Operato alla spalla, torna a casa con un polmone collassato: paura per un barista di Montecosaro
Ora che il peggio è passato, Fabio Santoni, titolare di un bar a Montecosaro, ha deciso di raccontare la sua incredibile vicenda. Dopo aver stretto i denti per diverse settimane e lavorato nonostante una spalla malconcia, a causa di un piccolo incidente domestico, arriva finalmente la chiamata da parte della clinica fermana per l'intervento in artroscopia. Sulla carta, nonostante si trattasse pur sempre di un intervento chirurgico, doveva essere una cosa abbastanza semplice, che avrebbe richiesto solamente una notte in osservazione, per poter essere rimandato a casa il giorno seguente ma quello che è successo ha dell'incredibile.
E' accaduto infatti che prima dell'operazione, l'ago usato per anestetizzare la spalla, abbia raggiunto e perforato un polmone, causandone il collasso e che questo sia stato scoperto solamente dopo alcuni giorni, quando, nonostante il grave malessere, il paziente era stato comunque dimesso.
"I due giorni seguenti all'intervento sono stati terribili - afferma Santoni - perché l'antidolorifico che mi avevano somministrato mi aveva provocato delle crisi di vomito e per questo mi era stato sostituito ma l'effetto del nuovo, se possibile, era stato ancora peggiore e per 48 ore non ho potuto nè dormire nè mangiare. A quel punto mi è stato cambiato di nuovo e nonostante non mi sentissi ancora bene, sono stato comunque dimesso, con la rassicurazione che il giorno seguente sarei stato meglio e tutto si sarebbe risolto".
"Neanche il tempo di uscire dalla clinica - continua il barista - e nel parcheggio ho avuto l'ennesima crisi di vomito, tanto che ero indeciso se tornare a casa o rientrare per farlo presente ai dottori ma mi sono fidato delle rassicurazioni ricevute e sono tornato a casa. Continuavo purtroppo a non stare bene, respiravo a fatica, avevo difficoltà nel parlare e dato che il giorno seguente la mia situazione era pressoché identica, nel pomeriggio ho chiamato il medico di famiglia per farmi visitare".
Intervenuta prontamente, la dottoressa ha fatto un controllo con lo stetoscopio e si è subito allarmata. "Quì c'è un polmone che è chiuso completamente - sono state le sue parole - chiamate immediatamente il 118". Alle 17 la chiamata e la corsa all'ospedale di Civitanova in codice rosso e tre ore dopo Santoni era di nuovo sotto i ferri, per un intervento d'urgenza, questa volta per inserire un drenaggio polmonare che avrebbe dovuto risolvere questo grave problema. Dopo otto giorni giorni di ricovero, venerdì scorso il titolare del Piper90 è stato dimesso ma il polmone deve ancora tornare alle sue dimensioni normali e i tempi del pieno recupero sono ancora incerti. Tra un mese ci sarà la visita dallo pneumologo e in quella sede si saprà se è tornato tutto a posto o se sarà necessario dell'altro tempo oppure, peggio ancora, se ci saranno degli strascichi dovuti all'errore medico, mentre per la spalla sta procedendo tutto per il meglio e tra pochi giorni si potrà iniziare la riabilitazione.
"E' stata un'esperienza allucinante - conclude Santoni - ho rischiato di morire a causa di un errore di cui non si era accorto nessuno, ma ora, se Dio vuole, devo solamente riposare e sperare che tutto si risolva per il meglio. Vorrei comunque ringraziare tutti quanti mi sono stati vicino e soprattutto il reparto di chirurgia dell'ospedale di Civitanova Marche".
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