Sanità

Un anno di cura e movimento: APM Macerata al fianco di chi affronta il Parkinson e ai suoi caregiver

Un anno di cura e movimento: APM Macerata al fianco di chi affronta il Parkinson e ai suoi caregiver

Un anno intenso, ricco di attività, partecipazione e risultati concreti. L’Associazione Parkinson Marche (APM), attraverso lo Sportello di Macerata, traccia un bilancio estremamente positivo del percorso svolto tra maggio 2024 e giugno 2025, rivolto alle persone affette dal morbo di Parkinson e ai loro caregiver. Grazie al sostegno di sponsor, donatori e istituzioni del territorio, lo sportello maceratese ha potuto offrire un programma strutturato e continuativo di attività fisico-terapeutiche e momenti informativi, che hanno riscontrato una forte adesione e un coinvolgimento crescente da parte degli iscritti. Al centro dell’intervento, l’obiettivo di migliorare la qualità della vita, favorire la socializzazione e fornire strumenti pratici per affrontare con maggiore consapevolezza e serenità la malattia. Nel corso dell’anno, i partecipanti hanno potuto seguire regolarmente lezioni di yoga adattativo, sotto la guida del maestro Stefano Pagnanelli, percorsi di Tai Chi curati dal maestro Massimiliano Pallotti e sessioni di Nordic Walking coordinate dagli istruttori Danilo Tombesi e Alfredo Bocci. Ogni proposta è stata attentamente calibrata sulle specifiche esigenze motorie e fisiche dei pazienti, con grande attenzione anche alla partecipazione attiva dei caregiver, spesso coinvolti in prima persona nelle attività. L’esperienza si è rivelata altamente positiva, tanto che molti soci hanno espresso il desiderio di proseguire il cammino intrapreso. Una richiesta che l’Associazione ha accolto con entusiasmo, annunciando per il nuovo anno l’introduzione di nuove discipline, tra cui acquagym, logopedia e la pratica della Dance Well, una forma di danza pensata appositamente per le persone con il Parkinson, capace di stimolare movimento, espressione e relazione. Oltre alla dimensione fisica, l’APM ha dedicato grande attenzione anche all’aspetto informativo e formativo, promuovendo incontri con professionisti di alto profilo. Tra i momenti più apprezzati, l’appuntamento con la dottoressa Rosita Gabbianelli sul tema “Parkinson e alimentazione”, e l’incontro con la neurologa Chiara Sensi, incentrato sui benefici dell’attività fisica nel trattamento della malattia. Il progetto è stato possibile grazie al contributo solidale e concreto di numerosi soggetti del territorio, tra cui la Fondazione Carima, la Ditta Eurosole, Nuova Simonelli, Fisiomed, la Palestra Robbys, la Piscina Comunale di Macerata, l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Macerata, la Consigliera regionale sulla disabilità e diversi privati cittadini. A tutti loro l’Associazione Parkinson Marche rivolge un sentito ringraziamento per aver creduto in un’iniziativa che ha saputo coniugare salute, comunità e dignità, offrendo ai malati di Parkinson e ai loro familiari un punto di riferimento stabile, umano e professionale.    

07/07/2025 20:02
Macerata, aggrediti medico e infermiera al pronto soccorso: "Pene più severe non bastano, serve presidio h24"

Macerata, aggrediti medico e infermiera al pronto soccorso: "Pene più severe non bastano, serve presidio h24"

"Dopo aver infastidito gli avventori di un bar, accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale di Macerata, un cittadino egiziano di ventitré anni ha dato in escandescenze aggredendo violentemente un medico e una infermiera” riferisce in una nota Fabio Angeloro, segretario provinciale UGL Salute Macerata il quale aggiunge: “Si tratta dell'ennesimo episodio ai danni del personale sanitario costantemente a rischio nel complicato compito di garantire l'assistenza ai cittadini. Chi è impegnato in un lavoro al servizio della comunità non può rischiare di essere coinvolto in episodi di violenza. L’inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi compie atti così deprecabili è certamente uno strumento deterrente per provare a porre un freno alle aggressioni, ma non sufficiente. I fatti dimostrano che un intervento rapido e l’arresto possono non essere sufficienti.  Bisogna fare di più sul lato della prevenzione, garantendo l'incolumità dei professionisti della sanità con l’apertura del posto di pubblica sicurezza dell’Ospedale di Macerata, attualmente attivo solo la mattina, 24 ore su 24 .Crediamo che questa sia un dovere istituzionale inderogabile" conclude Angeloro.

06/07/2025 16:20
Potes turistiche aggiuntive nella zona montana per i mesi estivi di luglio e agosto

Potes turistiche aggiuntive nella zona montana per i mesi estivi di luglio e agosto

L’Ast di Macerata anche quest’anno potenzia i servizi dell’emergenza territoriale nei mesi estivi di luglio e agosto nelle zone montane del territorio di riferimento, caratterizzate da un maggiore afflusso di turisti e residenti fuori Regione durante le vacanze. Da questo fine settimana, sabato 5 luglio, e per i week end dei mesi di luglio e agosto, nelle località di maggior afflusso turistico delle aree interne sarà attiva una Potes turistica aggiuntiva rispetto agli attuali mezzi di soccorso, che sarà presente sia nei giorni festivi che pre festivi, con orario dalle ore 10 alle 18. Nello specifico l’ambulanza infermieristica nella zona montana sarà itinerante e nel mese di luglio sarà collocata sabato 5 a Pieve Torina, domenica 6 a Montecavallo, sabato 12 a Pioraco e domenica 13 a Pintura di Bolognola, sabato 19 a Serravalle-Cesi e domenica 20 a Frontignano, sabato 26 a Pian Dell’Elmo e domenica 27 a Val Fornace. I fine settimana del mese di agosto, invece, la Potes sarà posizionata sabato 2 a Pieve Torina e domenica 3 a Pintura, sabato 9 a Frontignano e domenica 10 a Val Fornace, venerdì 15 a Pintura, sabato 16 a Frontignano e domenica 17 a Pintura, mentre sabato 23 a Pian Dell’Elmo e domenica 24 a Pintura, infine sabato 30 a Pievetorina e domenica 31 agosto a Pioraco.   Una postazione infermieristica estiva sarà presente presso il Lago di Fiastra, mentre un’altra nel comune di Porto Potenza Picena.  “Vogliamo dare risposte immediate ai bisogni di salute dei cittadini e dei turisti che durante le vacanze soggiornano nelle nostre località montane, garantendo loro attraverso le Potes aggiuntive un’estate sicura, in particolare, nelle aree aree interne del nostro territorio” – ha dichiarato il direttore generale dell’Ast di Macerata  Alessandro Marini.

05/07/2025 18:25
Isolato un emisfero cerebrale per fermare l’epilessia: intervento complesso su un bambino di 2 anni al Salesi

Isolato un emisfero cerebrale per fermare l’epilessia: intervento complesso su un bambino di 2 anni al Salesi

Muoversi con cautela nelle vie profonde del cervello. Questo hanno fatto i neurochirurghi e i neuropsichiatri dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche trattando il caso di un bambino di appena due anni che, dalla nascita, presentava una epilessia con crisi farmaco resistenti anche di ultima generazione. In gergo tecnico l'intervento portato a termine con successo da medici e chirurghi dell’azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche è chiamato Emisferotomia Funzionale e consiste nell'isolare chirurgicamente uno dei due emisferi cerebrali, senza asportazione, per annullare le influenze negative di quello malato nei confronti di quello sano. Una sorta di "clic" per spegnere una fonte elettrica dannosa, renderla inerte e consentire all'altro emisfero cerebrale di funzionare senza interferenze. Non si tratta di un intervento rarissimo quello compiuto al materno-infantile "Salesi", la letteratura in materia lo prevede da anni, ma stiamo parlando di un complesso trattamento chirurgico nel campo dell'epilessia. Il piccolo paziente è stato seguito e preso in carico dalla Neuropsichiatria Infantile di AOUM a cui poi si sono aggiunti i Neurochirurghi della Divisione Ospedaliera con interesse Pediatrico, senza dimenticare l'apporto decisivo della Anestesia e Rianimazione Pediatrica diretta dal dottor Alessandro Simonini: “Il percorso multidisciplinare è fondamentale per questo come per tutti gli altri casi trattati _ conferma la dottoressa Carla Marini, direttore della Neuropsichiatria Infantile dell'_, così come è straordinaria la rete operativa di professionisti con cui ci interfacciamo a livello regionale e nazionale. Nel caso specifico la famiglia (residente nel territorio marchigiano, ndr.) si è affidata a noi e i risultati post-operatori sono subito stati evidenti. È bastato il primo sorriso del bambino per capire che le cose erano cambiate e in effetti da allora non ha più avuto crisi epilettiche. È bene ricordare che non c'erano alternative all'intervento neurochirurgico in quanto il bambino era affetto da una encefalopatia epilettica resistente ai farmaci che stava compromettendo il suo sviluppo psicomotorio”. Prima dell'intervento le crisi epilettiche erano molto frequenti e presenti tutti i giorni. L'origine era legata a una ischemia cerebrale verosimilmente perinatale che aveva creato una cavità nel cervello del bambino di due anni. Chiaramente il livello di qualità della vita del piccolo era deficitario e si rifletteva sui genitori che dopo la riunione con medici e chirurghi non hanno avuto dubbi sul da farsi, affidandosi completamente a loro. La preparazione, dopo diversi ricoveri precedenti, è andata avanti fino ad arrivare alla seconda metà di maggio, quando il bambino è stato operato: la prima settimana di giugno il piccolo è tornato a casa e da allora continua a essere seguito passo dopo passo dalle unità operative del "Salesi": “Si tratta di un intervento molto delicato perché si agisce dentro il cervello mettendo a rischio i centri vitali _ spiega il Direttore della Neurochirurgia Ospedaliera dell'AOU delle Marche, il dottor Roberto Trignani con cui hanno collaborato i neurochirurghi Michele Luzi e Alessandra Marini _. I due emisferi, divisi da un vallo d'acqua, sono stati separati sotto il profilo delle influenze evitando che quello patologicamente non sano (il destro, ndr.) compromettesse anche l'altro. Un tempo la soluzione chirurgica in campo consisteva nell'asportare l'emisfero malato, con tutta una serie di gravi conseguenze. Ora i due emisferi vengono disconnessi e quello dannoso semplicemente annullato. Ed è quello che è successo al bambino in questione che dal giorno dell'intervento non presenta più crisi e ha ripreso funzioni vitali mai attivate. Quando le conoscenze si uniscono in una grande alleanza per la salute e per il benessere, le sfide si possono affrontare. La sinergia tra competenze funziona sempre”.

03/07/2025 09:50
Civitanova, Alessandro Gattafoni sfida il mare in kayak per i malati di fibrosi cistica senza cura

Civitanova, Alessandro Gattafoni sfida il mare in kayak per i malati di fibrosi cistica senza cura

In una conferenza stampa alla presenza del vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini e del presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica Antonio Guarini, è stata presentata l’iniziativa 125 Miglia per un Respiro 2025, ideata da Alessandro Gattafoni e promossa dalla associazione di pazienti e famiglie nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla conoscenza della malattia. “Questa è una bella pagina per le Marche, un’occasione importante per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia complessa come la fibrosi cistica e per sostenere concretamente chi ne è colpito – ha detto il vicepresidente Saltamartini -. Nella nostra regione sono circa 220 le persone affette, e grazie all’impegno del Sistema Sanitario Regionale, i farmaci approvati da AIFA ed EMA – che, combinati, migliorano significativamente la capacità respiratoria – sono forniti gratuitamente. Si tratta di un segno tangibile di civiltà e attenzione verso i pazienti, frutto anche della costante sollecitazione da parte dell’Associazione, in un sistema sanitario che spesso è concentrato sulle emergenze e rischia di lasciare queste patologie in un cono d’ombra. Quando Alessandro ha affrontato la sua prima sfida nel 2021, chiedeva l’accesso per tutti a quei farmaci che ancora non erano disponibili per molti. Oggi, finalmente, due terapie innovative migliorano sensibilmente la qualità della vita. Tuttavia, come ha ricordato anche il nostro campione, circa il 30% dei pazienti resta ancora senza una cura efficace: sono i cosiddetti "orfani terapeutici", per i quali è fondamentale continuare a investire nella ricerca. Le Marche, che si sono distinte a livello nazionale come una delle prime regioni ad introdurre gratuitamente questi trattamenti, continuano a guardare avanti, puntando sulla ricerca per migliorare la cura di tutti i pazienti”. “Tornare in acqua per una nuova impresa con un solo pensiero nella mente: una sfida per la speranza di chi aspetta una cura”. Queste le parole di Alessandro, che anche quest’anno ha deciso di impegnarsi e tornare in acqua per proseguire il suo viaggio di sensibilizzazione sulla fibrosi cistica. In particolare Alessandro, in questa nuova edizione 2025 di 125 Miglia per un Respiro, intende accendere un faro su tutte quelle persone con fibrosi cistica che oggi in Italia sono “orfane di cura”: sono i pazienti che non possono ancora accedere ai nuovi farmaci in commercio per la cura della fibrosi cistica, per via della loro mutazione genetica. “È fondamentale focalizzare l’attenzione su questa tipologia di pazienti e combattere per riuscire a garantire loro un futuro migliore!!  Proprio come me che ho la fortuna di poter usufruire di questi modulatori della CFTR, il gene responsabile della fibrosi cistica” dichiara Alessandro.   Determinato come sempre e carico di speranza per il bisogno di questi pazienti, Alessandro attraverserà a bordo del suo kayak il mar Adriatico, sfidando di nuovo sé stesso per promuovere la conoscenza della fibrosi cistica e l’importanza dell’attività fisica come terapia fondamentale per migliorare la funzionalità respiratoria dei pazienti con FC. L’appuntamento è fissato per il 10 luglio: compatibilmente con le condizioni meteo, Alessandro partirà da Civitanova Marche per raggiungere le coste di Sebenico in Croazia. Il rientro è previsto per domenica 13 luglio dove ad aspettarlo ci sarà un evento finale di sensibilizzazione a Civitanova Marche.  «Il progetto 125 Miglia per un Respiro è ormai una iniziativa ben avviata, che siamo orgogliosi di continuare a sostenere - dichiara Antonio Guarini, presidente LIFC - Lo scopo è quello di aumentare la consapevolezza sulla fibrosi cistica, la malattia genetica grave più diffusa ma ancora troppo poco conosciuta. Iniziative come quella portata avanti da Alessandro sono fondamentali per far luce su questa patologia e per trasmettere forza ai più di 6.000 pazienti italiani affetti da fibrosi cistica, così come a tutte le persone che affrontano questa sfida trasformandola in una leva per guardare con fiducia al futuro”.  Il 13 luglio, in occasione del rientro di Alessandro Gattafoni a Civitanova Marche, sarà presente Elisa Isoardi, presentatrice Rai, come ospite d’onore dell’evento. «Accogliere Alessandro all’arrivo di questa impresa straordinaria sarà, ancora una volta, un onore e una grande emozione - afferma Elisa Isoardi - La sua determinazione è un esempio di forza e di speranza per tutti, in particolare per chi ogni giorno affronta la fibrosi cistica e, ancora oggi, è in attesa di una cura. Iniziative come 125 Miglia per un Respiro hanno il potere di accendere i riflettori su chi troppo spesso resta invisibile. È fondamentale continuare far conoscere questa causa, affinché nessuno si senta più solo nella propria battaglia». Il progetto di Alessandro e della Lega Italiana Fibrosi Cistica si può sostenere attraverso questa link: https://www.retedeldono.it/progetto/un-respiro-piu-0.  I NUOVI FARMACI PER LA FIBROSI CISTICA E I PAZIENTI “ORFANI DI CURA”  La fibrosi cistica negli ultimi anni è cambiata molto. Si è passati da una patologia pediatrica a una malattia che coinvolge pazienti in età adulta, perché per fortuna l’età media di un paziente oggi si aggira intorno ai cinquant’anni. Se pensiamo a solo pochi anni addietro, è un traguardo eccezionale, che tutti sperano cresca ancora. Ci sono dei farmaci innovativi che hanno notevolmente migliorato la vita dei pazienti, ma che però alcuni malati non possono assumere, perché hanno una mutazione per la quale non esiste ancora un trattamento disponibile.  “Il 70% dei pazienti può usufruire dei nuovi farmaci, ma il restante 30% è ancora escluso – afferma il presidente LIFC Antonio Guarini – La battaglia importante che stiamo conducendo è che ci sia al più presto una reale equità nell’accesso alle terapie. Come Associazione, continueremo a lavorare con determinazione affinché le istanze dei pazienti e delle loro famiglie siano ascoltate e tradotte in azioni efficaci, orientate al miglioramento della qualità della vita. A questo proposito la recente nascita di un Intergruppo Parlamentare sulla Fibrosi Cistica rappresenta un ulteriore importante passo verso il riconoscimento concreto dei diritti delle persone affette da questa patologia. È un segnale forte che arriva dalle Istituzioni e che conferma quanto la fibrosi cistica debba essere considerata una priorità sanitaria e sociale”. Kaftrio – nuovo farmaco per il trattamento della Fibrosi Cistica Kaftrio® è una combinazione di 3 principi attivi (ivacaftor/tezacaftor/elexacaftor)  modulatori della proteina CFTR che è difettosa e perciò responsabile dei sintomi della malattia. Il farmaco è mirato a correggere le alterazioni della proteina CFTR prodotte dalla mutazione F508del, la più comune tra le mutazioni che causano la fibrosi cistica. In regime di associazione con KALYDECO® (ivacaftor) è un farmaco sviluppato per il trattamento della fibrosi cistica in pazienti di età pari o superiore a 12 anni che presentano almeno una mutazione F508del.  La riduzione evidente del cloro sudorale, registrata durante la terapia con il Kaftrio®, ne ha dimostrato l’effetto diretto sulla proteina CFTR, presente anche nelle ghiandole del sudore. Kaftrio® si pone in prospettiva come un farmaco in grado di migliorare sostanzialmente lo sviluppo clinico della malattia, un risultato fortemente atteso dalle persone con FC, i loro familiari e dalla comunità scientifica. Kaftrio® può cambiare radicalmente la vita di questi malati dando sollievo ai sintomi che limitano le relazioni sociali e la realizzazione delle proprie aspirazioni. Ne migliora lo stato nutrizionale e consente di ridurre il numero di infezioni polmonari acute che per i pazienti si traduce in una riduzione dei ricoveri. Questo miglioramento clinico evita per alcuni pazienti di sottoporsi al trapianto di polmoni, attualmente l’unica terapia nei casi di insufficienza respiratoria grave. Parliamo di ragazzi e ragazze giovanissimi che hanno il diritto di vivere una vita normale e che, oggi che il farmaco è disponibile, non devono aspettare ancora per poterlo assumere. Il 7 aprile 2025, la casa farmaceutica produttrice del farmaco ha annunciato che la Commissione Europea ha approvato l’estensione dell’etichetta per KAFTRIO® in combinazione con Ivacaftor per tutte le persone con fibrosi cistica di età pari o superiore a 2 anni che presentano almeno una mutazione non di classe I nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator). Per i pazienti con due mutazioni di classe I (di stop) occorre aspettare ancora gli esiti di trials clinici che si basano sulla terapia genica.  L’impegno della Lega Italiana Fibrosi Cistica sarà ancora più concentrato sul prossimo passo cruciale: fare in modo che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) segua e attui le indicazioni anche in Italia nel minor tempo possibile. Saranno circa 4.000 le persone affette da fibrosi cistica nell’Unione Europea che per la prima volta saranno idonee a ricevere Kaftrio.

02/07/2025 18:24
All’ospedale di Macerata realizzato un nuovo intervento di chiusura dell’auricola atriale

All’ospedale di Macerata realizzato un nuovo intervento di chiusura dell’auricola atriale

Due procedure di occlusione dell’auricola sinistra sono state eseguite con successo per la prima volta nel Reparto di Cardiologia Interventistica dell’Ospedale di Macerata, diretto dal Dr. Francesco Pellone. Nello specifico si tratta di un trattamento interventistico percutaneo rivolto a pazienti affetti da fibrillazione atriale, che ha lo scopo di escludere dal circolo ematico l’auricola atriale sinistra tramite il posizionamento di un dispositivo di chiusura.  “La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune osservata nella pratica clinica e rappresenta un importante e riconosciuto fattore di rischio di ictus cerebrale - spiega il Dr. Francesco Pellone, Primario della Cardiologia Interventistica di Macerata -. Si tratta di una condizione in cui gli atri si contraggono così velocemente da provocare un ristagno di sangue all’interno degli stessi, ma soprattutto all’interno di un’appendice dell’atrio sinistro chiamata auricola, che può dar luogo alla formazione di un coagulo. Tale coagulo potrebbe dislocarsi e prendere la via del circolo ematico andando ad ostruire le arterie nei distretti periferici, ad esempio arterie cerebrali, intestinali, coronariche e degli arti. I pazienti con fibrillazione atriale hanno un rischio cinque volte più alto di ictus, più dell’87%, infatti, di questi sono tromboembolici e di conseguenza la prevenzione di complicanze tromboemboliche è uno degli scopi principali del trattamento della fibrillazione atriale”.  Attualmente il trattamento più efficace per la prevenzione dell’ictus è la terapia anticoagulante a lungo termine, ma sebbene ne sia provata la sua efficacia, la terapia anticoagulante è associata al rischio di effetti collaterali, i più importanti dei quali sono certamente le emorragie, specie a livello cerebrale e/o gastrico. Molti pazienti, tuttavia, presentano controindicazioni assolute o relative alla terapia anticoagulante orale. I due pazienti trattati nel Reparto di Cardiologia Interventistica di Macerata, un uomo di 85 anni e una donna di 84, affetti da fibrillazione atriale in trattamento con anticoagulanti orali, hanno manifestato episodi di emorragia gastrointestinale nell’uomo e cerebrale nella donna, quest’ultima recentemente colpita da infarto e sottoposta ad angioplastica primaria. L’insorgenza di questa complicanza ha imposto la sospensione della terapia anticoagulante, aumentando il rischio di ictus. Dopo l’inquadramento diagnostico i due pazienti sono stati presi in carico e l’intervento di chiusura percutanea dell’auricola si è realizzato senza complicanze e con la dimissione degli stessi in seconda giornata. Questo intervento arricchisce il panorama delle procedure che vengono effettuate presso l’Unità Operativa di Cardiologia Interventistica di Macerata, rendendola, dopo l’Ospedale di Torrette, l’unica che vanta una così ampia molteplicità di attività interventistiche. Tra queste vanno annoverate le coronarografie ed angioplastiche in regime di DH, realtà sviluppata di recente, in elezione (ricovero ospedaliero) e in urgenza, la chiusura dei PFO, la valvuloplastica aortica, il cateterismo cardiaco destro e sinistro e non per ultimo l’impianto di Reducer. “Ringrazio il Dr. Francesco Pellone perché grazie a questo nuovo intervento di occlusione dell’auricola atriale abbiamo aumentato il ventaglio dell’offerta sanitaria erogata ai pazienti, in particolare quelli affetti da fibrillazione atriale e impossibilitati ad assumere terapia anticoagulante orale- dichiara il Direttore Generale dell’Ast di Macerata Dr. Alessandro Marini. - A dimostrazione di come sia elevato il livello di competenze professionali dei medici della nostra Azienda Sanitaria”. “Ancora una volta con orgoglio desidero sottolineare il livello di eccellenza raggiunto dalla sanità maceratese e la grande preparazione che contraddistingue il personale sanitario che vi opera – dichiara il Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini. – L’impegno della Regione è quello a garantire le migliori cure ai cittadini e grazie alle nostre grandi professionalità l’offerta di trattamenti sanitari continua ad ampliarsi”.

30/06/2025 16:15
Il linfidema: una condizione patologica da controllare e gestire

Il linfidema: una condizione patologica da controllare e gestire

La stagione è già molto calda e si prevede che lo sarà a lungo. Tra le condizioni patologiche che maggiormente possono essere aggravate dalle alte temperature c’è sicuramente il linfedema, gonfiore causato da un accumulo di linfa nei tessuti. In estate può essere più acuto a causa dell’aumento della temperatura e della vasodilatazione che ne consegue. Proprio per questa possibilità pare opportuno oggi parlare di questa particolare patologia con l’operatore sanitario che si occupa del controllo e riduzione del linfedema: il fisioterapista. Ne parliamo con il Dr. Vincenzo Di Costanzo operatore presso il centro medico Associati Fisiomed. Di Costanzo cos’è il linfedema e da cosa può essere causato? "Il linfedema è un gonfiore anomalo e persistente, che si sviluppa quando il sistema linfatico non riesce più a drenare correttamente la linfa, cioè un liquido ricco di proteine e scorie. Questo provoca un ristagno nei tessuti, più spesso in un braccio o in una gamba. Può essere primario, cioè congenito, oppure secondario, ad esempio in seguito ad interventi chirurgici (come la mastectomia con rimozione di linfonodi), radioterapia o traumi. È una condizione cronica, ma se diagnosticata e trattata precocemente, può essere ben gestita." Quali segnali possono far pensare a un linfedema e come si arriva alla diagnosi? "I primi segni sono spesso un gonfiore localizzato, una sensazione di pesantezza o tensione nella pelle, e in alcuni casi una riduzione della mobilità dell’arto. All'inizio il gonfiore può comparire solo a fine giornata e migliorare con il riposo, ma col tempo diventa stabile. Per la diagnosi si parte dall’esame clinico e si può ricorrere all’ecografia oppure esami più avanzati come la linfoscintigrafia e la fluorescenza con ICG, che mostrano il funzionamento dei vasi linfatici." In cosa consiste il trattamento e che ruolo ha il linfodrenaggio manuale? "Il trattamento più efficace è la cosiddetta Terapia Decongestiva Complessa, che include: linfodrenaggio manuale, una tecnica eseguita da fisioterapisti specializzati, questo metodo prevede movimenti manuali lenti, ritmici e molto delicati, eseguiti in una sequenza precisa, con lo scopo di stimolare il deflusso della linfa nei vasi superficiali e favorirne il riassorbimento. Il metodo Vodder è particolarmente indicato perché rispetta la fisiologia del sistema linfatico e aiuta a ridurre l'infiammazione e il dolore, migliorando nel tempo la qualità della vita del paziente. Bendaggi multistrato o tutori elastici, per mantenere la riduzione del volume.   Esercizi attivi mirati, che aiutano il ritorno linfatico sfruttando il movimento muscolare. Cura della pelle, per evitare infezioni. Concludo ricordando che il linfedema non deve essere ignorato. Una presa in carico precoce da parte di un fisioterapista specializzato può fare la differenza nel contenere l'evoluzione della patologia e nel migliorare la qualità della vita del paziente. Rivolgersi a professionisti qualificati è il primo passo verso una gestione efficace e sicura."

29/06/2025 11:00
Il gelato può sostituire un pasto? Ecco come inserirlo nella dieta

Il gelato può sostituire un pasto? Ecco come inserirlo nella dieta

Con l’arrivo del caldo, è del tutto naturale che il gelato diventi uno dei protagonisti della nostra alimentazione quotidiana. Più che normale, è quasi fisiologico: le alte temperature stimolano il desiderio di alimenti freschi, dolci e appaganti, capaci di offrire un immediato sollievo e una piacevole pausa. Il gelato, in particolare, non appaga solo il gusto: ha anche una forte componente emotiva e relazionale. È spesso associato a ricordi d’infanzia, alle vacanze estive, alle passeggiate serali in compagnia. Non è solo un alimento, ma un piccolo rituale che unisce gusto, memoria e condivisione. Proprio per questo motivo, quando arriva la bella stagione, è naturale chiedersi come includere il gelato nella propria alimentazione in modo equilibrato, senza rinunciare al piacere ma tenendo conto anche del benessere complessivo. Oltre al gusto, c’è un aspetto spesso sottovalutato ma importante: la gratificazione sensoriale. Studi sul comportamento alimentare mostrano che il piacere derivante dal consumo di un alimento aumenta quando vengono coinvolti anche il tatto, la vista e la ritualità del gesto. È il caso del gelato nel cono: la croccantezza, la manualità, la lentezza nel mangiarlo rendono l’esperienza più appagante, contribuendo anche a una maggiore consapevolezza nel consumo e, in alcuni casi, a una minore quantità assunta. Tuttavia, anche se si tratta di un piacere legittimo, è bene non trasformarlo in un’abitudine quotidiana. Il gelato, soprattutto nei gusti più elaborati – come quelli alla crema, con salse, biscotti o granelle – può contenere quantità elevate di zuccheri semplici e grassi saturi. Questo non significa che debba essere evitato, ma consumato con moderazione, scegliendo porzioni contenute, preferendo gusti semplici o alla frutta, e, quando possibile, optando per preparazioni artigianali. Una domanda frequente, specie nei giorni di caldo intenso, è se il gelato possa sostituire un pasto. Sebbene occasionalmente possa rappresentare una soluzione pratica, non è un'alternativa nutrizionalmente completa. Il gelato fornisce energia, ma è povero di fibre, proteine, vitamine e sali minerali. Inoltre, il suo elevato indice glicemico può causare un rapido aumento della glicemia seguito da un altrettanto rapida sensazione di fame. Per questo motivo, se manca l’appetito, è preferibile orientarsi verso pasti leggeri e bilanciati, come un’insalata con una fonte proteica o uno yogurt con frutta fresca e frutta secca. Particolare attenzione va riservata a chi sta seguendo un percorso di dimagrimento o convive con il diabete. In questi casi, il consumo di gelato richiede maggiore consapevolezza: è consigliabile limitare le porzioni, scegliere gelati alla frutta artigianali, e verificare sempre gli ingredienti in caso di gelati “senza zuccheri aggiunti”, per evitare dolcificanti che possano avere effetti indesiderati. Inserirlo nel piano alimentare in modo ragionato, può permettere di gestirne meglio l’impatto glicemico senza rinunce drastiche. In definitiva, il gelato è uno dei piaceri più semplici e caratteristici dell’estate. Con qualche attenzione e una buona dose di consapevolezza, può tranquillamente far parte di un’alimentazione varia, equilibrata e soddisfacente. Proprio come una passeggiata al tramonto o una chiacchierata sotto le stelle, il gelato, se scelto e gustato con criterio, può essere uno dei piccoli piaceri che rendono l’estate più dolce.  

28/06/2025 15:40
Tolentino - Addio alla dottoressa Daniela Del Bello, pioniera del 118: "Una vita per gli altri"

Tolentino - Addio alla dottoressa Daniela Del Bello, pioniera del 118: "Una vita per gli altri"

L'azienda saniaria territoriale di Macerata vuole ricordare la dottoressa Daniela Del Bello, ex medico del 118 recentemente scomparsa all'età di 71 anni. "Era andata in pensione dall’agosto del 2022 - ha affermato l’amico e collega Ermanno Zamponi, direttore del Servizio di Emergenza Territoriale 118 dell’Ast di Macerata -. Daniela è stata insieme al sottoscritto, una delle fondatrici del 118, dove ha svolto servizio attivo presso la Centrale Operativa di Macerata e la PoTES di Tolentino ininterrottamente sin dal primo giorno di attivazione del servizio, nel lontano 1 luglio 1996, e dove ha ricoperto il ruolo di Vicedirettore e responsabile della Centrale Coordinamento Trasporti". "Durante questo lungo periodo ha messo a servizio degli assistiti tutta la propria professionalità in un quotidiano contesto di sofferenza altrui, mostrando sempre competenza, cortesia, rispetto e gentilezza verso chi si trovava in difficoltà. Non si è mai risparmiata e per questo è stata di esempio per i colleghi e tutto il personale, pur mantenendo sempre il suo carattere gioviale e sereno", ha aggiunto Zamponi. Come volontaria in ambito sanitario, era iscritta all’Associazione Regionale Emergenza Sanitaria (Ares), con la quale ha partecipato a varie missioni operative in occasione di calamità sia all’estero, in Pakistan nel 2004, che in Italia. Era presente a Roma per i Funerali di Papa Giovanni Paolo II° nel 2005 e a L’Aquila nell’ospedale da campo, in occasione del terremoto del 2009. Sempre come volontaria si è dedicata alle attività dell'Avis di Tolentino per molti anni e attraverso l’associazione tolentinate SERMIT, fondata da Don Rino Ramaccioni, ha dato aiuto ai bambini poveri, orfani o malati accolti in istituti gestiti da religiosi.  Al funerale la Chiesa di San Catervo era gremita di parenti, amici e numerosi colleghi che hanno voluto stringersi in un ultimo abbraccio a Daniela per ricordare la collega, amica e professionista che ha saputo aiutare tutti, senza tenere conto di orari e festività, ponendo sempre al primo posto la salute del paziente. "Esempi di vita come quello della Dr.ssa Daniela Del Bello sono testimonianze preziose per ognuno di noi e dimostrano come la professione del medico, quando è frutto di autentica vocazione, permea l’intera vita della persona, che diventa capace di mettersi al servizio degli altri, sempre e ovunque", ha dichiarato il direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini.

26/06/2025 14:31
Camerino, screening gratuito in Comune: focus su cuore e bronchi

Camerino, screening gratuito in Comune: focus su cuore e bronchi

Giovedì 26 giugno alle ore 17, presso la Sala Consiliare del Comune di Camerino, si svolgerà un’iniziativa di prevenzione gratuita rivolta alla cittadinanza per sensibilizzarla sui rischi correlati agli errati stili di vita attraverso il controllo dei parametri vitali, e l’identificazione precoce delle patologie, con la presa in carico dei soggetti che presentano un rischio aumentato per le malattie cardiovascolari e la bronchite cronica ostruttiva. L’evento, che rappresenta ormai un appuntamento consolidato nel tempo, è organizzato dalle Unità Operative di Medicina Interna, Cardiologia e Diabetologia dell’ospedale di Camerino, che allestiranno presso la Sala Consiliare uno stand dove operatori sanitari dei rispettivi Reparti saranno a disposizione per sottoporre i cittadini a semplici esami, quali la valutazione della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca, un prelievo capillare per il controllo della glicemia e del colesterolo, la saturazione dell’ossigeno, la misurazione della circonferenza addominale e il peso corporeo. “La finalità dell’iniziativa è permettere ai cittadini di avere una valutazione circa la propria salute con la possibilità di intervenire laddove si riscontrino patologie già sviluppate o potenziali, attraverso la presa in carico nei nostri ambulatori dedicati – dichiara la dottoressa Anna Maria Schimizzi, primario della Medicina Interna di Camerino. Il Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025, infatti, sulla base delle indicazioni nazionali include interventi che riguardano la promozione e la tutela della salute, con un approccio universalistico e gratuito e una particolare attenzione alla fragilità. L’obesità, il tabagismo, l’alimentazione scorretta, la sedentarietà sono condizioni che mettono fortemente a rischio la qualità di vita della popolazione, favorendo la comparsa di importanti fattori di rischio per la malattia cardiovascolare, quali l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie, il diabete mellito, il sovrappeso e/o la sindrome metabolica. Dopo una prima valutazione dello stato di salute dei cittadini, seguirà poi una tavola rotonda sul tema della malattia cardiovascolare e della bronchite cronica ostruttiva, dove saranno approfonditi i principali fattori di rischio e si parlerà delle tecniche di prevenzione grazie al contributo di medici e specialisti della salute dell’Ospedale camerte. "L’evento è stato possibile grazie al prezioso contributo della Croce Rossa Comitato locale e della Farmacia Comunale di Camerino oltre alla disponibilità dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Roberto Lucarelli, sempre attenta alla salute dei cittadini", si legge in una nota dell'Ast. “Desidero ringraziare le dottoresse Schimizzi, Staine e Busciantella perché la prevenzione è l’unica arma che abbiamo a disposizione per combattere l’insorgenza delle patologie cardiovascolari e polmonari – dichiara il direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini –. Iniziative gratuite di questo genere mirano a rendere la popolazione consapevole dell’importanza della salute per migliorare la propria qualità di vita.

23/06/2025 16:18
Occhi sotto controllo: nuove terapie e diagnosi avanzate per glaucoma e maculopatia

Occhi sotto controllo: nuove terapie e diagnosi avanzate per glaucoma e maculopatia

La salute dei nostri occhi e la buona conservazione della vista sono argomenti molto importanti per una buona gestione ed una buona qualità della nostra vita. Anche nella comunicazione ed informazione per una cultura generale della salute sono abbastanza le difficoltà di trattazione dell’argomento con la consapevolezza che le fonti di buona informazione devono essere ben verificate. Noi abbiamo l’opportunità di consultare uno specialista oculista di grande esperienza, il dottor Cristian Pollio, direttore di un centro oculistico di riferimento nazionale a Chieti e consulente del centro medico del nostro territorio Associati Fisiomed.  Dott Pollio ci parli della sua specialità: l’oculistica "Ovviamente il medico oculista si occupa dell’occhio e del senso della vista. Spesso si ritiene non necessario un controllo perché si ha la percezione di una buona vista, invece bisogna comunicare che alcune patologie di cui vorrei parlare come il glaucoma e la maculopatia possono essere individuate ancora prima che ci siano dei sintomi negativi evidenti. Quindi una visita oculistica dopo i 50 anni è consigliabile a tutti, ancor più se ci sono episodi di familiarità riscontrabili".  Dr. Pollio l’invecchiamento della popolazione, siamo alla media di attesa di vita di circa 86 anni per le donne e 82 per gli uomini, comporta un aumento dell’incidenza di queste patologie dell’occhio? "Sicuramente sì. Nei nostri paesi industrializzati il glaucoma e la maculopatia rappresentano circa il 70% delle patologie oculari riscontrate. La cataratta, che invece è la prima patologia riscontrata nei paesi non industrializzati, ha avuto da noi una particolare attenzione per cui possiamo dire che con un semplice intervento chirurgico è risolvibile. In quei paesi invece è ancora un gravissimo problema per mancanza di strutture sanitarie adeguate per interventi generalizzati. Per noi il problema è la prevenzione del glaucoma e della maculopatia. Lo ripeto ma penso sia utile: è indispensabile una visita oculistica almeno annuale a partire dai 50 anni".  Quali sono le ultime indicazioni terapeutiche per il trattamento della maculopatia e del glaucoma? "La maculopatia nella forma secca rappresenta circa il 70% della causa di abbassamento della vista, determina un deterioramento dello spessore della retina che diventa sempre più sottile. Una volta si faceva uso essenzialmente di una simil vitamina, la luteina; oggi abbiamo a disposizione tecniche molto più efficaci come la fotobiomodulazione e la iontoretina, armi che riescono a rallentare o addirittura a fermare il deterioramento dello spessore retinico. I pazienti trattati devono essere già però consapevoli insieme allo specialista che li segue della malattia. Per il glaucoma si utilizza il laser sotto soglia, una sorta di laser freddo che non comporta ustioni e ritarda l’uso di colliri abbassando la pressione oculare preservando il campo visivo. Infine possiamo dire che il protocollo, l’iter per il trattamento di maculopatia inizia con un accertamento tramite OCT, sorta di tac dell’occhio ed angio-OCT. Questi hanno sostituito la fluoroangiografia che utilizzava coloranti in vena. Se l’accertamento rivela una maculopatia secca abbiamo già descritto il protocollo terapeutico, se umida bisogna ricorrere alla sala operatoria con iniezioni intravitreali che hanno anch’esse approfittato di una ricerca che le rendono meno frequenti". Dr. Pollio lei a Chieti è Direttore di un importante centro dove tutto quello che ci ha descritto è possibile. Qui nel nostro territorio lei è consulente di Associati Fisiomed. Siamo nelle stesse condizioni? "A livello diagnostico sicuramente sì, a livello terapeutico stiamo completando la disponibilità delle tecniche citate in attesa che si abbia a disposizione anche il blocco operatorio. Permetterebbe a quel punto di completare tutta l’offerta, siamo davvero a buon punto. La sanità privata deve fare investimenti importanti perché quello che era vero 3 anni fa, spesso in tecnologia sanitaria non è vero oggi. Fortunatamente la ricerca è in continua evoluzione, propone sempre nuove e più efficaci soluzioni. Sono soddisfatto della collaborazione con Associati Fisiomed perché ho la percezione che gli investimenti e l’innovazione vadano di pari passo. Sono anche molto propenso ad aiutare Associati Fisiomed nel loro grande impegno nell’informazione e comunicazione medico-scientifica. Nel nostro colloquio abbiamo sottolineato di quanto sia importante la prevenzione che può essere stimolata da una cultura della salute rivolta a tutti e che deve essere alla base di tutto il servizio sanitario. Ad Associati Fisiomed anche in questo ambito c’è grande impegno".

22/06/2025 11:30
Dieta ideale: ridurre i grassi o i carboidrati? Studi, differenze e falsi miti

Dieta ideale: ridurre i grassi o i carboidrati? Studi, differenze e falsi miti

Quando si decide di intraprendere una dieta per perdere peso, ci si trova spesso di fronte a un dilemma: è meglio ridurre i carboidrati o limitare i grassi? Da un lato c'è chi sostiene con convinzione l’efficacia delle diete low carb, che promettono rapide perdite di peso e un miglior controllo della fame; dall’altro c'è chi difende i benefici di una dieta low fat, più in linea con le raccomandazioni nutrizionali tradizionali. Entrambe le correnti possono vantare studi scientifici, testimonianze di successo e logiche convincenti. Tuttavia, quando si analizzano con attenzione le evidenze scientifiche nel loro complesso, emerge un quadro molto più sfumato: difficilmente esiste un’unica risposta valida per tutti, e la realtà, come spesso accade in campo nutrizionale, è fatta di molte variabili individuali. Le diete low carb, che riducono drasticamente pane, pasta, riso e zuccheri, hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni anche grazie a promesse di risultati rapidi. D’altro canto, le diete low fat, nate negli anni ’80 e focalizzate sulla riduzione dei grassi, restano un pilastro di molte linee guida ufficiali. Negli ultimi anni, diversi studi clinici di grande rilevanza hanno messo a confronto questi due approcci dietetici. Nella fase iniziale, spesso i regimi low carb sembrano portare a una perdita di peso più rapida, probabilmente per l’effetto combinato di una riduzione della ritenzione idrica e di un maggiore senso di sazietà indotto dalle proteine e dai grassi. Tuttavia, quando si osservano i risultati sul lungo periodo, in particolare dopo 12 mesi, le differenze tra i due gruppi tendono progressivamente ad attenuarsi, fino a risultare spesso minime o addirittura sovrapponibili. È il caso, ad esempio, di alcuni studi ampi e ben controllati che mostrano come, indipendentemente dal tipo di macronutriente prevalente, il fattore determinante resti la capacità di mantenere il deficit calorico e di aderire al piano alimentare nel tempo. Proprio questa osservazione introduce un aspetto fondamentale spesso trascurato: la personalizzazione. Ogni persona ha una risposta metabolica diversa agli alimenti, influenzata da fattori genetici, ormonali, psicologici e perfino dal microbiota intestinale. Una dieta low carb può funzionare bene per qualcuno che ha una forte resistenza insulinica o tendenza alla fame nervosa, mentre un approccio low fat potrebbe essere più sostenibile per chi ama frutta, legumi e cereali integrali. In entrambi i casi, è importante evitare scelte estreme: né grassi né carboidrati sono nemici da demonizzare, ma elementi da scegliere con attenzione. Esistono grassi buoni – come quelli dell’olio extravergine, della frutta secca o del pesce azzurro – così come carboidrati complessi e ricchi di fibre, che contribuiscono a una dieta equilibrata. In definitiva, ciò che conta davvero è trovare un approccio alimentare che possa diventare parte della propria quotidianità, che si adatti alle esigenze individuali e che consenta di mantenere il benessere senza sacrificare il piacere di mangiare. Perché il vero successo non è seguire una dieta perfetta, ma costruire abitudini sane che durino nel tempo.  

21/06/2025 17:12
Il mare in una stanza: a Macerata apre la Clinica del Sale (VIDEO)

Il mare in una stanza: a Macerata apre la Clinica del Sale (VIDEO)

"Il cielo in una stanza", cantava Gino Paoli. A Macerata, invece, arriva il mare in una stanza. Merito dell’haloterapia, una pratica semplice e completamente naturale che riproduce, in un ambiente controllato, gli effetti benefici di una lunga permanenza al mare. Sabato scorso, in via Ghino Valenti 47, è stata inaugurata la Clinica del Sale, uno spazio pensato per offrire ai cittadini un’opportunità di benessere attraverso il sale, elemento prezioso e millenario. Alla guida del progetto ci sono Andrea Maraviglia e la moglie Tania, che hanno scelto di portare anche nel capoluogo questa terapia. “Il trattamento dura 30 minuti ed equivale a stare tre giorni al mare”, ci racconta Andrea. “Siamo aperti tutto l’anno e quindi rispetto al mare si può godere del sale in qualsiasi stagione”. L’haloterapia, il cui nome deriva dal greco halos, cioè sale, si basa su un principio semplice: respirare aerosol salini a secco e favorire il contatto del sale con la pelle, all’interno di stanze appositamente allestite. La seduta si svolge in maniera molto naturale: si indossano un copricapo e dei copriscarpe, si entra nella stanza e si respira. Non occorrono maschere o dispositivi particolari: il sale micronizzato viene diffuso nell’aria in modo controllato, mentre l’ambiente aiuta a rilassarsi anche grazie alla cromoterapia, presente in entrambe le stanze della clinica. Il trattamento è adatto a tutti, compresi i bambini, che sono spesso i più esposti a problematiche respiratorie. Proprio per la sua natura non invasiva, l’haloterapia rappresenta un valido supporto al benessere quotidiano. È però importante sottolineare che non si tratta di una terapia sostitutiva, ma di un’integrazione naturale e dolce, da affiancare – se necessario – alle cure tradizionali. Respirare sale significa portare benefici alle vie respiratorie, alla pelle e al sistema immunitario. Chi ha trascorso del tempo al mare lo sa bene: nei primi giorni si avverte un miglioramento della respirazione, il naso si libera, i polmoni si ossigenano meglio. Questo avviene grazie all’azione del sale e dello iodio, che hanno proprietà antisettiche e antibatteriche.  I vantaggi dell’haloterapia si riscontrano anche in presenza di condizioni come l’asma, la bronchite e le allergie stagionali. Inalare particelle saline contribuisce a ridurre l’infiammazione delle vie aeree, fluidificare il muco, calmare la tosse e rendere la respirazione più fluida. Anche chi soffre di sinusite può trovare sollievo grazie all’effetto decongestionante del sale. Non mancano poi i benefici per la pelle: in presenza di acne, eczema o dermatiti, l’ambiente salino ostacola la proliferazione batterica e crea una condizione favorevole al benessere cutaneo. La Clinica del Sale di Macerata rappresenta, quindi, una piccola oasi urbana dove ritrovare equilibrio, rilassarsi e respirare meglio. In un’epoca in cui la salute è spesso minacciata da stress, inquinamento e stili di vita frenetici, dedicare mezz’ora a se stessi, respirando aria arricchita di sale, può diventare un gesto di cura quotidiana. Con questa nuova apertura, Macerata aggiunge un prezioso tassello alla sua offerta di salute e benessere. Il mare, ora, è davvero a portata di respiro.

17/06/2025 17:40
Benessere, bellezza e medicina: un evento al femminile promosso dall’Avis di Cingoli

Benessere, bellezza e medicina: un evento al femminile promosso dall’Avis di Cingoli

La sezione Avis di Cingoli ha organizzato un’importante occasione di informazione e aggiornamento per domenica 22 giugno alle ore 17 nell’auditorium Santo Spirito di Cingoli. Si tratta di un incontro con la dottoressa Patrizia Sacchi, medico chirurgo dietologia e medicina estetica e anti-aging, fondatrice della FEME, Federazione Italiana Medici Estetici, rivolto a tutti ma in particolare alle donne. Il sottotitolo recita: “Un evento dedicato all’integrazione tra medicina estetica, arte e benessere per esplorare come la bellezza e l’armonia possano contribuire alla salute globale della persona” e in effetti lo scopo degli organizzatori è sottolineare come sia importante per ogni persona avere un’idea olistica del proprio benessere e quindi perseguire uno stile di vita che integri la salute con la ricerca della bellezza in tutte le sue manifestazioni. L’Avis intende sottolineare l’importanza della figura femminile come protagonista della cura degli altri e anche di sé stessa e non a caso sono tutte donne le protagoniste dell’evento, a partire dalla presidente Floriana Crescimbeni, che ha caratterizzato questi anni di presidenza con una costante azione di promozione dell’associazione, e dalla dottoressa Sacchi, da sempre vicina alle donne e alle loro esigenze; l’immagine della locandina è opera della professoressa Katia Gigli, l’accompagnamento musicale sarà di Ilde Maggiore, Micaela Chiariotti canterà l’inno dell’Avis composto da Rossella Maggiore. Un ruolo significativo avrà Sara Francucci, insegnante e scrittrice, che leggerà il suo testo “Ero, sono e…sarò donna”. Al termine dell’incontro, all’interno del quale sarà possibile per il pubblico confrontarsi con la dottoressa Sacchi, e al quale parteciperanno il sindaco di Cingoli Michele Vittori, il vicepresidente della Regione e assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, verrà offerto un aperitivo a tutti i partecipanti.

17/06/2025 16:30
Da Civitanova al Ghisallo: in bici per Andrea Micucci, un viaggio d’amore e speranza nel nome della donazione

Da Civitanova al Ghisallo: in bici per Andrea Micucci, un viaggio d’amore e speranza nel nome della donazione

Dal dolore più profondo può nascere un gesto di immenso valore. È il caso della famiglia di Andrea Micucci, morto tragicamente due anni fa in un infortunio sul lavoro, la cui morte è diventata simbolo di rinascita per almeno cinque persone salvate grazie alla donazione dei suoi organi. Ieri mattina, nel "Giardino della Donazione" davanti all’ospedale regionale di Torrette, si è tenuta una cerimonia sobria ma carica di emozione, punto di partenza di un’iniziativa speciale voluta dalla moglie di Andrea, Laura Carota. Partita in bicicletta da Civitanova Marche, città natale della famiglia, Laura ha scelto come prima tappa simbolica l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche di Ancona, dove due anni fa, il 9 giugno 2023, fu eseguito il prelievo degli organi del marito, reso possibile dopo una caduta sul lavoro che gli fu fatale. Il suo viaggio continuerà fino al Santuario della Madonna del Ghisallo, sul lago di Como, protettrice dei ciclisti: un tributo all’uomo che era, al ciclista appassionato, al compagno di una vita. "Due anni fa ho perso il mio compagno di vita, di avventure, un ciclista, un uomo forte e bello come un dio - ha raccontato Laura Carota durante la cerimonia -. In questo ospedale gli sono stati espiantati gli organi e questo ha ridato vita a cinque persone e la vista ad altre due. La cultura del dono deve radicarsi in ognuno di noi: donare fa bene non solo a chi riceve, ma anche a chi compie il gesto. Se non avessi potuto aggrapparmi a questo atto, non avrei superato il mio dolore. Adesso, Andrea è con noi ogni giorno". Parole commosse che hanno trovato pieno sostegno da parte delle istituzioni sanitarie presenti. Claudio Martini, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, ha sottolineato: "Un atto di profonda generosità nato da una tragedia. Complimenti a Laura per questa iniziativa che rafforza la cultura della donazione. Il nostro centro, con il Centro Regionale Trapianti, è da sempre in prima linea su questo fronte". Presente anche il dottor Benedetto Marini, direttore del Centro: "Dietro ogni donazione c’è una storia di altruismo. Proprio lo scorso fine settimana abbiamo portato avanti un’altra donazione da parte di una giovane paziente: i suoi organi sono ora speranza concreta per chi è in attesa. Il nostro impegno prosegue senza sosta". Con il suo viaggio, Laura Carota non solo onora la memoria di Andrea, ma accende i riflettori su una tematica fondamentale, quella della donazione degli organi, che trasforma il dolore privato in bene collettivo. Una pedalata dopo l’altra, con il cuore colmo d’amore, perché - come ha detto lei stessa - "Andrea è ancora qui, in ogni vita che ha aiutato a rinascere".

17/06/2025 10:20
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