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Cultura San Severino Marche

San Severino, Pinacoteca "Tacchi Venturi" aperta e a ingresso libero per la festa del Patrono

San Severino, Pinacoteca "Tacchi Venturi" aperta e a ingresso libero per la festa del Patrono

Lunedì prossimo, 8 giugno, in occasione della festa del Patrono la Pinacoteca comunale "P. Tacchi Venturi" sarà aperta al pubblico con il seguente orario: mattino dalle ore 10 alle 13 e pomeriggio dalle ore 15 alle 18,30. Per la speciale occasione l’ingresso sarà gratuito.

Riaperta un paio di mesi dopo il terremoto dell’ottobre 2016, la pinacoteca civica settempedana è stata, ed è tuttora, praticamente una delle pochissime raccolte di tutta l’area del “cratere” visitabile dopo la devastazione provocata dalle scosse.

Dedicata a Padre Tacchi Venturi, noto studioso sanseverinate di storia delle religioni i cui eredi donarono alla città gran parte del palazzo dove attualmente è allestita, palazzo Manuzzini, la pinacoteca comprende, tra l'altro, i polittici di Vittore Crivelli (1440 - 1502), Niccolò Alunno (1430 - 1502) e Paolo Veneziano, l’altarolo di Lorenzo Salimbeni (1374) alcuni dipinti di Lorenzo d'Alessandro (1462 - 1503) ed opere concesse dalla Curia Vescovile che ne conserva la proprietà. Tra queste ultime figurano un Cristo deposto del XIII secolo, la Madonna della Pace del Pinturicchio (1454 - 1513) e la Madonna del Soccorso di Bernardino di Mariotto. Il pezzo più pregiato della collezione è sicuramente la Madonna della Pace del Pinturicchio, tavola ritenuta da molti il suo capolavoro per lo splendore dei colori e la ricchezza del paesaggio. Di grande interesse sono gli affreschi provenienti da chiese urbane ed extraurbane, alcuni del XIV secolo, che assieme alle opere dei fratelli Salimbeni di San Severino, Lorenzo e Jacopo, costituiscono una vera antologia della pittura sanseverinate tardogotica.

Quella settempedana è realmente una delle raccolte d’arte antica più preziose e ricche delle Marche. Espone opere dipinte per la città fra Trecento e Seicento dagli artisti di quella scuola pittorica locale che al principio del Quattrocento si impose come una delle più avanguardiste d’Europa anche se conserva quadri anche di autori forestieri.

 

 

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