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Cultura Corridonia

"La droga porta al crimine?" A Corridonia se ne parla con Paolo Giovagnoli e Giovanni Di Giovanni

"La droga porta al crimine?" A Corridonia se ne parla con Paolo Giovagnoli e Giovanni Di Giovanni

"La droga porta al crimine?" E’ titolo dell’incontro in programma domenica 19 novembre al Circolo del Villaggio di San Michele Arcangelo a Corridonia. Un incontro che vuole essere un momento di dialogo e di confronto aperto a tutta la cittadinanza. Saranno affrontati temi riguardanti la crescente diffusione delle droghe, il rapporto tra droga e criminalità, l’importanza di una adeguata rete pubblica e privata come efficace supporto sociale e continuativo nella società. L’evento è organizzato dalla cooperativa sociale Pars onlus, in collaborazione con Acudipa - dipendenze patologiche.

I reati legati alla droga sono più diffusi di quanto si possa credere, anche nel nostro territorio. La droga e la criminalità sono purtroppo uniti e sfociano in episodi di violenza nella vita quotidiana e domestica. Sono un serio pericolo per tutti - spiega la presidente della cooperativa Pars, Nicoletta Capriotti. Di droga si parla sempre meno. C’è un abbassamento di attenzione sul tema, a meno che non ci sia un fatto di cronaca eclatante. Per noi è importante parlarne e confrontarci. Quella di domenica 19 sarà un’occasione preziosa per la nostra comunità”.

La giornata inizierà alle ore 11 con la Santa Messa presso il salone del Villaggio e proseguirà con il convegno. Gli interventi saranno a cura del dott. Paolo Giovagnoli, procuratore capo della Repubblica di Rimini e con il dott. Giovanni Di Giovanni, medico, criminologo clinico e psicoterapeuta. L’incontro si concluderà alle ore 13:15 con un momento conviviale.

Si ragiona poco sulle cause e sulle conseguenze devastanti, si parla poco di tutti i danni e i cambiamenti che portano al contesto sociale e familiare - continua la Capriotti. Con la droga si rompono i legami affettivi fino a sfociare spesso nella violenza verso i più deboli, verso le donne e i bambini. E’ un problema diffuso e trasversale. Studiarlo significa conoscerlo e affrontarlo. Noi non vogliamo abbassare la guardia e speriamo che sia di buon auspicio questo incontro. Bisogna tutelare i servizi di prevenzione e di cura del nostro territorio e certo non ridurli, aumentare i servizi pubblici e privati, i centri terapeutici diurni e residenziali, le attività di sostegno alle famiglie, le attività di recupero. Un aiuto constante è indispensabile per raggiungere determinati obiettivi”.

 

 

 

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