L'8 marzo delle allevatrici terremotate: "Entrerò nella stalla sperando non mi cada sulla testa"
Non c'è voglia né tempo di scioperare l'8 marzo nelle quasi 8 mila aziende agricole e stalle condotte dalle donne nelle zone terremotate, spiega la Coldiretti. Il clima è diverso dal solito."Oggi entrerò come ogni mattina nella stalla e nei capannoni inagibili per dare da mangiare ai miei animali, rischiando che mi cada addosso il resto del tetto - spiega Alba Alessandri, allevatrice di Serravalle in Chienti (Macerata) -. Per il terremoto sono stata costretta a dare via metà delle galline ovaiole, perché per loro non sono state previste tensostrutture provvisorie. Per le mucche ho fatto richiesta di una stalla mobile che non so quando e se arriverà, dopo mesi di promesse. Le istituzioni ci hanno abbandonato, ma io voglio andare avanti, anche se qui nelle Marche la burocrazia sta facendo più danni del sisma".
"Sono le preoccupazioni ad assillarci, non possiamo certo incrociare le braccia oggi" dice Barbara Stocchi di Leonessa (Rieti). Stesso clima tra le imprenditrici agricole di Abruzzo e Umbria.
(Fonte Ansa)
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