Civitanova Alta, a Popsophia 2019 si celebrano i 50 anni dallo sbarco sulla luna (FOTO)
Cinquant'anni dallo sbarco sulla Luna. Mezzo secolo dal “piccolo passo/grande balzo” che ha sovvertito il pensiero umano. Perché dal 20 luglio del 1969 “scopriamo che la Terra sembra vedersi bene solo e soltanto dalle stelle, dalla Luna. Più nitida e significativa che mai”. E' la suggestione di Luca Beatrice, che ieri, venerdì 20 luglio, ha accompagnato Popsophia e il pubblico di Civitanova Alta nel viaggio dell'arte sul satellite d'argento. Arte che “ha guardato tanto allo spazio, al futuro, alle conquiste, immaginandosi la Luna. Perché nessun artista c'è mai stato veramente – ha ricordato Beatrice -. Solo Alan Bean ci è andato davvero: tornato dalla spedizione, si è messo a dipingere”.
Con Beatrice, in uno Philoshow di dicotomie, Simone Regazzoni ha parlato di una filosofia “che non è mai stata sulla Luna, restando geocentrica. Heidegger ne è la prova. Un nuovo filosofo, Stanley Kubrick, per la prima volta ci porta al di là dell'orizzonte del cielo. Con 2001: Odissea nello spazio”. Regazzoni ha mostrato l'incontro con l'extraterrestre. “L'alieno in latino è “hostis”, diventato poi nemico – ha aggiunto – e con un percorso storico è stato riscritto in ospite. Parola che sembra totalmente nuova. L'alieno può essere al tempo stesso straniero, ospite e nemico”. Quale è quindi il rapporto che abbiamo con l'altro?
La giornata, interamente dedicata all'allunaggio, si era aperta con Luciano De Fiore che ha ricordato come la Luna sia sempre stata “soffitta dei nostri sogni”, quindi Ivo Germano l'ha interpretata analizzando i fenomeni massmediali. Come Star Wars e Star Trek, “emblema del modello americano e del mito del pioniere che da Far West diventa Space West”.
Luna poi sbucata nel PopSound di Alessandro Alfieri con la Factory, e nella poetica di David Bowie. Leggenda della musica che “è per definizione l'uomo del viaggio stellare, l'astrocantautore per eccellenza”.
Suggestioni pure nel cortile della Pinacoteca e nella Blue Moon. In un set dove le immagini di quell'evento sono passate addirittura su uno schermo originale di fine anni Sessanta, con tanto di grande modellino dell'Apollo 11, realizzato dal civitanovese Nazzareno Paolini. Così il direttore scientifico Claudio Bernacchia ha rapito le attenzioni, accompagnato prima dal piano di Madeleine Pianesi, poi dai telescopi di Alpha Gemini.
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