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Macerata: domenica arrivano in piazza le Sentinelle in piedi contro il ddl Cirinnà

Macerata: domenica arrivano in piazza le Sentinelle in piedi contro il ddl Cirinnà

Le Sentinelle in piedi scendono in piazza anche a Macerata contro il ddl Cirinnà che approderà al Senato il prossimo 28 gennaio e lo fanno domenica 24 gennaio alle 15 in piazza della Libertà.

“Le Sentinelle scenderanno in Piazza della Libertà a Macerata a vegliare per la libertà di espressione, per poter essere liberi di affermare che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, - scrive il gruppo di circa 350 iscritti delle “Sentinelle in piedi - Macerata” su Facebook - che un bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà e che loro hanno il diritto di educare liberamente i loro figli.”

Una forma silenziosa di protesta che consiste nel leggere un libro in piazza in silenzio per dire il proprio no alle unioni civili per persone di sesso diverso, stepchild adottino e maternità surrogata. I punti centrali del ddl Cirinnà che tanto stanno facendo discutere non piacciono alle rete delle Sentinelle in piedi che si autodefinisce aconfessionale e apartitica ispirata al gruppo francese “Manif Pour Tous", contrario al matrimonio per le coppie omosessuali voluto dal governo Hollande.

“In discussione – spiega il movimento – non ci sono i diritti dei singoli all’interno di una coabitazione, o diritti di visita in ospedale, piuttosto che eredità da trasmettere a chi si crede più prossimo, tutto questo è già regolamentato dal diritto privato, ma il riconoscimento giuridico civile di diritti delle coppie dello stesso sesso”.

“La prova lampante che il ddl Cirinnà scardina il matrimonio e quindi la famiglia, è che la stessa apra la strada alla concezione del figlio come un diritto, come un oggetto. Se questo testo diventasse legge due persone adulte avrebbero il diritto, in funzione unicamente di un desiderio, di fabbricare un bambino con ovuli, utero e seme esterni, sfruttando il corpo di donne straniere (che avvenga a pagamento o meno, resta inaccettabile) di tornare in Italia e di vedersi riconosciuto quel bambino come figlio, quando figlio non è. Tutto questo avverrebbe ai danni dei più piccoli che non solo sarebbero strappati ai loro genitori biologici, ma verrebbero cresciuti in assenza della necessaria bipolarità sessuale del padre e della madre”.

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