Banca Marche: si prospetta un bail-in anticipato
Secondo Libero, Banca Marche potrebbe essere il primo caso di bail-in in Italia. Infatti, a partire dal prossimo primo gennaio entrerà in vigore il nuovo meccanismo di salvataggio degli istituti in difficoltà, che prevede l’esborso anche da parte dei privati (azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100mila euro), ma per chi ha dato fiducia negli anni passati alla banca con sede a Jesi il coinvolgimento diretto dovrebbe scattare in anticipo.
Come scrive Giuliano Zulin "le decine di migliaia di correntisti-obbligazionisti, e in parte minore altre istituzioni bancarie e fondi, subiranno la conversione coatta dei loro bond subordinati in azioni. Azioni che negli ultimi mesi sono state penalizzate da una doppia svalutazione, decisa dai commissari che gestiscono la banca da quasi due anni e in scadenza a fine ottobre, e che potrebbero essere ulteriormente svalutate. In teoria gli obbligazionisti subordinati potrebbero vendere sul mercato i loro bond, ma basta dare un’occhiata all’andamento sul mercato dei titoli sotto osservazione: il prezzo è sceso dai 100 di partenza a quota 34-35. In ballo ci sono grosso modo 400 milioni di euro, un sacco di famiglie e indirettamente tutti i correntisti italiani. Perché, alla fine, per il salvataggio di Banca Marche servirà soprattutto l’intervento del Fondo di Tutela dei Depositi bancari, che raggruppa tutti gli altri gruppi italiani e che emetterà obbligazioni sul mercato proprio per ricapitalizzare - si parla di oltre un miliardo - per provare a risanare Banca Marche prima del gennaio 2016, quando tutto il bail-in sarà realtà e allora, non solo gli obbligazionisti subordinati, ma pure tutti i grandi correntisti, dovranno cedere parte del loro patrimonio per soccorrere un istituto finito in sofferenza per una gestione sotto inchiesta: gli avvocati dell’istituto commissariato hanno chiesto agli ex amministratori 282 milioni di danni".
C'è da chiarire per quale motivo, se il bail-in partirà dal primo gennaio, nel caso di Banca Marche azionisti e obbligazionisti subordinati dovranno pagare subito. La spiegazione arriva sempre dall'articolo di Libero: "La definizione tecnica si chiama «burden sharing», contenuta anche nel vademecum di Banca d'Italia sulla nuova legge che disciplina i salvataggi bancari. Pagina 7 del documento, ultimo paragrafo. Ecco cosa c’è scritto: «In Italia la completa applicazione del bail-in è prevista solo a partire dal 2016; tuttavia, la svalutazione o la conversione delle azioni e dei crediti subordinati, fra cui gli strumenti di capitale, sarà applicabile già da quest’anno, quando essa sia necessaria per evitare un dissesto. Gli orientamenti sull’applicazione della disciplina sugli aiuti di Stato adottati nel 2013 dalla Commissione europea già prevedono la necessità di coinvolgere gli azionisti e i creditori subordinati prima di un eventuale supporto pubblico, attraverso la svalutazione o la conversione dei crediti in azioni, quale misura di burden-sharing necessaria per ritenere il sostegno pubblico compatibile con la disciplina sugli aiuti di Stato». La questione è questa: l’Antitrust europeo, che dovrà comunque dare il via libera all’ingresso del Fondo di Tutela dei Depositi bancari nel capitale di Banca Marche, sostiene che un intervento solo del Fondo potrebbe sottendere un aiuto di Stato. Vanno insomma chiamati in causa anche tutti i creditori subordinati. Di Banca Marche, ma non solo".
Insomma, mai come oggi, per i risparmiatori di Banca Marche la situazione si fa sempre più complicata e difficile perchè il tempo stringe e non si intravedono ancora spiragli per una soluzione positiva della vicenda.
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