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Cronaca di una vittoria annunciata

Cronaca di una vittoria annunciata

Sono le 23.43 e in sala stampa arrivano i risultati della sezione n°6: Piermattei 164; Panicari 141; Cruciani 95; Borioni 71; Bompadre 62; Bianchi 15.

I lampadari si trasformano improvvisamente in tanti ghiaccioli e dalla finestra aperta entra una raffica di blizzard. Qualcuno guarda impietrito il display dello smartphone che li annunciano. È un rapido susseguirsi di sguardi interrogativi, poi, come in automatico i presenti si attaccano ai telefonini ed a bassa voce comunicano all’interlocutore stupore e delusione. Eppure la serata era cominciata con l’entusiasmo contagioso di Panicari. Era sorridente e fiducioso e scherzava con gli amici davanti al Comune in attesa di conoscere i dati definitivi dell’affluenza. Però era anche prudente. Temeva che nelle frazioni potesse nascondersi qualche insidia. Alle 23.48 dicono che la Piermattei è avanti dappertutto. Dopo dieci minuti si dice che Panicari è in recupero. Poi, all’improvviso arriva il grosso. Sono dati ufficiosi ma sicuramente indicativi. Quando mancano tre sezioni da scrutinare Panicari è a quota 1263 e la Piermattei insegue a 1245. Cruciani è out. Solo a quota 768 tallonato da Borioni a 723. Mancano al conteggio entrambe le sezioni di Cesolo. In quel preciso istante il sentimento montante di delusione si trasforma in sconfitta. I sostenitori di Panicari abbandonano, in blocco, la sala stampa. L’ex sindaco Eusebi, ai microfoni parla della sconfitta peggiore negli ultimi 25 anni. Cruciani è tramortito. Sembra in preda di un attacco di logorrea: se la prende con gli elettori che non lo hanno capito, poi con la sinistra che si è rifiutata di votarlo. Quindi dichiara che era meglio fosse diventato sindaco Panicari, infine lascia intendere che forse si ritirerà addirittura dalla politica.

Nel deserto della sala stampa si fa vedere solo il sindaco uscente Cesare Martini. Parla poco, ma gli sguardi sono eloquenti più di ogni altro discorso. Il Partito Democratico l’anno scorso non lo ha voluto in lista per le regionali. Faceva ombra a molti. Ma soprattutto se fosse stato eletto - e tremila voti di preferenza li avrebbe raccolti con tre giorni -  avrebbe scombinato troppo i piani preordinati dall’alta nomenklatura. Martini, invece sta lì al suo posto. Assiste impotente alla disfatta in diretta whatsapp.  Ogni tanto si allontana per parlare al telefono, sempre scuotendo la testa. Ha capito subito che in questa consiliatura non c’è posto per il PD. Non eleggono nessuno. Sulla porta incrocia Luca Cristini che lo apostrofa: “O Cesare, queste elezioni le ha vinte la Aronne da sola…” Alessandra Aronne ha fatto una lista tutta di centrosinistra, in completa autonomia. Distinta e distante dal PD. Si è rivelata la vera sorpresa. Porta a casa il 14.6 %. Il PD assieme agli alleati nazionali di governo solo un misero 16%. Se solo avessero avuto tre giorni in più di tempo li avrebbero superati. Alle ore 01.22 manca solo la sezione n° 12, quella di Cesolo ed anche i numeri ufficiali sono cambiati. La Piermattei è avanti. 1845 a 1661. Si aspetta solo la passerella finale della star. Che arriva puntuale, annunciata da un lungo applauso alle 01.45,  attorniata da un consistente numero di sostenitori in T shirt bianca che la inneggiano a sindaco. Indossa un tailleur pantalone nero su una camicetta carta da zucchero. Non è provata. Non è nemmeno emozionata. Semplicemente sapeva che sarebbe andata a finire così e si è fatta trovare pronta. Pronta a sottoporsi al rito delle domande e delle foto. E sa cosa deve rispondere già prima della domanda. Il sindaco uscente, Martini la saluta e si congratula. Tra la meraviglia dei settempedani cala il sipario su queste elezioni comunali.

Le ho volute seguire da vicino queste elezioni perché il fenomeno della Piermattei mi ha subito incuriosito e quindi sono andato ad osservarla sul posto. Negli incontri, dalle pagine dei social, dalle interviste sui giornali, dalla pubblicità elettorale. Insomma dovunque. Lei, tutto sommato non era granché. Poco preparata politicamente e con una conoscenza solo superficiale delle problematiche del territorio. Il tono di voce monotono e monocorde, non lasciava mai trasparire un sussulto di emozione, né di passione. Però aveva metodo e regole. E seguiva rigorosamente un copione prestabilito. E per ogni circostanza ne aveva uno diverso, ma adatto, appunto, per l’occasione. Ma soprattutto camminava e si muoveva sopra un vuoto politico enorme che chiedeva solo di essere riempito. I suoi avversari non sono riusciti a convincere i settempedani. Lei con il suo fare professionale li ha addirittura stupiti. Evidentemente si è affidata a professionisti. Tre sono state le sue parole d’ordine: personalizzazione, professionalizzazione e centralizzazione. Una volta scritta la sceneggiatura, ha trasformato San Severino in un set e ciascuno ha svolto il suo ruolo. Lei di protagonista assoluta, poi i comprimari, quindi i caratteristi e infine le comparse. Con tanto di buoni e cattivi. Il gesto della consegna dei fiori nella serata conclusiva ha suggellato la fiction. La suspense dell’attesa dei dati finali, quelli che definitivamente la incoronavano, proveniva proprio dalla frazione di Cesolo. Praticamente casa sua.

Gli avversari, con le loro campagne elettorali solo a base di fave e pecorino non sono mai stati della partita. Poi erano troppo litigiosi. Corresponsabili dei mali precedenti dei quali reciprocamente e pubblicamente si incolpavano. Ogni giorno, in ogni dibattito offrivano alla cittadinanza un motivo in più per votare la Piermattei. Nel frattempo il suo staff elaborava tutti questi elementi e tarava meglio le cose da dire per il giorno successivo. Di giorno in giorno è stato costruito questo successo. A tavolino e senza nessuna improvvisazione. Con una professionalità ed una precisione chirurgica straordinaria. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e non è affatto escluso che si possa replicare non più in un piccolo centro di provincia, ma addirittura a livello nazionale. D’altra parte i ballon d’essai a questo servono.

 

Fabrizio Cambriani
Opinionista e polemista, scrive solo per passione. In caso di guerre e/o calamità naturali diventa anche reporter e narratore. Politicamente ormai apolide, è sempre incuriosito e attratto dalle dinamiche relative alle continue trasformazioni sociali. Ama la buona tavola, l'ottima musica e le donne (anche contemporaneamente)...

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