Parcaroli sindaco e presidente della provincia: due ruoli e "due" stipendi, ma pochi risultati (FOTO)
Non è un buon momento per Sandro Parcaroli. I fronti di polemica e di critica, sia come sindaco sia come presidente della Provincia sono molteplici e destinati ad allargarsi. In effetti Parcaroli non è che abbia conseguito, in questi ultimi tempi, grandi risultati. Le questioni della gestione dei rifiuti e del servizio idrico non lo vedono protagonista in positivo.
Il doppio ruolo di presidente della Provincia e di sindaco di Macerata, invece di creare sinergie positive, diviene fonte di imbarazzo e di contraddizioni inconciliabili. Insomma, l’immagine di Sandro Parcaroli, imprenditore "self made man" prestato alla politica, comincia a offuscarsi e ad appannarsi.
I suoi (intesa la coalizione che lo sostiene) non lo difendono più con l’originario ardore e lo fanno con sempre minore convinzione. All'interno della sua maggioranza c’è chi lavora alla sua sostituzione. Il ragionamento è semplice: la coalizione non ha più bisogno di Parcaroli per vincere, soprattutto dopo aver testato la poca consistenza e la debolezza dell’opposizione. In più la Lega (partito di riferimento del sindaco) a Macerata e in Regione è lacerata e divisa, e quindi ci sarebbero le condizioni sufficienti affinché si possa ipotizzare un cambio della guardia alla guida della città, magari in sintonia con le odierne consistenze elettorali delle forze politiche che compongono la maggioranza.
Altro segnale. Gli organi di stampa e di comunicazione non gliene abbonano più una. Pare di essere tornati ai tempi di Carancini e questo non è di buon auspicio. Ma i media sono sintonizzati con la pubblica opinione e, su questo fronte, cominciano a registrare segnali di disamoramento e di sfiducia. Sono soprattutto gli stakeholders di riferimento a mostrare delusione e a chiedere, seppure nelle conversazioni private e sempre sottovoce, un cambio di passo. Con il suo elettorato Parcaroli ancora tiene, ma per quanto ancora non si può dire. La cosa appare ancora più eclatante se si pensa che questa condizione non è il frutto delle strenue battaglie dell’opposizione, che invece è frammentata e si fa notare per la poca iniziativa e per la scarsa audacia.
Basti pensare che la minoranza, in questi tre anni di governo Parcaroli, è riuscita ad essere unita solo per avversare la mozione che prevede l'intitolazione di un luogo pubblico a Silvio Berlusconi, questione che sicuramente ha una forte connotazione ideologica ma che riveste ben poco interesse per i cittadini maceratesi che sono più appassionati ad avere servizi che funzionano, a pagare meno tasse, a superare le intollerabili liste di attesa per una visita medica, ad avere strade senza buche e avvallamenti e così via.
Tra tanti problemi Parcaroli è angustiato dalla questione delle opere pubbliche. Glielo rimproverano un po' tutti, amici e oppositori. La giunta Carancini, dopo lunga gestazione, ha lasciato in eredità alla giunta Parcaroli una serie di opere pubbliche anche rilevanti, le cui gare sono state da tempo aggiudicate.
Facciamo qualche esempio, così tutti capiscono: Centro Fiere, ex Capannoni Rossini, Stadio della Vittoria, ex casa del custode dei Giardini Diaz, nuova piscina alle Casermette. I cronoprogrammi di questi appalti non sono stati affatto rispettati e sono stati accumulati ritardi anche importanti. Questo è un fatto incontrovertibile su cui potrà convenire anche Parcaroli.
Sul fronte delle opere più propriamente targate Parcaroli non va molto meglio. Ci riferiamo al nuovo ospedale, al sottopasso di via Roma, al campo di rugby, alla nuova scuola di Rione Vergini. Parcaroli annuncia date e scadenze ma, puntualmente (è proprio il caso di dire), non è in grado di rispettarle. Così facendo imita il suo predecessore (e già questo non è un bene) e riesce a essere in ritardo ancor prima di cominciare.
Che ci sia un difetto nella catena di comando appare evidente ai più. Invero l’unico elemento di continuità tra le amministrazioni Carancini e Parcaroli (a parte l’assessore Caldarelli) è il servizio tecnico comunale e il suo dirigente, per cui se nella gestione del procedimento qualcosa non funziona ognuno sa a chi chiedere conto. Però il problema c’è e lo ammette implicitamente lo stesso Parcaroli.
Basta leggere il suo recente comunicato stampa, con tanto di foto, sul completamento dei lavori di manutenzione del Palazzetto dello Sport (niente di epocale, intendiamoci). Il comunicato, infatti, sottolineava come, in questa occasione, fosse stato rispettato il cronoprogramma dei lavori. Cosa dovuta e persino ovvia, direte voi, che non dovrebbe meritare la notizia. E infatti la sottolineatura finisce per innescare l’effetto contrario ovvero che aver rispettato i tempi è una eccezione, mentre la regola è accumulare ritardi.
Per un lavoro fatto nei tempi stabiliti ce ne sono tanti altri che si caratterizzano per proroghe, differimenti, dilazioni. E non parliamo solo di opere pubbliche impegnative, ma anche di lavori di caratura poco più che ordinaria. Il sottopasso del Convitto è chiuso da mesi e solo ora si vede qualcuno che ci mette le mani.
La pavimentazione di via Santa Maria della Porta prevedeva in origine che i lavori terminassero il 24 agosto. Dapprima la fine lavori è scivolata al 30 settembre e ora il termine è stato ulteriormente aggiornato al 31 ottobre. Tutti ricordiamo l’asfaltatura di via Spalato come una lungaggine infinita. Mesi interi per fare poche centinaia di metri di strada cittadina. Vogliamo parlare del cedimento di parte della carreggiata di via Mattei, causato dalle piogge dello scorso maggio? Un po' di cartelli, qualche pirolo per terra per delimitare l’unica corsia transitabile e il gioco è fatto. Lì non siamo in ritardo solo perché non c’è alcun indizio che i lavori cominceranno a breve e men che meno c’è un termine.
In ogni caso la città può stare tranquilla. Parcaroli non mancherà di tenerci aggiornati sullo stato dell’arte delle opere e sulla loro conclusione con annessa photo-opportunity, magari con tanto di prematura inaugurazione.
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