Svolta nelle indagini sull'omicidio di Pamela Mastropietro dopo gli accertamenti del Ris: il dna di Innocent Oseghale sarebbe infatti stato trovato sul corpo della diciottenne. Nonostante il corpo della ragazza, dopo essere stata uccisa, sia stato sottoposto a un lavaggio meticoloso i medici legali e i carabinieri specializzati nelle analisi scientifiche hanno trovato due tracce di materiale biologico su di lei.
Da quelle tracce sono stati poi estratti due dna diversi: uno coincide con quello del tassista che avrebbe passato parte del pomeriggio del 29 con lei, e l’altro a Oseghale. Crollerebbe quindi la tesi sostenuta dal nigeriano che ha sempre affermato di aver accompagnato a casa Pamela ed essere fuggito dopo averla vista sentirsi male per l’eroina.
Intanto martedì pomeriggio i carabinieri torneranno in via Spalato per misurare con precisione le mattonelle dell’appartamento in cui abitava Oseghale. Un controllo del quale non si conosce lo scopo: si sa però che nel telefono di Awelima è stata trovata una foto risalente 22 gennaio di un etto circa di eroina in una stanza con mattonelle simili a quella della casa di Oseghale. Questo potrebbe volere dire che non è vero che Awelima Lucky non ha mai messo piede nella mansarda, come ha sempre sostenuto. E non sarebbe neanche vero che Oseghale non spacciasse eroina, tanto che quando Pamela gliela aveva chiesta, si era dovuto rivolgere al connazionale Lucky Desmond per rimediargliela.
Intanto una petizione è stata lanciata dal gruppo nato su Facebook "Verità e Giustizia per Pamela Mastropietro" fondato da Gianni Bordoni. "La comunità - si legge - ha grandi colpe, dietro di lei ci sono organizzazioni ecclesiastiche e,soprattutto, il destino di altre persone. Devono essere responsabilizzate. Chiediamo Giustizia e Verità per Pamela Mastropietro. No alla scarcerazione degli indagati. Pena esemplare per il rispetto di Pamela della sua famiglia e di tutti gli italiani".
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