapia per la gestione del dolore, sia cronico che acuto. Attraverso movimenti specifici e progressivi, il fisioterapista guida il paziente a migliorare forza, flessibilità e resistenza, riducendo la percezione del dolore. Gli esercizi terapeutici aiutano a rafforzare i muscoli di sostegno e a stabilizzare le articolazioni, prevenendo ulteriori danni e favorendo un recupero più rapido. Inoltre, l’esercizio fisico rilascia endorfine, sostanze naturali che agiscono come antidolorifici, migliorando il benessere psicofisico. Questo approccio non solo allevia il dolore, ma aiuta i pazienti a recuperare fiducia e autonomia".  

10/11/2024 11:30
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