Teatri di Sanseverino aperti per ferie: tre eventi in programma per domenica, lunedì e mercoledì prossimi
I Teatri di Sanseverino non vanno in vacanza e continuano a proporre un ricco calendario di eventi nell’ambito del cartellone della nuova stagione “Aperti per Ferie”. Domenica 23 luglio, a partire dalle ore 18, nella suggestiva cornice del Castello di Colleluce viene ospitata la rappresentazione “Tra Santi e Incanti”.
Si tratta di una nuova produzione, ad ingresso gratuito, che sarà preceduta dalla camminata a piedi, attraverso un suggestivo sentiero, dal santuario di San Pacifico al castello di Colleluce. L’iniziativa viene presentata insieme alla sezione settempedana del Cai, il Club Alpino Italiano, e vedrà protagonisti i lettori dell’associazione Sognalibro e il coro Tourdion Ensemble del Corpo filarmonico bandistico “Francesco Adriani”. Sarà disponibile anche un servizio di bus navetta all’andata dal teatro Feronia al santuario di San Pacifico e al ritorno dal castello di Colleluce al teatro Feronia.
Lunedì 24 luglio, alle ore 21,30 con ingresso gratuito nel parco archeologico di Septempeda, il festival regionale Tau – Teatri Antichi Uniti, presenta insieme ai Teatri di Sanseverino lo spettacolo dal titolo: “La stagione dell’Amore. Da Virgilio a Catullo”. Anche in questo caso si tratta di una nuova produzione che nasce dall’idea di Francesco Rapaccioni, direttore artistico dei teatri settempedani, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, l’Amat, la Regione Marche, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Provincia di Macerata, l’Unione Montana di San Severino Marche, la Protezione Civile di San Severino Marche, il Club Alpino Italiano sezione di San Severino Marche, la Pro Loco di San Severino Marche, e il comitato del Quartiere Settempeda.
Il percorso ha come caposaldo Catullo, il più famoso poeta d’amore dell’antica Roma, e i poeti elegiaci che hanno cantato soprattutto l’amore turbolento e tormentato che rende l’uomo schiavo della passione. Verrà rappresentato, attraverso letture e altro, l’amore coniugale ed extraconiugale, l’amore reale e quello idealizzato, l’amore carnale o spirituale: dalla donna semplice di Tibullo a quella aggressiva di Properzio, alle puntuali descrizioni dei sommi Orazio e Ovidio. Una narrazione leggera e sensuale che arriva a Virgilio: con lui la passione della donna si apre a tutte le possibilità espressive. Il titolo della serata riporta il titolo di una canzone di Franco Battiato, perché “la stagione dell'amore viene e va, i desideri non invecchiano quasi mai con l’età...”.
Sul palco giovani talenti locali alla ribalta: la lettura, curata dall’associazione Sognalibro, conterrà momenti musicali affidati agli archi di Filippo Boldrini al violoncello e Paolo Moscatelli al violino e ai legni, di Riccardo Brandi al clarinetto e Simone Montecchia al fagotto. Nello spazio della palestra termale si esibisce infine il coro Tourdion Ensemble del Corpo filarmonico bandistico “Francesco Adriani” presentando brani a tema.
Mercoledì 26 luglio nella splendida cornice del cortile di palazzo Gentili, alle ore 21,15, quinto appuntamento della rassegna di poesia, filosofia, narrativa, arte e musica al femminile “Non a Voce Sola”. L’ospite talentuosa e raffinata di questa tappa sarà la scrittrice Donatella di Pietrantonio che presenterà la sua ultima e magistrale opera narrativa titolata “L’Arminuta”.
La scrittrice ha esordito con il romanzo “Mia madre è un fiume”, intenso racconto di una figlia che si trova a prendersi cura di una madre alle prese con una malattia che le consuma la memoria e ad aiutarla, giorno dopo giorno, a ricostruirsi la sua identità, romanzo che le è valso il Premio Letterario Tropea. Nel 2013 ha pubblicato il suo secondo romanzo, “Bella mia”, ambientato durante il terremoto dell’Aquila, dove una protagonista profondamente scossa dagli avvenimenti sismici si trova a doversi prendere cura del figlio della sorella scomparsa sotto le macerie, in una narrazione intensa e dolente, profonda e urlante che le è valsa la finale del Premio Strega. Nel 2017 ha pubblicato il suo terzo romanzo, “L’Arminuta”, che in dialetto abruzzese vuol dire “la ritornata”, ambientato in un Abruzzo contadino, dove una ragazzina di una numerosa famiglia rurale si trova ad essere prima fortemente voluta come figlia da una ricca famiglia, e poi rifiutata e rispedita al mittente tra difficoltà economiche, ansie ed emozioni frustrate, ruggenti come la terra sfruttata e avvilita che la accoglie, la incornicia e la racconta. Il viaggio nell’Abruzzo di Donatella Di Pietrantonio, territorio fratello alle Marche per le sorti sismiche e per il doloroso vissuto delle realtà contadine, sembra essere il protagonista a prima vista del romanzo della scrittrice, ma ad una lettura più attenta non può sfuggire il nucleo profondo della narrazione. “L’Arminuta” è un racconto di formazione e iniziazione la cui protagonista finalmente è di genere femminile: una bambina che diventerà ragazza. Un cammino lungo e faticoso, una ricerca della propria identità che spesso non trova punti di riferimento negli adulti visti nella loro fragilità e nei loro limiti troppo umani. Una ragazzina che riesce ad affrontare i rovesci del destino e riesce a trovare la misura di sè facendo i conti con la propria esperienza e la propria storia e grazie alla capacità di costruire relazioni significative fra pari, le amicizie con la sorella, con il fratello, con l’amica di un tempo. Con uno stile essenziale e scarno, Donatella Di Pietrantonio, sa dare voce all’inesprimibile, a dinamiche quanto mai poco indagate come il rapporto madre-figlia, la relazione fra sorelle e sopra ad ogni cosa riesce ad esplorare i territori quanto mai ambigui del materno suscitando interrogativi e domande, ma anche costatazioni e riflessioni. La più emergente è che esiste una grande differenza fra far nascere e mettere al mondo. Cosa significa poi, mettere al mondo? Dare una eredità simbolica che possa far varcare l’universo con agio, non è così per “L’Arminuta”, non è così per le donne.
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