Omicidio Pamela, il procuratore Giorgio conferma: "C'è un quarto Dna appartenente a un caucasico"
Il dna sconosciuto c'é, ma a quel profilo genetico non corrisponde ancora una identità. Lo ha affermato questa mattina, a margine di una conferenza stampa, il procuratore della Repubblica, Giovanni Giorgio.
"Per quanto riguarda il rinvenimento di dna sconosciuto abbiamo avviato gli accertamenti del caso per completezza dei dati - ha affermato Giorgio - Si tratta di un occidentale, ma finora non siamo riusciti a identificare chi sia: ciò non crea però delle lacune a livello investigativo in quanto è altamente probabile che Pamela sia stata uccisa nell'abitazione di Oseghale. Non è possibile quindi ritenere che questa persona sia stata coinvolta nella vicenda omicidiale".
"La provincia di Macerata, a differenza anche delle province limitrofe, ha un consumo di sostanze stupefacenti veramente elevato e ciò implica che il nostro impegno deve essere sempre maggiore nel contrastare questi episodi - ha continuato il Procuratore. Devo dire però che le difficoltà sono varie dal punto di vista organizzativo: rispetto all'anno scorso le intercettazioni telefoniche sono aumentate del 1200% il che significa che il lavoro è enorme e che per altro ci sono questioni connesse alla specificità della criminalità in questo settore. Rispetto all'attività di spaccio il 40% circa è addebitabile a soggetti italiani, il restante 60% a carico di soggetti di altre nazionalità. Abbiamo inoltre a Macerata una presenza significativa di nigeriani che svolgono questa attività in modo capillare e con modalità specifiche: mettono le dosi di sostanze stupefacenti in bocca dotandole di una pellicola e, al momento opportuno le ingoiano per sottrarsi ai controlli e per non far risultare positivi gli stessi. Si tratta di palline termosaldate che, in linea di massima non creano problemi, tant'è che Lucky Desmond in una conversazione con il suo compagno di cella Awelima ha riferito di un caso in cui, fermato dai carabinieri ha ingerito sul momento le dosi di eroina che aveva in bocca per evitare l'esito positivo del controllo, riuscendo successivamente a recuperarle".
"Abbiamo provveduto inoltre, con un lavoro meticoloso, alla verifica di tutti i contatti telefonici intercorsi per ciascuno degli indagati nella giornata in cui si è verificato l'omicidio e anche delle giornate precedenti. E' così emerso che una serie di ragazzi si erano approviggionati hashish o eroina dai soggetti indagati. Oseghale aveva un ruolo significativo e primario: a seguito delle indagini patrimoniali condotte nei suoi confronti è emerso infatti che nel corso degli anni ha inviato in Nigeria più di 20.000 euro ai suoi parenti. Gli altri due svolgevano meramente un ruolo di gregari: infatti a loro carico non sono emersi dati patrimoniali significativi, però le indagini effettuate hanno palesato due personalità non lineari che destano preoccupazione.
L'attività investigativa sta ovviamente continuando per quanto concerne la vicenda connessa all'omicidio di Pamela. All'esito dell'attività in corso avremo un quadro complessivo della vicenda".
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