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Macerata, "Quando le sicurezze crollano": testimonianze fra pandemia, terremoto e guerra

Macerata, "Quando le sicurezze crollano": testimonianze fra pandemia, terremoto e guerra

Oltre 150 persone sono accorse mercoledì alla Parrocchia Santa Madre di Dio di Macerata, dove oratorio e associazione della polizia hanno organizzato l’incontro dal titolo "Quando le sicurezze crollano all'improvviso". L'evento ha visto la testimonianze di coloro che hanno vissuto sofferenze improvvise: dalla perdita di un figlio, al terremoto, la pandemia, la guerra. 

Presenti la consigliera regionale Anna Menghi, l’assessore alla sicurezza Paolo Renna, i consiglieri Antonella Fornaro, Alessandro Bini e Maurizio Del Gobbo, il comandante della guardia finanza, Nando Falco, il vicario del questore e capo di Gabinetto Rocco Carrozzo, ed Edoardo Polce, il vice comandante della polizia locale.

“Con lucidità ho chiesto al Signore se fosse giunta la mia ora e grande conforto ho ricevuto nel vedere due volti conosciuti, Don Carlos che mi ha dato l’estrema unzione con indulgenza in articulo mortis e il medico rianimatore Emanuele Iacobone, che procedeva con la tracheotomia, fili, aggeggi vari, sballottamenti. Mi sono risvegliato dopo un mese e avevo perso 18 chili”, ha ricordato commosso l’avvocato Giancarlo Pietrella.

"Due sentimenti: angoscia e paura in quei terribili secondi – gli ha fatto eco Giuseppe Salvucci -.  Riesci ad uscire di casa, sei salvo, l’angoscia finisce, resta la paura, la prima cosa correre al mio paese, San Ginesio, dove ci sono gli affetti, le amicizie. Ritrovarsi nella piazza del paese, vedere che tutti sono salvi, abbracciarsi con tanta forza e trovare una fratellanza che pensavi non più esistesse".

“Vedere la tua casa e il tuo paese distrutto ti fa ripensare a quando da bambino costruivi un castello sulla sabbia poi veniva un’onda che lo distruggeva, tu piangevi, ma poi ti facevi forza, ricominciavi e così come tecnico del comune ho ripreso con slancio il lavoro”. 

Halyna, cittadina Ucraina, da tempo in Italia, apprende del pericolo che corrono i suoi famigliari, supera la paura iniziale, e si prodiga con la Caritas ad aiutare i suoi connazionali giunti in Italia. A seguire  l’Ispettore di polizia Landina Recanatesi che evidenzia come il Ministero dell’Interno abbia diramato una direttiva per facilitare il soggiorno dei cittadini ucraini e come gli operatori di polizia siano coinvolti in questa situazione, prestando la loro opera anche al di fuori del servizio.

Commovente la testimonianza di Laura, la madre di Leonardo Caucci della Squadra Mobile, che ha trovato la morte con il collega Gianluca Angelozzi  in un incidente mentre stava effettuando un’attività antidroga. “Non riuscivo  a capire cosa fosse accaduto, solo quando, come un automa, m’hanno portata all’ospedale per il riconoscimento, .me ne sono resa conto. Nei momenti più bui mi rivolgo a lui, prego tanto e proprio la preghiera mi ha dato la forza di continuare, lo sogno e lui ha sempre parole di conforto per me”.

Un saluto è stato rivolto a Gabriella e Franco Vincenzetti, genitori di Paolo, anch’egli poliziotto morto in un incidente fuori servizio. Quindi l’avvocato Giuseppe Bommarito ha ricordato la sua drammatica storia per l’improvvisa, inattesa morte del figlio. Il pubblico ha seguito con coinvolgimento queste testimonianze e le riflessioni fatte per le singole tematiche dal funzionario ONU nei teatri di guerra, Andrea Angeli, dal segretario regionale Anci (l’associazione dei Comuni italiani) Marcello Bedeschi e dall’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini che si è trovato a dover gestire la grave pandemia, costretto a dar prova di come la professione sanitaria debba essere considerata una missione. 

 

 Ha concluso il cardinale Edoardo Menichelli. “La sicurezza si ottiene con la solidarietà, non solo nel momento dell’emergenza, ma in ogni momento: non è concepibile che facciamo fatica a bussare alla porta del nostro vicino. È necessario metter al centro la persona, non importa se la vita sia o meno breve, va vissuto il presente, con generosità, creatività, con solidarietà. Dobbiamo perseguire la cultura della provvisorietà, nel senso che non sono proprietario del tempo”.

Alla provvisorietà devono aggiungersi due concetti previdenza e precarietà che camminano in parallelo, con una struttura del nostro io che non si affidi esclusivamente alla realizzazione dei desideri terreni, ma che abbia come guida l’anima”, ha concluso il cardinale.

 

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